Non c’è bisogno di essere geni per capire
che a menare le danze in Europa siano Germania e Francia, vale a dire Angela
Merkel e François Hollande.
Infatti, non solo i burocrati di Bruxelles
pendono dalle loro labbra, a cominciare da Jean Claude Juncker, ma gli stessi
stati membri dell’UE appaiono ben disposti ad allinearsi ai voleri di Germania
e Francia.
La riprova ?
Sono stati Merkel ed Hollande a condurre i
colloqui con Vladimir Putin per trattare la situazione Ucraina, estromettendo
senza alcuna remora dai loro incontri Federica Mogherini, nonostante il suo
ruolo di Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri.
Sono ancora e sempre Merkel ed Hollande ad
incontrare Alexis Tsipras per cercare possibili soluzioni che evitino il
default della Grecia e la sua uscita dall’Unione Europea.
Perciò, fino a quando Merkel ed Hollande
non riterranno meritevole di attenzione anche la emergenza umanitaria della marea
di profughi che sbarca sulle nostre coste, il problema continuerà a gravare
esclusivamente sulle spalle del nostro Paese.
D’altra parte in Europa il nostro Paese da
anni è trattato un po’ come il parente povero, e non solo dalla Germania, ma
addirittura dalla Francia.
Difatti, al contrario di quanto ci hanno
raccontato per anni i vari Berlusconi, Monti, Letta e di quanto oggi favoleggi
Matteo Renzi, l’Italia non ha voce in capitolo nell’ambito europeo, anche
perché ha sempre chinata la testa cedendo a tutte le richieste dell’UE.
Da Bruxelles ci hanno ordinato di mettere
sotto controllo i conti pubblici e di non superare il 3% nel rapporto
“deficit/PIL”, ebbene senza fiatare i nostri governanti come scolaretti hanno
svolto e continuano a svolgere il loro compitino, anche facendo scempio soprattutto
delle classi sociali più deboli, soverchiandole di tasse, cassando i loro
diritti, castrando i servizi sociali.
Pur di soddisfare i diktat europei i
governi italiani sono arrivati ad adottare provvedimenti persino impregnati di
incostituzionalità, come è successo, ad esempio, impedendo l’indicizzazione
delle pensioni e bloccando i salari dei dipendenti pubblici.
Il governo italiano prosegue nel suo atteggiamento
pusillanime ancora oggi, dimostrandosi tremebondo ed incapace di reagire di
fronte alla indifferenza con cui la UE considera
le sollecitazioni italiane per far fronte comune agli irrefrenabili flussi
di emigranti che arrivano nel nostro Paese.
Non è forse inetto un governo che non solo
non ha dati cenni di reazione di fronte al rifiuto del piano per le quote
migranti, proposto da Mogherini, ma che non fiata neppure quando l’UE oggi conferma
di non volersi far carico della emergenza migranti, di fatto scaricando il
problema sull’Italia ?
Ora, aldilà di ogni altra possibile notazione,
poiché l’accoglienza dei profughi tra l’altro grava, anche e non poco, sulle
casse pubbliche italiane, perché mai il nostro governo non si impunta di fronte
a questa presa in giro da parte dell’UE e, per esempio, non notifica ai
burocrati di Bruxelles che, in assenza di una concreta e corposa condivisione
dei flussi migratori da parte degli altri stati membri, l’Italia bloccherà i versamenti
dei contributi all’UE ?
Già, perché pur se trattato da parente
povero il nostro Paese dal 2007 al 2013 ha versati, nelle casse europee,
contributi per 112 miliardi di euro, risultando così il terzo contribuente dopo
Germania e Francia.
In realtà, che ai diktat di Bruxelles si
possa e si debba reagire, perfino ingaggiando un braccio di ferro con i
burocrati europei, lo dimostra da settimane Alexis Tsipras che ha scelto di fare
orecchie da mercante alle loro pretese, dando prova di voler proteggere
innanzitutto i cittadini greci già messi in ginocchio dalle infauste intrusioni
della Troika.
Poiché Tsipras sa bene che l’uscita della
Grecia dall’UE ed il suo possibile avvicinamento a Mosca sarebbero nocivi per gli
stessi interessi europei, non desiste dalla sua opera di resistenza.
Un’opera di resistenza che sembrerebbe
produrre i primi frutti se è vero che la inflessibile Merkel, secondo
indiscrezioni, sarebbe disposta alla fine ad accontentarsi se la Grecia accettasse
anche solo una delle molte pretese teorizzate dall’UE.
Il
nostro presidente del Consiglio, invece, appare così eccitato dall’incontrarsi
con Merkel, Hollande, Juncker, Schulz, Obama, etc. da dimenticarsi dell’Italia e degli italiani e da
essere talmente in estasi per lo stare insieme a loro da avere sempre l’aria gioiosa
e soddisfatta di un bambino appena premiato con un leccalecca gigante.
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