“In un momento nel quale la gente vive le difficoltà che
conosciamo. C’è la grande riforma delle pensioni, ce ne saranno anche altre
perché si va a liberalizzare. Quindi si va a togliere i privilegi ad alcune
categorie. Ma i primi che devono togliersi i privilegi sono i parlamentari
stessi. Non puoi cavartela dicendo “siamo mille, evitiamo di costare di più”. No, iniziate a dimezzare il costo dei
vostri stipendi, e vale anche per i consiglieri regionali”.
Queste parole non sono di Beppe Grillo e neppure di uno
dei molti personaggi ruspanti che rappresentano il M5S !
Infatti questo e ciò che affermava con convinzione l’allora
sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nel corso di una intervista televisiva
rilasciata il 1° febbraio 2013!
Sono trascorsi poco più di tre anni ed alla Camera, il 24
e 25 ottobre del 2016, è andato in scena il disgustoso spettacolo offerto dai
deputati del PD che, umili galoppini al servizio dell’oggi premier Matteo Renzi,
si sono rifiutati di votare la proposta di legge presentata dal M5S che
proponeva per l'appunto di “dimezzare” gli stipendi dei parlamentari.
Ora, che Renzi continui a proferire cialtronerie ad ogni
piè sospinto è noto non solo a milioni di cittadini ma perfino ai sampietrini
romani.
Che, però, i parlamentari del PD fossero capaci di
ricorrere a motivazioni tanto fasulle quanto meschine per giustificare la loro sottomissione
all’ordine ricevuto, non mi è parso solo vergognoso ma avvilente per loro
stessi.
Da comune uomo della strada oltre a trovare deprimente lo
spettacolo ho anche provato vergogna nel constatare che i destini del nostro Paese
siano affidati ad individui così indegni.
Mi domando, ad esempio: come può il nientepopodimeno che capogruppo
PD alla Camera, Ettore Rosato, non capire la enorme differenza che ci sia tra il
parlamentare PD che finanzia il partito con un obolo di mille euro dai suoi compensi (NdR:
o “persino duemila”, ha sbraitato nell’esaltazione l’on. Rosato) ed il parlamentare M5S che restituisce ai cittadini la
metà del suo stipendio versandolo al Fondo per le Piccole Imprese per
finanziare nuove attività ?
Eppure non deve averlo proprio capito se con la donazione
di 1000 euro al PD ha motivata la sua contrarietà al dimezzamento degli stipendi
parlamentari.
Da parte sua la deputata PD Alessia Morani, renziana DOC,
che credo viva su Marte, intervenendo nel dibattito e rivolgendosi ai banchi
del M5S, ha gridato “Volete
ridurvi lo stipendio ? Tagliatevelo voi da domani”, dando così prova di ignorare che i
parlamentari M5S dal primo giorno in cui sono entrati in Parlamento rinunziano di
fatto già alla metà del loro stipendio.
Ma l’Oscar della meschinità e della pochezza di argomenti
spetta, senza dubbio, alla vice capogruppo PD che si è scagliata contro la rendicontazione
dei rimborsi spese, contenuta nella proposta di legge.
Infatti, inorridita dal solo pensiero di dover rendere
conto ai cittadini di come spenda quei 3.503,11 euro che intasca ogni mese a
titolo di diaria, la vice capogruppo PD ha avuta la penosa idea di schernire la
rendicontazione delle spese che, invece, fanno e mettono online i parlamentari
del M5S, versandone l’eccedenza al già citato Fondo per le Piccole Imprese (NdR: è ridicolo e paradossale, tra l’altro,
che la diaria, motivata come “rimborso delle spese di soggiorno a Roma” sia
riconosciuta anche ai deputati residenti nella Capitale !!!).
E che dire, infine, di chi, come Enrico Zanetti
viceministro dell’Economia, ha controproposto di commisurare lo stipendio dei
parlamentari al reddito dichiarato dagli stessi nei tre anni prima di essere eletti, tanto per mettere in scena la intramontabile commedia all’italiana “pagare di più chi
è ricco e meno chi è povero”.
Tanto è sempre Pantalone che paga !
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