Risvegliato
dal boato di “mafia capitale”, Matteo Renzi è sembrato accorgersi finalmente del
marciume che devasta le istituzioni.
Con il
piglio da superman, castigatore di quegli scandali che fanno inviperire ogni
giorno i milioni di onesti cittadini che ancora vivono in questo Paese, Renzi
si era impegnato ad intervenire senza indugio con interventi rigorosi e risolutivi.
Mi ero
detto: vuoi vedere che questa volta corrotti e corruttori finiranno davvero in
galera ?
Una
illusione durata giusto il tempo dedicato da Renzi al suo ennesimo viaggio di
autopromozione, questa volta su e giù per la Turchia.
Infatti,
ritornato a Roma e riunito il consiglio dei ministri … ci è toccato un nuovo sconforto,
anche se, con modi da imbonitore Renzi tenta di farci credere che le decisioni del
suo governo saranno decisive per contrastare la corruzione.
In
realtà, assistiamo alla consueta abilità del presidente del Consiglio nel
gettare fumo negli occhi dei cittadini.
Ad
esempio, è vero che la pena minima è stata aumentata da 4 a 6 anni e quella
massima da 8 a 10 anni, ma il governo non ha avuto il coraggio di escludere che
l’imputato di corruzione possa ricorrere all’oscenità giuridica del
patteggiamento sulla pena.
La
buffonata è che il patteggiamento sarà ammesso quando l’imputato si dimostri così
di buon cuore da restituire il maltolto.
Ma che
cavolo di idea della giustizia frulla nella testa di Renzi e dei suoi ministri
?
Insomma,
qualunque farabutto che sgraffignerà denaro pubblico potrà sempre contare,
semmai lo beccassero, sulla possibilità di patteggiare la riduzione della pena
in cambio della restituzione del malloppo.
Le
cronache recenti raccontano che di questo escamotage
se ne è avvalso, ad esempio, il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan che,
accusato di corruzione nell’inchiesta MOSE, ha potuto patteggiare una pena a 2 anni e 10 mesi di
reclusione in cambio della restituzione del malloppo di 2,6 milioni di euro.
Questa farsa si è conclusa con la conversione della reclusione in arresti
domiciliari nella lussuosa dimora di Cinto Euganeo e con il fatto che Galan,
pur pregiudicato, continuerà ad essere presidente della Commissione Cultura della
Camera.
Non
solo, Renzi enfatizza anche di aver allungati i tempi di prescrizione, sorvolando
sul fatto che comunque la difesa dell’imputato, prima che la sentenza diventi
definitiva dopo i tre gradi di giudizio, potrà ricorrere sempre ad ogni espediente,
vizio procedurale, dubbio interpretativo, per dilatare i tempi processuali fino
a far scattare la prescrizione.
Perché
Renzi ed il suo governo non hanno dato un segnale di fermezza decidendo che la prescrizione
non si applichi a tutti i reati commessi a danno dello Stato, cioè della
collettività ?
E
perché, di fronte alla inarrestabile cancrena della corruzione, che
necessiterebbe interventi di urgenza, il governo ha affidato al Parlamento la
approvazione del DdL anticorruzione e non ha adottato un Decreto Legge che
avrebbe effetto immediato ?
Insomma,
Renzi ci vorrebbe far credere che un tumore maligno come la corruzione si possa
combattere con una aspirina.
Per questo
non ci dobbiamo sorprendere se la Associazione Nazionale Magistrati si è detta
delusa dalla pochezza di questi provvedimenti del governo ed, in particolare,
dalla mancanza di una norma che favorisca il pentitismo di corrotti e
corruttori.
Così
come non ci dobbiamo sorprendere se, invece, Forza Italia inveisca contro il
prolungamento dei termini di prescrizione, che erano stati ridotti a quisquilie
dai governi Berlusconi pur di tirare fuori il boss di Arcore da molti dei suoi
guai giudiziari.
Come
non ricordare, ad esempio, che proprio i termini di prescrizione falciati da
Forza Italia hanno consentito a Berlusconi di svicolarsela dalle accuse di
corruzione (processi: “Lodo Mondadori” e “Corruzione
avvocato Mills”), di falso in bilancio ed appropriazione indebita (processi: “Consolidato Fininvest”, “Lentini”,
“Bilanci Fininvest 1988-1992”), di finanziamento illecito ai partiti (processo “All Iberian 1”), di rivelazione
di segreto d’ufficio (processo “Unipol”)
?
Vuoi vedere che anche su questo scipito brodino
delle norme anticorruzione aleggia il fantasma della “tresca del Nazareno” ?
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