A pensarci bene dobbiamo riconoscere che la nostra bella Italia è diventata per molti versi un paese scombinato ed indecifrabile nel quale, per consequenzialità, vive un popolo che a sua volta si comporta in modo altrettanto scombinato ed indecifrabile.
La giornata di sabato 25 febbraio 2012 rappresenta la sintesi di questo strano cocktail !
Nel primo pomeriggio il Tribunale di Milano proscioglie per intervenuta prescrizione un signore accusato di corruzione in atti giudiziari ed il popolo tollera in silenzio.
Poche ore dopo, però, a pochi chilometri di distanza un altro signore commette una svista, sicuramente molto meno grave del reato di corruzione, non concedendo un goal ad una squadra, in una partita di calcio, ed ecco che la gente non tollera, si rivolta, stampa e TV tuonano e condannano senza appello il signore che ha commessa la svista.
Sarà uno scherzo del destino ma lo stesso signore che, poche ore prima, era riuscito a sfangarsela da una condanna per corruzione è anche il proprietario della squadra di calcio alle quale non è stato concesso il goal !
Due organi giudicanti, il giudice del Tribunale e l’arbitro di calcio senza rendersene conto hanno fatto sì che quel signore, nel giro di poche ore, transitasse dalla esultanza, per essere scampato alla condanna per corruzione, alla disperazione per il torto del goal non convalidato.
Aldilà di ogni altra considerazione, però, ciò che lascia l’amaro in bocca è il dover prendere atto che in questo Paese, afflitto da serie preoccupazione sul futuro e da difficoltà economiche e sociali angoscianti, l’opinione pubblica ed i media che la condizionano si indignano non perché il corruttore sia riuscito a sfuggire ad una giusta condanna, ma perché in una partita di calcio sia avvenuta una banale svista.
Purtroppo, anche casi come questo rappresentano la sgradevole riprova che negli ultimi decenni si è andata diffondendo nel nostro quotidiano una cultura priva di valori autentici, superficiale, egoista, arrogante, litigiosa, affascinata dalla banalità, incline alla illegalità in ogni campo, facilmente abbindolabile da ogni affabulatore che si presenti sulla scena.
Una eredità di certo non edificante che si rischia di lasciare alle future generazioni.
La giornata di sabato 25 febbraio 2012 rappresenta la sintesi di questo strano cocktail !
Nel primo pomeriggio il Tribunale di Milano proscioglie per intervenuta prescrizione un signore accusato di corruzione in atti giudiziari ed il popolo tollera in silenzio.
Poche ore dopo, però, a pochi chilometri di distanza un altro signore commette una svista, sicuramente molto meno grave del reato di corruzione, non concedendo un goal ad una squadra, in una partita di calcio, ed ecco che la gente non tollera, si rivolta, stampa e TV tuonano e condannano senza appello il signore che ha commessa la svista.
Sarà uno scherzo del destino ma lo stesso signore che, poche ore prima, era riuscito a sfangarsela da una condanna per corruzione è anche il proprietario della squadra di calcio alle quale non è stato concesso il goal !
Due organi giudicanti, il giudice del Tribunale e l’arbitro di calcio senza rendersene conto hanno fatto sì che quel signore, nel giro di poche ore, transitasse dalla esultanza, per essere scampato alla condanna per corruzione, alla disperazione per il torto del goal non convalidato.
Aldilà di ogni altra considerazione, però, ciò che lascia l’amaro in bocca è il dover prendere atto che in questo Paese, afflitto da serie preoccupazione sul futuro e da difficoltà economiche e sociali angoscianti, l’opinione pubblica ed i media che la condizionano si indignano non perché il corruttore sia riuscito a sfuggire ad una giusta condanna, ma perché in una partita di calcio sia avvenuta una banale svista.
Purtroppo, anche casi come questo rappresentano la sgradevole riprova che negli ultimi decenni si è andata diffondendo nel nostro quotidiano una cultura priva di valori autentici, superficiale, egoista, arrogante, litigiosa, affascinata dalla banalità, incline alla illegalità in ogni campo, facilmente abbindolabile da ogni affabulatore che si presenti sulla scena.
Una eredità di certo non edificante che si rischia di lasciare alle future generazioni.
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