Dopo che
il governo ha approvato il disegno di legge anticorruzione, che sarà licenziato
dal Parlamento con i consueti tempi biblici, la Associazione Nazionale
Magistrati ha manifestata la propria delusione chiedendo al presidente del
consiglio: “meno stupore e più
determinazione”.
Una
delusione provocata sia dai contenuti del DdL che, tra l’altro, hanno esclusa
la possibilità di “premiare” chi collaborasse a far emergere il marciume della
corruzione, sia dall’aver adottata la forma del disegno di legge e non di un
decreto legge che sarebbe entrato subito in vigore.
Alla
delusione manifestata dalla ANM, Matteo Renzi non ha trovato di meglio che
rispondere con una delle sue solite banalità “le leggi le fa il Parlamento ed i Magistrati parlino con processi e
sentenze”.
Ora, affermare
che siano il governo ed il Parlamento a legiferare mi sembra ovvio e scontato.
Così
come è ovvio e scontato asserire che compito dei Magistrati sia quello di fare
i processi e di emettere le sentenze.
C’è
però un piccolo dettaglio che le banali parole di Renzi volutamente
ignorano.
I
processi si istruiscono e si conducono nel rispetto delle leggi emanate dal
governo e dal Parlamento, per cui se le leggi sono preordinate per favorire i
malfattori fatalmente finiscono per vanificare e mortificare l’operato dei
Magistrati.
Mi
sembra sia il caso, appunto, del disegno di legge elaborato da Renzi e dal suo
governo.
Mi sorprende,
innanzitutto, che in un Paese, sfregiato ogni giorno da reati di corruzione, il
governo Renzi non abbia ritenuto suo dovere insorgere prima, ad esempio dopo gli
scandali MOSE ed EXPO, ma si sia mosso solo dopo il fragore provocato dallo
scandalo “mafia Capitale”.
Mi
domando: ma il governo considerava la corruzione, fino ad ieri, alla stregua di
un peccato veniale, oppure la sua azione era cloroformizzata dalla lobby della
corruttela ?
Una
lobby, quella della corruttela, che forse è stata in grado di incidere anche sul
disegno di legge anticorruzione, ad esempio facendo in modo che le norme
fossero emanate con un disegno di legge, così da poterle fare attenuare ancora di
più, in aula, dai parlamentari lobbisti.
Ma Renzi
mente, sapendo di mentire, quando continua a ripetere come un mantra: “il punto centrale è che chi viene
condannato deve pagare tutto, fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo”.
Infatti,
Renzi sa molto bene che un malfattore, corruttore o corrotto che sia, solo dopo
il terzo grado di giudizio potrebbe essere costretto a pagare il fio per il suo
misfatto, sempre che non intervengano prima i termini di prescrizione ad estinguere
il reato.
Proprio
ai tempi di prescrizione del reato credo si riferisse l’ANM quando ha chiesto
al governo “più determinazione”.
Infatti,
i tenui ritocchi ai tempi di prescrizione, apportati dal governo, mentre
preoccupano i Magistrati, fanno sorridere gli avvocati difensori che, da navigati
volponi, conoscono mille trucchi per allungare la durata dei processi al fine
di ottenere la prescrizione del reato.
Ora,
se Renzi ed il suo governo, per non inimicarsi la lobby della corruttela, non
se la sono sentita di eliminare del tutto la prescrizione per i reati commessi ai
danni del pubblico denaro, avrebbero potuto almeno prevedere che la
prescrizione si bloccasse con il rinvio a giudizio dell’imputato.
In
questo caso si sarebbe anche velocizzato l’iter processuale per il venir meno
dell’interesse, da parte degli avvocati della difesa, di tirare per le lunghe confidando
nella prescrizione.
Ecco perché ritengo banale e sciocco che Renzi
chieda ai magistrati di parlare solo “con
processi e sentenze”, quando proprio
i processi e le sentenze sono condizionati dalle leggi del suo governo e dai voti del Parlamento.
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