“Venghino
signori, venghino … al festival dell’imbroglio … venghino avanti senza paura … c’è
una mancetta elettorale anche per voi … non 10 … non 100 … e neppure 200 … ma ben
500 euro per dimenticare le truffe di quattro anni”.
Immagino che goduria per qualsiasi imbonitore potersi presentare sulla pubblica piazza ed annunciare a quattro milioni di
pensionati che dal cilindro è spuntata una mancetta perché stiano zitti e
buoni.
Ebbene, Matteo Renzi, sostituendo la piazza
con un programma di RAI Uno, “L’Arena”, di certo più servile e per nulla rischioso,
ha annunciato al popolo italico che il 1° agosto LUI regalerà una mancetta di “più o meno 500 euro” a quattro milioni
di pensionati.
Così, dopo gli 80 euro mensili, elargiti a
10 milioni di lavoratori alla vigilia delle elezioni europee, ecco che, quindici
giorni prima delle elezioni regionali Renzi, con la stessa pelosa prodigalità, concede
il bis distribuendo una mancetta elettorale a qualche milione di pensionati.
Con la stessa abilità di quei furfanti che
nelle piazzole degli autogrill imbrogliano gli sprovveduti con il gioco delle
tre carte, Matteo Renzi sfrutta la sentenza della Consulta per farne uno spot
elettorale.
Una mossa malaccorta e truffaldina che, non
rispettando il dispositivo della Corte Costituzionale, di fatto non fa che rinviare
nel tempo la soluzione del problema perché è ragionevole prevedere che milioni di
pensionati si appelleranno alla Consulta per far valere i loro diritti che il governo
Renzi irride con tracotanza.
La verità è che ancora una volta Renzi
dimostra tutti i suoi limiti, dalla incapacità ad affrontare i problemi reali
del Paese alla ignoranza nel valutare e gestire i conti dello Stato, dalla inettitudine
nel combattere gli sprechi che pesano miliardi sulle casse statali al
dilettantismo con cui affronta le riforme, fino alla strafottenza nei riguardi
della Consulta.
A confermarlo ci sono numeri e non
chiacchiere.
In questi primi 15 mesi di vita il Governo
Renzi è riuscito a collezionare record da far accapponare la pelle.
Il debito pubblico (fonte
Banca d’Italia), è cresciuto
da 2107 miliardi di euro del febbraio 2014 (NdR: insediamento del
Governo Renzi) a 2184
miliardi di euro del marzo 2015, e ciò nonostante i benefici ottenuti dalla riduzione
sostanziosa dei tassi di interesse sulla emissione dei titoli di Stato.
L’occupazione, soprattutto quella
giovanile, nonostante il gran cianciare di Renzi e dei suoi ministri, non dà
segni di rianimazione, confermando l’inefficacia delle tanto enfatizzate misure
adottate dal governo.
Dal febbraio 2014 ad oggi la pressione fiscale
rimane stabilmente sul 43,5%, segno che gli interventi di riduzione, seppure
irrilevanti, sono stati prontamente controbilanciati dall’aumento delle imposte locali.
Quindi,
una gestione pubblica disastrosa che però è stata sepolta ed oscurata dal
susseguirsi di show televisivi, e non, con i quali Renzi si è prodigato per
turlupinare gli italiani propagando ciarlatanate come sono appunto le regalie
elettorali.
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