Non bisognava essere chiaroveggenti per prevedere che i
due emendamenti sull’istituto della prescrizione, presentati dai senatori
Casson e Cucca del PD, avrebbero scatenata una bagarre all’interno della
maggioranza di governo.
Ad accendere le micce si sono affrettati i due soci del
governo Renzi, Alfano e Verdini, cui hanno fatto subito eco i loro galoppini con
dichiarazioni che non lasciano dubbi sulla loro contrarietà a contrastare
malaffare, corruzione e criminalità.
Sorprendente, però, che il primo effetto di questo pandemonio
sia stato il ritiro della propria firma dagli emendamenti del senatore Cucca.
Ora mi domando: ma il senatore Cucca era capace di
intendere e di volere quando ha firmati i due emendamenti e, quindi, ne
condivideva il contenuto o vi ha apposta la sua firma solo per fare un piacere
all’amico Casson ? Boh !
Stupefacenti, invece, queste parole di Angelino Alfano: “…tenendo già conto dei tempi lunghissimi
di una serie di prescrizioni, i processi potrebbero essere eterni e tenere in
sospeso una persona per circa 30 anni”.
Forse l’emerito avvocato nonché ministro dell’interno,
Alfano, sembra ignorare che tra tempi della prescrizione e durata dei processi
non esista nessuna correlazione.
Sarebbe etico e decente, infatti, che un malfattore sia
chiamato a rendere conto fino a che campa del reato che ha commesso, qualunque
esso sia, o comunque fino a quando non sia stato giudicato con sentenza definitiva
di condanna o assoluzione.
La prescrizione, invece, è un istituto aberrante perché, trascorso
un determinato lasso di tempo, non solo rende non più perseguibile il reato, ma
può addirittura estinguere l’eventuale processo in corso impedendo che si
arrivi a giudizio.
Cosa ha a che vedere, quindi, la prescrizione con la
durata dei processi ?
Assolutamente nulla, tanto è vero che la Carta Costituzionale,
all’Art. 111, stabilisce che “La
giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge … che
ne assicura la ragionevole durata” ma non accenna affatto all’obbrobrio della prescrizione.
Mi sembra, perciò, che quello di Alfano sia solo un
ridicolo e patetico tentativo di confondere le acque per far sì che malfattori,
corrotti e criminali la facciano franca nella maggior parte dei casi.
Anche se sicuramente questo è l’obiettivo
condiviso anche dal senatore Renato Schifani, un alfaniano DOC anche lui
avvocato, diverso è invece il contenuto della sua sollevazione contro gli
emendamenti Casson-Cucca.
Avendo appreso che i parlamentari pentastellati
si erano dichiarati pronti a votare i due emendamenti, Schifani è insorto
affermando che qualora ciò accadesse “si configurerebbe una maggioranza trasversale” inaccettabile per loro di Area Popolare che
sono forza di governo.
Perbacco, per Schifani sarebbe scandaloso
ed intollerabile che le leggi dello Stato fossero votate anche dai rappresentanti
del Popolo Sovrano che appartengano a forze politiche che non fanno parte della
maggioranza di governo.
Scandaloso ed intollerabile ?
A questo punto, però, mi sorge un dubbio.
Possibile che solo il senatore Renato Schifani
ed il Capo dello Stato Sergio Mattarella non si siano ancora accorti che oramai
da settimane si sia già costituita, di fatto, una nuova maggioranza trasversale
con i voti di fiducia espressi dai verdiniani ?
Perché Schifani non si è scandalizzato e
non è insorto allora ?
Perché
Mattarella non è intervenuto, nel rispetto della Costituzione, di fronte ad un cambio di maggioranza ?
Mi fa sorridere, infine, il fatto che il
capogruppo PD al Senato, Luigi Zanda, frastornato e non sapendo che pesci
pigliare, pur di non innervosire Alfano e Verdini si sia inventato che quei due
emendamenti sarebbero solo “ipotesi
di lavoro”.
Ma come, il senatore Zanda, in Parlamento
da ben quattro legislature, ancora ignora che gli emendamenti legislativi,
presentati per iscritto da uno o più parlamentari, siano proposte di modifica
sottoposte all’esame ed al voto delle assemblee parlamentari e non “ipotesi di
lavoro” per gli amichetti del premier ?
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