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redo
che non ci possano essere dubbi sul fatto che il braccio di ferro
sull’Italicum, all’interno del PD, manifesti più un dissenso sulla politica del
governo Renzi che non una battaglia sulla introduzione delle preferenze.
Anche
perché da sempre i cosiddetti “capilista”
sono stati decisi dalle segreterie dei partiti, cioè dai capobastoni che, di
fatto, decidevano a chi garantire le migliori chance di eleggibilità.
La
creazione dei 100 collegi uninominali, quindi, è un falso problema.
Resta
il fatto, però, che tra le poche luci e le molte ombre dell’Italicum è presente
una insidia che mi sembra sottovalutata.
Mi
riferisco alla trappola del “doppio
turno”.
Giorni
fa mi è capitato di ascoltare un sondaggista, cioè un presumibile addetto ai
lavori, affermare che il ballottaggio, previsto dall’Italicum, avrebbe comunque
il pregio di assegnare il premio di maggioranza al partito che ottenesse il 50
per cento più 1 dei voti.
Già !
Ma di quali voti ?
Quale
sarebbe la reale rappresentatività dell’elettorato da parte di quel
partito ?
Ora,
che al primo turno il premio di maggioranza sia assegnato al partito che abbia
superato il 40%, non mi sembra un fatto scandaloso.
Anche
se non va dimenticato che con un astensionismo ormai costante del 30/35%, il
partito che vincesse le elezioni con il 40% dei voti, di fatto avrebbe riscosso
il consenso di non più del 28/30% del corpo elettorale, cioè degli italiani
aventi diritto di voto.
Pur
rappresentando, perciò, meno di un italiano su tre, grazie al premio di
maggioranza quel partito eserciterebbe un potere assoluto sul Paese, decidendo
a suo piacimento tutto: politiche economiche, leggi, istituzioni, poltrone,
etc..
L’insieme
delle opposizioni, infatti, con 290 seggi su 630 sarebbe confinato in una
condizione di impotenza.
Nel
caso, invece, nessun partito al primo turno ottenesse il 40% dei voti espressi,
i primi due partiti andrebbero al ballottaggio per contendersi il premio di
maggioranza.
Ed è
questa la vera insidia nascosta nell’Italicum.
Infatti
si correrebbe il rischio reale di affidare un potere pressoché dispotico nelle
mani di un partito non votato dalla maggioranza degli italiani.
Per
verificare l’azzardo di questa trappola, possiamo tentare una simulazione con i
sondaggi di queste ultime settimane.
Se
oggi si andasse alle urne i sondaggisti prevedono che nessun partito, al primo
turno, arriverebbe alla fatidica soglia del 40%, per cui sarebbe inevitabile
andare al ballottaggio.
I
sondaggi, con un astensionismo del 40/41% segnalano che al secondo turno
andrebbero: PD con il 35% (NdR: rappresentatività del corpo
elettorale pari al 21%) e M5S con il 21% (NdR:
rappresentatività del corpo elettorale pari al 13%).
Anche
se al secondo turno uno dei due partiti otterrà immancabilmente almeno il 50
per cento più 1 dei voti espressi, è altrettanto vero che chiunque risultasse
vincitore comunque disporrebbe di un potere assoluto, pur se votato da soli 2
dei 10 italiani elettori.
L’obiezione
più ricorrente a questi numeri è: colui che non vota rinuncia ad esercitare un
suo diritto, per cui chi è causa del suo
mal pianga se stesso.
Vero !
E’ innegabile, però, che al netto dell’astensionismo fisiologico causato dalla
impossibilità oggettiva di recarsi alle urne, c’è un crescente rifiuto a votare
che manifesta diffusa insofferenza e fastidio verso un sistema politico che dà
prova di indifferenza ai problemi della collettività, oltre a dimostrarsi inaffidabile
e maneggione.
Ora,
in un contesto sempre più maldisposto verso partiti e classe politica,
attribuire un potere illimitato anche al doppio turno vorrebbe dire profanare i
principi più elementari della democrazia.
Sacrificare
la democrazia sull’altare della governabilità maleodora di preludio al totalitarismo.
D’altra
parte, se gli elettori non danno il loro voto ad un partito per consentirgli di
superare, al primo turno, la soglia del 40%, attribuire il premio di
maggioranza con il ballottaggio rappresenterebbe un vero affronto alla volontà
popolare.
È pur vero che non esista una legge elettorale
perfetta ma, perbacco, l’Italicum è veramente più incostituzionale e detestabile del Porcellum.
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