“Credo che ci voglia coraggio ed una certa
faccia per attaccare questo governo”, con queste parole Angelino Alfano, ministro degli
interni del governo Renzi, ha reagito alla relazione con la quale Rodolfo
Sabelli, presidente di ANM (NdR: Associazione Nazionale Magistrati), ha aperti a Bari i lavori del congresso
ANM.
Nel suo intervento Sabelli aveva evidenziato come la
classe politica, e sottinteso il governo, si dimostrino più attenti ed
interessati a limitare l’uso delle intercettazioni, nelle attività
investigative, che non a contrastare criminalità organizzata, mafia, corruzione
e malaffare.
Che Sabelli almeno in parte abbia ragione lo conferma, da
ultimo, la scellerata norma che il governo Renzi ha inserita nella Legge di
Stabilità e che, con il pretesto di favorire i consumi, innalza da 1.000 a
3.000 euro l’uso dei contanti.
Questa norma, alla chetichella favorirà anche quel
circuito, parallelo alle banche, attraverso il quale con i money transfer non solo gli immigrati inviano denaro alle loro
famiglie, ma sono possibili altresì operazioni di riciclaggio e di
finanziamento illecito, delle quali oggi si registrano ogni anno oltre
60.000 operazioni sospette e di fatto non controllabili.
Però non è di questa presunta “disattenzione” (?!?) del governo Renzi che voglio
parlare.
Vorrei soffermarmi, invece, sull’invito all’autocritica e
su quel “ci voglia una certa faccia”,
con cui uno stizzito Alfano ha replicato alle parole di Sabelli.
Ora, a prescindere dal fatto che Alfano non ha
specificato a quale tipo di “faccia” si riferisca (NdR: faccia tosta ?, faccia
di bronzo ?, faccia da schiaffi ?, faccia di m…. ?) mi fa sghignazzare che sia proprio lui ad
incolpare gli altri di avere “una certa
faccia”.
Da che pulpito viene la predica !
Angelino Alfano, infatti, è uno di quelli che hanno avuta
la faccia tosta di affermare, sostenere
e perfino votare la bufala che voleva Ruby nipote di Mubarak!
Il cattolicissimo Alfano non ha mai detta una sola parola
di ravvedimento per aver preso parte a quell’orgia della vergogna, e per aver
turlupinati gli italiani creduloni.
Eppure, oggi, con quella stessa faccia non solo fa il
ministro degli interni ma, pur avendo immolate le ultime briciole della sua
credibilità ai piedi di Ruby, si permette di bacchettare la magistratura.
È quantomeno paradossale, perciò, che a redarguire gli
altri sia Angelino Alfano che, anche come ministro degli interni, ha dato prova
di avere una straordinaria faccia di piombo (NdR: preferisco il
piombo perché rispetto al bronzo è un metallo molto più duttile e malleabile e,
quindi, più calzante al personaggio ).
Ad esempio, Alfano ha dimostrata una bella faccia di
piombo quando ha sostenuto, davanti al Parlamento, che lui, ministro degli
interni, fosse all’oscuro della espulsione dall’Italia e della estradizione, a
viva forza, in Kazakistan di Alma Shalabayeva e della sua figlioletta di 6
anni, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, nonostante entrambe
fossero in possesso di passaporto diplomatico.
Cioè: lui, ministro degli interni, non si è sentito responsabile
per aver permesso, alla sua catena di comando, di tenerlo all’oscuro di un
fatto tanto grave da imbarazzare e creare discredito al nostro Paese.
Perché non ha mai sentito il dovere di fare un minimo di
autocritica e di discolparsi ?
La verità è che Alfano non ha fatta autocritica neppure
quando la polizia, che fa capo al suo ministero, ha caricato i lavoratori AST
che volevano raggiungere il palazzo dove era in corso un incontro in cui si decideva
il loro futuro.
Nessuna autocritica, manco a dirlo, quando le inchieste
sul Cara di Mineo hanno coinvolto un suo fedelissimo, Giuseppe Castiglione, tuttora
sottosegretario del governo Renzi.
Insomma, con la sua faccia di piombo Angelino Alfano, nonostante
le tante circostanze a dir poco sospette, da Ruby in poi, non ha mai avvertito né
il bisogno di rammaricarsi, né il dovere di fare autocritica, e neppure la decenza
di chiedere scusa agli italiani.
È
mai possibile che Alfano non capisca che non possano essere solo gli altri ad
avere “una certa faccia” ed a dover
fare autocritica?
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