Tra qualche settimana l’organizzazione non
governativa RSF (NdR: Reporters sans Frontieres ha ricevuto nel 2005 dal
Parlamento Europeo il premio Sakharov “per la libertà di pensiero”) pubblicherà l’annuale classifica con la
quale viene valutata la libertà di stampa in 180 Paesi.
Nella classifica resa pubblica nell’aprile
2016 l’Italia figurava in terza fascia al 77° posto, preceduta perfino da Armenia,
Nicaragua, Moldova, Burkina Faso e Botswana.
Non solo ma rispetto al 2015 il nostro
Paese arretrava di ben quattro posizioni.
Nelle prime 10 posizioni figuravano, nell’ordine,
Finlandia, Olanda, Norvegia, Danimarca, Nuova Zelanda, Costarica, Svizzera,
Svezia, Irlanda e Giamaica.
Seguendo da molti anni i media nazionali mi
sono fatto l’idea che, nel nostro Paese, il degrado progressivo della informazione
sia provocato dal travaso di addetti ai lavori dalla categoria “giornalisti
liberi” a quella di “giornalisti in cerca di padrone” con l’aspirazione a
finire in “giornalisti con padrone” con modi di agire conseguenti.
Quindi non c’è da stupirsi se, giorni fa, qualcuno
ha osato dire che l’informazione italiana “fa schifo” provocando la veemente reazione
di molti addetti ai lavori.
Tra costoro c’era anche il giornalista del
servizio pubblico RAI, Maurizio Mannoni, che su RAI 3 conduce, dal lunedì al
venerdì, il programma di informazione “Linea Notte”.
Orbene, il sig. Mannoni da molte settimane ha
scelta come sua priorità quella di dedicare il 40/50% della trasmissione a
commentare criticamente le traversie della giunta capitolina del M5S,
trascurando così di informare i telespettatori su accadimenti di certo non meno
significativi ed importanti.
Prendiamo, ad esempio, “Linea Notte” che è andata
in onda ieri sera 8 febbraio 2016.
Come da copione i primi 20/25 minuti della
trasmissione sono stati riservati al coinvolgimento degli ospiti in studio nel commentare
le quotidiane vicissitudini del sindaco Virginia Raggi e dei suoi assessori.
Peccato che il sig. Mannoni abbia omesso di
informare i telespettatori su altri fatti del giorno.
Ad esempio non ha fatto alcun cenno che,
nella stessa giornata di ieri:
1. il Presidente del Senato avesse dichiarato
inammissibile nel decreto “Salva-banche” il finanziamento pubblico di 97
milioni, voluto dal ministro renziano Luca Lotti, a favore della Ryder Cup di
Golf che dovrebbe svolgersi a Roma nel 2022.
2. L’ex amministratore delegato ENI, Claudio
Descalzi, sia stato rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione
internazionale per aver versato maxi tangenti al governo nigeriano in cambio
dello sfruttamento di un giacimento petrolifero.
3. La Procura di Napoli abbia ascoltata, come
persona informata, la on. Valeria Valente del Partito Democratico per lo scandalo
Listopoli, relativo a quei “candidati a loro insaputa”, 9 finora accertati, inseriti
nelle liste PD per le comunali 2016.
4. Il Tribunale di Milano abbia condannato a
13 anni e mezzo di reclusione l’ex assessore regionale Domenico Zambetti, di
Forza Italia, con l’accusa di aver comprato 4.000 voti dalla ‘ndrangheta in
occasione delle regionali 2010.
5. Proseguendo le indagini CONSIP per
corruzione, le Fiamme Gialle abbiano trovato in una discarica il diario autografo
delle tangenti pagate.
Il sig. Maurizio Mannoni ha ritenuto che i telespettatori
di “Linea Notte” non dovessero essere informati di queste notizie.
Ora, se il sig. Mannoni fosse un conduttore
della TV Pinocchietto, il suo comportamento potrebbe apparire meno grave.
Purtroppo, però, il sig. Maurizio Mannoni è
lautamente retribuito dalla RAI per assicurare ai telespettatori una
informazione completa, con correttezza e professionalità, come esigerebbe un
servizio pubblico.
Non
c’è quindi da sorprendersi se in base a linee editoriali di questo tipo la
classifica REF releghi al 77° posto il sistema informativo del nostro Paese.
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