sabato 14 novembre 2015

Un nodo al fazzoletto di Renzi

È probabile che gli stravizi dei bunga bunga abbiano lasciato come strascico una confusione mentale permanente.
È possibile, invece, che la perdita della capacità di collegare tra loro parole, date ed eventi sia niente altro che un disturbo irreversibile provocato dalla senilità.
Fatto sta che, ospite nello stucchevole salotto del servile Bruno Vespa, Berlusconi ha dette cose a dir poco inquietanti.
È ritornato a dissertare, ad esempio, del “patto del Nazareno” rivelando che tra gli accordi ci sarebbe stato l’impegno di Renzi a modificare la Legge Severino per ridargli l’agibilità politica dopo la condanna.
Poiché Renzi, però, “ha mancato di rispetto alla parola data”, secondo Berlusconi il “patto del Nazareno” è stato fatto a pezzi.
Una nuova versione che dovrebbe sorprendere noi comuni mortali ai quali, fino ad oggi, Berlusconi ed i suoi scagnozzi avevano narrato che a rompere il “patto” fosse stata la elezione di Mattarella a Capo dello Stato, decisa da Renzi senza un accordo con Forza Italia.
Boh ! Quale sarà la verità ?
Siamo forse di fronte a verità che ci possono essere svelate solo a spizzichi e bocconi ?
Personalmente non ho mai creduto che il “patto del Nazareno” fosse il semplice accordo per fare insieme le riforme, come volevano darcela a bere i due compari.
Era da allocchi, infatti, credere che due affaristi, marpioni e senza scrupoli, come Berlusconi e Renzi, si fossero incontrati al Nazareno, in quel freddo sabato del gennaio 2014, per parlare solo di riforme.
D’altra parte, nelle settimane successive, sotto gli occhi di tutti Berlusconi si era sfacciatamente adoperato per far sì che Renzi defenestrasse Enrico Letta e scalasse Palazzo Chigi.
E' lapalissiano, infatti, che solo dopo essere diventato premier Renzi avrebbe potuto, magari con un DL ad personam, modificare la Legge Severino per ridare la agibilità politica al suo compare pregiudicato.
Oggi, però, la domanda da porsi è: come mai Berlusconi, dopo aver continuato per mesi con la panzana della elezione di Mattarella, solo ora abbia deciso di svelare questo primo e parziale arcano del Nazareno ?
È probabile che dopo aver visto Renzi attuare uno dopo l’altro gli accordi segreti del Nazareno, dalla eliminazione delle tasse sulla casa allo stop dell’asta per le frequenze TV, dal aumento della soglia nell’uso del contante fino al ripescaggio del ponte sullo stretto, Berlusconi si sia sentito preso in giro e perciò si sia incazzato.
“Ma come, sta facendo tutto ciò che avevamo pattuito al Nazareno tranne l’unica cosa che a me interessava sul serio: la modifica delle Legge Severino ?” si sarà detto fra sé e sé, a voce alta perché sentissero anche gli ultimi tirapiedi che ancora gli sono vicini.
E così, affinché a Renzi giungesse un inquietante ma velato avvertimento, il perfido Berlusconi, fingendo di inciampare in un lapsus, prontamente rilevato da Vespa, ha assestato il suo minaccioso “tu sai che io so”.
Ad un certo punto del suo soliloquio, infatti, Berlusconi riferendosi al futuro del centrodestra ha detto che tutti saranno i benvenuti con i loro contributi ed ha precisato “… la grinta  la porterà Matteo Renzi, la determinazione la porterà Giorgia Meloni ed io porterò la mia esperienza”.
Con questo lapsus, costruito ad arte, ha messo in guardia Renzi, ma ha fornito l’indizio per individuare un altro dei patti segreti.
Il riferimento potrebbe essere all’impegno, assunto al Nazareno in vista delle elezioni politiche del 2018, di dar vita al “Partito della Nazione” nel quale dovrebbero confluire Renzi con i suoi scagnozzi, dopo aver smantellato il PD, insieme ai berlusconiani DOC, e perché no anche agli alfaniani ed ai gregari della Meloni.
Una strategia nata dal bisogno di mettere in campo una forza politica che sia in grado di sconfiggere il M5S e, nel contempo, di relegare ai margini sia la Lega che i movimenti di sinistra.
Prima di uscire allo scoperto, però, Renzi ha bisogno di tempo per sbarazzarsi del PD, ed in attesa Berlusconi non ha voluto perdere l’occasione per fargli un nodo al fazzoletto.

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