Il refrain che, con voce sempre più stonata
ed astiosa, cantano in coro Matteo Renzi, Giovanni Malagò, Luca Cordero di
Montezemolo e Franco Carraro, con l’accompagnamento di amici ed amici degli
amici, è monocorde: “Le Olimpiadi 2024 rappresenterebbero una opportunità unica
per Roma e per l’Italia”.
Più o meno il ritornello con cui Renzi, non
molto tempo fa, spacciò la bufala che EXPO’ 2015 sarebbe stata una occasione straordinaria per il rilancio
della economia italiana, per la crescita del PIL e della occupazione.
A distanza di un anno sono sempre latitanti
quei portentosi frutti che avrebbe dovuto produrre EXPO’2015, mentre permane la nebbia su quanto
sia costata ai contribuenti italiani l’esposizione universale e su quanto si
siano arricchiti, invece, speculatori ed imprese collegati ad ambienti della
criminalità organizzata.
Ma ritorniamo alle Olimpiadi 2024.
Dopo il secco “No” alle olimpiadi, riaffermato
dai vertici M5S, che di fatto rende non proponibile la candidatura di Roma, un
astioso Matteo Renzi va affermando che i pentastellati si incaponirebbero sul loro
no solo per “rifarsi verginità ”.
Il meschinello, fingendo di non sapere che il
sindaco Raggi aveva anticipato già mesi fa in campagna elettorale la netta
contrarietà alle Olimpiadi, dà prova o di essere in malafede o di non essere
stato messo al corrente dai suoi lacchè dei programmi M5S.
La verità è che i “4 coristi 4” nella loro fregola
olimpica citano solo i successi ottenuti da Roma ’60, ma ignorano che da allora
sono trascorsi 56 anni, che all’epoca c’erano al governo persone integerrime e
responsabili, che l’Italia viveva anni favolosi di sviluppo e crescita
economica (NdR: ricordati
come “miracolo economico”), ma
soprattutto che la politica non era appestata, come oggi, da malaffare e corruzione.
Per contro i “4 coristi 4” si guardano bene
dal citare, ad esempio, il disastroso bilancio di “Italia ‘90”, campionati
mondiali di calcio per i quali Franco Carraro nominò Montezemolo, uno dei 4
coristi, presidente del Comitato organizzativo.
I mondiali di calcio costarono oltre 7.000
miliardi di lire, 6.000 dei quali a carico dello Stato (NdR: cioè di tutti noi contribuenti).
Lo Stato fece fronte a quegli esborsi accendendo
mutui (NdR: autorizzati
con la legge 65 del 1987) le cui ultime rate sono scadute nel 2014,
cioè due anni fa e 24 anni dopo.
Ma “Italia ‘90” costò anche l’85% in più
rispetto a quanto preventivato e produsse “monumenti agli sprechi ed alla
dissipazione del denaro dei contribuenti” che sollecitarono indagini della
magistratura e commissioni di inchiesta parlamentare.
Infervorati, però, dalla loro libidine
olimpica i “4 coristi 4” non ricordano neppure che i Giochi olimpici invernali
di “Torino 2006” richiesero alla collettività il sacrificio di 1 miliardo di
euro non coperto dai ricavi, e che le dispendiose strutture, costate oltre 1,5
miliardi, giacciono da 10 anni inutilizzate ed abbandonate alla incuria, vere
cattedrali in un deserto ad alta quota.
Ma nel loro orgasmo olimpico i “4 coristi 4”
non citano neppure i Mondiali di nuoto 2009, organizzati a Roma da un comitato
al cui vertice c’era Giovanni Malagò, un altro dei “4 coristi 4”.
Quella che era stata vagheggiata come la
Città dello Sport di Tor Vergata, progettata da Santiago Calatrava per essere
sede dei mondiali di nuoto, è a tutt’oggi incompiuta ed abbandonata al
vandalismo nonostante siano stati investiti 250 milioni.
Da 7 anni la fantomatica Città dello Sport si
presenta ai romani come un monumento alla italica capacità di sprecare il
denaro pubblico senza che nessuno ne sia responsabile e ne risponda.
Certo, se nel 2024 a Roma si facessero le
Olimpiadi la stessa cricca di amici sarebbe interessata a rimetterci mano e con
la modica spesa di ulteriori 750 milioni
potrebbe ristrutturare e completare la Città dello Sport.
Questi sono solo alcuni dei vergognosi precedenti,
che imporrebbero a Renzi, ed al suo governo, maggiore cautela e più avvedutezza
prima di spendersi nel promuovere le
Olimpiadi 2024.
Anche perché il nostro Paese è dilaniato da
problemi ben più gravi ed urgenti che non quello di arricchire speculatori,
palazzinari e corrotti con sperperi di cui il Paese può e deve farne a meno.
Forse ai “4 coristi 4” sfugge che l’Italia deve
fare i conti ogni giorno con una economia che langue, con un debito pubblico
che cresce senza freno, con milioni di cittadini sempre più poveri e con tragedie
ricorrenti per la incuria nella gestione del territorio.
Dilapidare miliardi e miliardi di denaro
pubblico per appagare la megalomania di un presidente del consiglio e dei suoi
amici sarebbe irresponsabile.
Come è stato irresponsabile organizzare le
Olimpiadi 2004 ad Atene che i greci pagano ancora oggi con lacrime, sudore e
sangue.
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