Prima dell’ultimo caso smascherato a
Roma nei giorni scorsi, quello del finto cieco 65enne che, da 25 anni,
percepiva due pensioni, una come
invalido da cecità assoluta ed una per l’accompagnamento, altri falsi ciechi
erano già stati scoperti dalle fiamme gialle nelle ultime settimane.
Dalla finta cieca scovata a
Pinerolo ai 5 falsi ciechi denunciati a Pescara.
Si trattava di truffatori così sfrontati
da non volere neppure simulare la loro invalidità.
Si muovevano nel traffico caotico con
disinvoltura, passeggiavano nelle vie del centro per ammirare vetrine e fare
shopping, si rilassavano sulle panchine dei giardini pubblici leggendo il
giornale.
Nientemeno uno di questi impostori,
anch’egli “colpito” da cecità assoluta, è stato scoperto, pochi mesi fa perché
alla guida della sua automobile era solito recarsi il sabato ad un centro
commerciale per fare la spesa.
A truffare l’INPS, e quindi lo Stato,
e quindi tutti noi, non ci sono solo falsi ciechi, ma anche falsi paraplegici, falsi
malati mentali, falsi sordomuti e così via.
Secondo studi di settore, nel 2010 la
spesa per l’assistenza agli invalidi civili ha raggiunto i 17 miliardi di euro
e su 100 controlli effettuati in 23 casi sono state accertate gravi irregolarità.
È stato calcolato che il sistema
truffaldino delle false invalidità costi ogni anno allo Stato circa un miliardo
di euro.
Salve rare eccezioni, l’opinione
pubblica è portata a condannare con severità questi episodi fraudolenti, però poi
pensando alla corruzione dilagante, alla caterva di evasione fiscale, al malcostume
della classe politica, finisce per giustificare e perdonare il falso cieco.
Il problema vero è che, da
tangentopoli in poi, la cultura comune ha smarriti a poco a poco i valori
dell’onestà e della giustizia.
È indiscutibile che coloro che cercano
di farsi credere afflitti da cecità assoluta siano disonesti e truffatori, ma
lo sono altrettanto, se non di più, i medici che hanno certificate le false invalidità
e tutti i componenti delle varie commissioni di controllo che non ne hanno accertata
la fondatezza.
Abbiamo a che fare con un vero e
proprio sistema truffaldino che lo Stato dovrebbe combattere con rigore e,
soprattutto con leggi e pene severe che dissuadano dal delinquere.
Invece, è ridicolo che al 65enne, finto
cieco, lo Stato si accontenti di richiedere la restituzione di 400.000 euro, innanzitutto
perché non riuscirà mai e poi mai ad ottenerla, e poi perché proprio con l’evidenza
che non potrà ottenerla trasmette un messaggio rassicurante a tutti i falsi
invalidi.
Perché, ad esempio, non richiedere la
restituzione “in solido” anche al medico che ha certificata la falsa cecità,
ovviamente senza sottrarlo, per questo,
ad espiare nel frattempo un congruo soggiorno dietro le sbarre ?
Potrebbe essere un valido fattore di
dissuasione per quei medici dal "certificato facile".
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