“Venghino signori, venghino. Sono il numero uno nello sparare balle ad ogni
ora ed a buon mercato, approfittatene !”
Credo sia sintetizzabile così il leitmotiv della
comunicazione con la quale Matteo Renzi si rivolge agli italiani da mesi, e di
certo continuerà a farlo in futuro, purtroppo non più solo dalla televisione e
dalla carta stampata, ma anche dai social.
Qualche esempio.
Erano trascorsi solo pochi giorni da quando aveva pugnalato
alla schiena Enrico Letta e già adottava quel suo fare spaccone.
Fu appunto una spacconata l’impegno a saldare, in poche
settimane, decine di miliardi di debiti che la pubblica amministrazione aveva accatastati
nei confronti delle imprese fornitrici.
Per dare maggior forza a quella fanfaronata Renzi ne fece
oggetto perfino di una scommessa con Bruno Vespa, a Porta a Porta.
Ebbene, passarono le settimane, passarono i mesi, poiché
però la pubblica amministrazione continuò nel suo tran tran di debitore moroso Renzi
perse la scommessa, anche se non mi risulta che abbia mai pagato pegno.
Passò qualche giorno e si giunse alla vigilia delle elezioni
europee.
Come un imbonitore, da ogni piazza virtuale Renzi raccontò agli italiani la favoletta
della mancetta di 80 euro che, dispensata ogni mese a dieci milioni di lavoratori,
avrebbe fatti esplodere i consumi.
Distribuendo le mancette a pioggia ne beneficiarono,
però, soprattutto le tasche di quanti vivevano senza stenti, od in famiglie
plurireddito, per cui non si verificò nessuna ripartenza dei consumi.
Ancora una filastrocca renziana rivelatasi una balla.
Dopo qualche tempo alla fiera del “venghino, signori,
venghino” divenne di moda il Jobs Act.
Raccontò “urbi ed orbi” che con il Jobs Act lui avrebbe
sconfitta la piaga della disoccupazione.
A dire il vero nei primi mesi sembrò perfino che la
promessa renziana non fosse del tutto una balla e potesse tradursi in qualcosa
di concreto.
La verità, però, è che il Jobs Act iniziò a drogare di
fatto il mercato del lavoro con sostanziosi sgravi contributivi, fino ad oltre
8.000 euro per tre anni, concessi a fronte di un qualsiasi contratto a tutele
crescenti ed a tempo indeterminato.
Va da sé che sedotte da così allettanti sgravi molte
imprese ne approfittarono più che per creare nuova occupazione, per trasformare
molti degli onerosi contratti a tempo determinato già in essere, tanto poi una volta terminati gli sgravi anche i
licenziamenti senza giustificato motivo, con il Jobs Act (NdR: d.lgs 23/2015) si sarebbero risolti senza difficoltà con
il solo indennizzo di qualche mensilità.
Sennonché, da gennaio 2016 gli sgravi contributivi si
sono ridotti al 40%, con un tetto massimo di 3250 euro, e saranno validi solo per
il biennio 2016/2017, per cui il Jobs Act ha perso molto del suo appeal ed i dati
INPS di questi giorni, riferiti al primo trimestre dell’anno in corso, lo
confermano.
Renzi, però, piuttosto che ammettere che il Jobs Act non ha
raggiunto il suo scopo, nonostante i relativi sgravi siano già costati fino ad
oggi più di 13 miliardi alle casse statali, cioè a noi contribuenti, non sa
fare di meglio che puntare il dito contro l’INPS accusandolo di raccontere
balle.
Ma come ? Se fino all’altro giorno per i renziani era
l’INPS la sola fonte credibile nel dettare i dati veri sull’occupazione !
Ma la sagra delle balle non ha fine !
Infatti, saltellando da
una smargiassata all’altra mesi fa, con lo approssimarsi delle elezioni
amministrative, Renzi ha nuovamente sguainato l’ormai celeberrimo obolo degli 80 euro, promettendolo
questa volta ai titolari delle pensioni più basse.
I pensionati, però, stufi di essere presi per i fondelli,
sono scesi in piazza in queste ore per reclamare la mancetta che era stata loro
promessa.
Poiché, però, la fiera del “venghino, signori, venghino” dura 365
giorni, non appena si affloscia una balla eccone pronta un’altra.
D’altra parte mi domando, Renzi commette forse un reato se
abbindola con filastrocche fantasiose quei grulli che gli danno ascolto ?
No, assolutamente no !
Così ecco tornare di moda, in questi giorni, la fanfaronata
del taglio delle tasse per il ceto medio.
Fantastico ! Ma da quando ?
Chissà,
può darsi, forse dal 2017 o probabilmente più in là … sempre che … boh … nel
frattempo, cari citrulli, accontentatevi di sognare votando per LUI, il
pifferaio magico da Rignano sull’Arno.
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