Per la miseria, non era riuscito, negli anni ’30 e ’40, al
Cancelliere Adolf Hitler, e stai a vedere che dopo settanta anni riesce alla
Cancelliera Angela Merkel che, anche se non può contare sulle Panzer Division, tuttavia
ha dalla sua la devastante arma di uno squalo spietato, Wolfgang Schäuble.
Mi riferisco al fatto che, più o meno inconsciamente,
gli Stati europei si stiano sottomettendo sempre più alla sovranità politica, e non, della Germania
Sono anni ormai che, come cittadini europei, subiamo
senza fiatare che nello stadio che dovrebbe essere anche nostro, quello della Unione
Europea, sia la Germania a dettare le regole del gioco, a stabilire chi può
giocare e chi no, ad indossare la divisa dell’arbitro, ma anche a scendere in campo con la pretesa di vincere sempre.
Solo la Francia sembra ribellarsi a questo andazzo, dando prova di non accettare il primato della
Germania, anzi facendo il possibile per contenderglielo.
Sintomatico è ciò che è accaduto negli ultimi giorni, ed
ancor più in queste ultime ore, in relazione alla complessa e delicata
situazione greca.
Domenica scorsa, mentre ad Atene era in corso lo spoglio
dei voti referendari e già si prospettava il successo dei “NO”, Hollande e
Merkel decisero di incontrarsi il giorno dopo, loro due, per valutare il da
farsi.
Domanda: forse che i contraccolpi della possibile uscita
della Grecia dall’area euro e dalla UE colpirebbero solo gli interessi
teutonici e francesi ?
Assolutamente no, ma ad Hollande ed alla Merkel gli
interessi degli altri paesi comunitari non fanno né caldo né freddo, tanto è
vero che il giorno dopo hanno convocato Tsipras per discutere delle conseguenze
che avrebbe prodotto il referendum.
I capi di stato e di governo degli altri 16 Stati della
Eurozona sono stati, di fatto, esclusi da questi incontri anche se con qualcuno
ci sarebbero stati contatti telefonici.
Ad onor del vero i capi di stato e di governo sono stati
messi in preallarme ed a disposizione del Presidente del Consiglio europeo,
Donald Tusk, che seguendo le istruzioni della Merkel e di Hollande li avrebbe
convocati a Bruxelles, salvo poi disdire o rinviare gli incontri.
Insomma, una situazione da teatro dell’assurdo che ha
anche prodotti momenti allucinanti e grotteschi.
Ad esempio, per darsi delle arie e dare ad intendere ai
mezzi di informazione che lui seguiva in presa diretta, con Merkel ed Hollande,
le trattative con la Grecia, Matteo Renzi venerdì dichiarava: “Al punto in cui siamo sono convinto che all’accordo
si potrà arrivare nella stessa giornata di domani”.
Visto come sono andate effettivamente le cose almeno
questa fandonia se la poteva risparmiare.
Già, perché dopo che ministri e tecnocrati si sono
accapigliati per ore e giorni sulla possibile via di uscita, i sovrani dell’UE,
Merkel e Schäuble, affinché nessuno possa dubitare che “l’Europa sono loro”, hanno deciso alla
fine di dettare loro a Tsipras le vere condizioni per proseguire i negoziati.
Condizioni che, per buona creanza, mi limiterò a definire
surreali.
Infatti, per proseguire i negoziati il Parlamento greco
dovrebbe approvare in tre giorni, cioè entro mercoledì 15 luglio,
nientepopodimeno che la riforma dell’IVA, quella delle pensioni, il nuovo
codice di procedura civile, la creazione di un istituto per il controllo dei conti
pubblici e dei bilanci, oltre ad accettare formalmente e senza riserve la
presenza della Troika ad Atene.
Credo che solo per pura dimenticanza in questo editto
imperiale non siano state previste le punizioni corporali nelle quali
incorrerebbero Tsipras ed i suoi ministri qualora non ottemperassero agli ordini
ricevuti.
È evidente che il vero obiettivo di condizioni così
assurde ed umilianti per il popolo greco sia quello di costringere il ribelle
Tsipras a rassegnare le dimissioni per consentire alla Merkel di insediare in
Grecia un premier di suo gradimento (NdR: Italia docet !).
Per le leggi dell’impero teutonico, infatti, Tsipras deve
espiare l’affronto fatto alla imperatrice, non solo osando contrariarla, ma
addirittura mettendola di fronte ai risultati per lei indigesti di un
referendum.
Se
fino a questa mattina ero un europeista convinto, da questo momento con altrettanta convinzione
affermo il mio categorico rifiuto a diventare suddito dell’impero tedesco, e
confido che presto tutti i cittadini europei alzino finalmente la testa e facciano
pressione sui loro rispettivi governanti perché si ribellino a questa arrogante
ed inaccettabile sovranità politica, e
non, di Merkel & Co.
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