Penso che quando a Mario Monti venne la balzana idea di dar
vita alla formazione di Scelta Civica non immaginava certamente che, dopo la
sua uscita di scena, il partito sarebbe finito nelle mani di un segretario che,
pur di ottenere per se una poltrona di governo, dapprima da sottosegretario e poi
da viceministro, avrebbe ridotta Scelta Civica a servile zerbino di Renzi e dei
suoi ghiribizzi.
Eppure, nel febbraio 2013 erano stati ben 2.824.065
elettori (NdR: cioè l’8,3%
dei votanti) a dare il
loro voto a Scelta Civica confidando che, come da programma, il partito si
sarebbe prodigato, tra l’altro, nel combattere malcostume, inciuci, corruzione
e, perché no, anche l’evasione fiscale.
Illusi ? Forse !
Troppo fiduciosi nel professor Monti ? Credo proprio di
sì dal momento che Scelta Civica si presentava agli elettori con una armata
Brancaleone che raccattava troppe anticaglie della decrepita politica italiana,
Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, i finiani, etc..
Personaggi, cioè, che senza lo sprovveduto soccorso
montiano sarebbero scomparsi definitivamente dalla scena politica.
Fatto sta che oggi, a distanza di tre anni, secondo i
sondaggi Scelta Civica sarebbe precipitata così in basso da essere accreditata,
nella più favorevole delle ipotesi, di un miserevole 0,6/0,8%.
Insomma, una vera disfatta !
Non è, però, del futuro oramai segnato di Scelta Civica che
ho intenzione di scrivere, quanto piuttosto desidero commentare un malfido emendamento
che quattro deputati di Scelta Civica hanno inserito nella Legge di Stabilità
2016 e che, proprio in questi giorni, sta producendo i suoi primi effetti
deleteri.
Prima di quel emendamento la legge prevedeva che l’Agenzia
delle Entrate avesse dieci anni di tempo per accertare e contestare i reati
tributari.
A Scelta Civica, evidentemente, sarà sembrato abnorme tenere
sulle spine per dieci anni, nel timore di essere beccati, i gaglioffi evasori e
così ha pensato bene di ridurre a quattro anni, dalla dichiarazione dei redditi fraudolenta,
il termine entro il quale la amministrazione fiscale può accertare e contestare
gli illeciti tributari.
Mi domando: sarà solo un caso se il primo a beneficiare
di questo emendamento sia stato proprio Denis Verdini, neo sodale della
maggioranza di governo, che si è servito con successo del disposto di questo emendamento
per opporsi agli accertamenti per le evasioni di Iva, Irpef, Irap ed Ires, per
complessivi cinque milioni di euro, commesse tra il 2002 ed il 2011 ?
Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e vice
ministro dell’economia, ha definito “un
importante successo politico” questo emendamento che permetterà a decine di
migliaia di evasori di farla franca ed impedirà alle casse dello Stato di
recuperare milioni e milioni di evasione.
Insomma,
nel nostro Bel Pese continuano ad imperversare al governo ed in Parlamento esseri
che invece di premiare i contribuenti leali, riducendo loro le tasse, si
preoccupano soprattutto di favorire chi commette reati tributari.
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