Che ne è stato di quello spaccamontagne strafottente che, compiacendosi di aver pugnalato Enrico Letta, chiese alle Camere il voto di
fiducia per il suo governo in quel 25 febbraio 2014 ?
Che fine hanno fatto i combattivi propositi
di stravolgere le politiche europee, di respingere le pretese di austerity dell’UE, di riformare il Paese
con il coinvolgimento di tutte le forze parlamentari, di perseguire
l’equità sociale, di aggredire la disoccupazione, di contenere il debito
pubblico, di ridurre la pressione fiscale, di mettere in sicurezza gli edifici
scolastici, e via discorrendo ?
Dopo quindici mesi da quel febbraio 2014, pur
con le insufficienze del mio punto di vista, mi piacerebbe tentare un primo
sommario bilancio per verificare quali e quante delle aspettative, generate
dalle sue chiacchiere, hanno avuto un riscontro concreto.
Iniziamo
dai successi europei
Nelle sue innumerabili comparsate il Don
Chisciotte da Rignano sull’Arno si era ripromesso di diventare il protagonista
del cambiamento in Europa.
Il suo proposito, ad esempio, era di
partire lancia in resta per spezzare le catene che i “ragionieri di Bruxelles” impongono ai conti pubblici.
A ben osservare, oggi non solo le catene
sono ancora ben robuste ma il nostro Paese le subisce con vergognosa sudditanza
e si genuflette alle minacce di controlli più rigorosi e procedure di
infrazione dei “ragionieri di Bruxelles”
ogni volta che si profila uno scarrocciamento dalla rotta imposta.
La umiliante sceneggiata si è ripetuta anche
nei giorni scorsi, quando il Sancio Pancia del ministero economico, Pier Carlo
Padoan, si è dovuto precipitare a giurare solennemente che, per non
disattendere i vincoli imposti dall’UE, il governo italiano non avrebbe adempiuto
alla sentenza della Consulta sulla indicizzazione delle pensioni.
Sempre a proposito di protagonismo
dell’Italia in Europa il maldestro Don Chisciotte nostrano aveva immaginato un
ruolo internazionale di primaria rilevanza per il nostro Paese con la nomina di
Federica Mogherini ad Alto Rappresentante UE per gli affari esteri.
Altro fiasco gigantesco !
Mogherini, infatti, è stata regolarmente chiusa
fuori dalla porta tutte le volte che Merkel e Hollande si sono incontrati con
Putin per discutere del “Affaire Ucraina”.
Come se non bastasse è di questi giorni un
nuovo smacco subito dall’Italia questa volta sul fronte del dramma umanitario delle
centinaia di migliaia di profughi che sbarcano sulle nostre coste.
Le richieste formulate dalla Mogherini, per
condividere la gestione dei flussi di profughi, sono state respinte in toto dall’UE
e beffate dalla decisione di accollarsi, in 2 anni, la ridicola quota di 24000
profughi, cioè 1000 al mese a condizione però che siano solo eritrei e siriani.
Non solo perché l’UE minaccia di interrompere anche
questa presa in giro nel caso l’Italia non rispettasse i controlli e le
modalità di accoglimento dettate dall’UE.
Insomma, il Don Chisciotte nostrano non sta
ottenendo, in Europa, miglior credito di quello che conseguì Berlusconi e che Merkel
e Sarkozy sintetizzarono con il famoso e sardonico risolino durante la
conferenza stampa del 23 ottobre 2011.
… e
proseguiamo con le novità italiane
Scortato dal codazzo di molti Sancio Pancia
e donzelle di bell’aspetto, il temibile Don Chisciotte ha brandita la sua
lancia su due palcoscenici, il Nazareno e Palazzo Chigi.
Al Nazareno, incarnando il ruolo di
segretario è riuscito a mandare in fibrillazione il PD, aprendo una contesa i
cui esiti restano tuttora incerti per la pusillanimità dimostrata da molti villici.
Delle sue performance a Palazzo Chigi,
invece, parlano i numeri.
In 13 mesi il debito pubblico è aumentato
di 95 miliardi raggiungendo la cifra record di 2184,5 miliardi, ciò nonostante
i sostanziosi benefici ottenuti grazie al rilevante calo dei tassi
di interessi sulla emissione dei titoli di Stato.
Il debito pubblico continua ad aumentare
perché nulla si fa per affrontare seriamente ed in modo organico un vero processo
di spending review.
Anzi, appena insediatosi a Palazzo Chigi,
Don Chisciotte ha ritenuto opportuno esonerare Carlo Cottarelli nominato, dal
governo Letta, Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica.
Eppure l’attività svolta da Cottarelli aveva
fatto emergere sprechi ed inefficienze la cui eliminazione avrebbe ridotta di molti
miliardi la spesa pubblica.
Già, ma la spending review non è argomento di richiamo e successo per le comparsate
televisive, né può servire per vendere fumo con raffiche di tweet.
Per questo Don Chisciotte ha preferito dedicarsi
a sparare balle come, ad esempio, la pagliacciata delle auto blu, un centinaio prossime alla rottamazione, messe in vendita su ebay.
Don Chisciotte preferisce fare l’imbonitore
ed usare argomenti che facciano presa sulla dabbenaggine dei grulli.
A smentire, però, le mille fanfaronate ci
pensa l’ISTAT che racconta, invece, una realtà molto amara.
L’ISTAT parla di oltre 6 milioni di
cittadini in stato di povertà assoluta e di oltre 10 milioni in condizioni di
povertà relativa, certifica un tasso di disoccupazione giovanile che a marzo
2015 ha raggiunto il nuovo record del 43,1%, testimonia il crescente
angosciante aumento dei fallimenti aziendali, dimostra che la pressione fiscale
ha superato il 43,5% nel primo trimestre 2015.
Eppure, per dirindindina, in questi 15 mesi
Don Chisciotte avrà pure fatto qualcosa per contrastare una così angosciosa crisi
sociale !
Come no ? Ha tenute in ostaggio le Camere per
settimane e mesi solo per far approvare la nuova legge elettorale, l’Italicum una vera manna per sfamare i
bisognosi, e ha date in pasto ai media panzane che si sono tradotte in titoloni
a tutta pagina.
Titoloni per frastornare e far credere ai
grulli i miracolosi effetti del Job Act e della riforma della Pubblica
Amministrazione, o la solerzia moralizzatrice delle norme antimafia e di
contrasto alla corruzione, oppure la volontà di ridurre i costi della politica
ed il numero di parlamentari, od ancora la soppressione delle Province, od
anche i prodigiosi risultati ottenuti con la mancia elettorale degli 80 euro, e
via discorrendo.
In realtà, mai come in questi mesi le
piazze si sono riempite di gente incazzata, strangolata dalle tasse, stremata
dalla crisi, stanca di essere presa in giro dall'aria fritta di cambiamenti immaginari.
Ecco
perché, a pensarci bene il Don Chisciotte raccontato da Cervantes almeno
ispirava simpatia, mentre questo giunto a Roma da Rignano sull’Arno……