Non so quale potrà essere il verdetto che
uscirà domenica sera dalle urne del referendum voluto da Tsipras.
Checché ne pensino e dicano i soliti codini
sparsi qua e là per il pianeta, dare al popolo greco l’opportunità di
esprimersi e scegliere il proprio futuro, data l’importanza della posta in palio,
non mi sembra possa essere vista come la fuga di Tsipras dalle sue responsabilità,
né mi sorprende che un atto così vibrante di democrazia si realizzi proprio nel
paese, guarda caso, in cui la democrazia è nata.
Mi sorprende, invece, la sfrontata ingerenza
con la quale molti capi di stato e di governo europei si affannino nel pretendere
di influenzare i cittadini greci.
Da quando esiste l’Unione Europea è la
prima volta che leader politici di paesi membri si intromettono, così spudoratamente,
nel tentativo di condizionare le scelte politiche dei cittadini di un altro paese dell’UE.
Lo sta facendo François Hollande, lo sta
facendo Angela Merkel, ma quel che è ancora più grave, a mio avviso, lo fa persino
Jean Claude Junker che, come Presidente della Commissione europea, dovrebbe dare
prova di equilibrio stando al di sopra delle parti.
È un po’ come se, in occasione di elezioni
politiche in un paese dell’UE, questi signori appoggiassero apertamente questo
o quel partito o movimento politico.
Ho l’impressione, pur tuttavia, che questa
invasione di campo non dia scandalo e non indigni nessuno.
D’altra parte penso non ci siano dubbi sul
fatto che, in Grecia domenica sera, la vittoria dei “SI” o dei “NO” potrebbe
avere anche ripercussioni politiche.
Ecco perché l’essersi schierati apertamente
a favore del “SI”, da parte di Hollande, Merkel e Junker, in antitesi con il “NO”
chiesto da Tsipras, costituisce una gravissima interferenza negli affari
politici di un paese tuttora membro dell’UE.
Ma quale potrebbe essere la spiegazione ?
Solo evitare che la Grecia esca dall’area
euro e che l’UE perda un paese membro ?
Oppure il motivo è inconfessato e consiste
nella speranza che con la vittoria dei “SI” Tsipras possa dimettersi, così Bruxelles
si libererebbe di quel rompiscatole che
non solo ha avuto l’ardire di contestare le politiche di austerity, tanto care
a Merkel & Co, ma in più si rifiuta di prolungare il commissariamento del
suo Paese da parte della Troika, ed in particolare del FMI ?
Ora, che la Grecia abbia avuto accesso all’UE
presentando conti pubblici taroccati è un dato di fatto, ma responsabili sono
anche i tecnocrati di Bruxelles che hanno controllati e ricontrollati quei bilanci
senza rilevare nulla di anomalo.
Comunque dietro la volontà di silurare
Tsipras ho l’impressione che ci sia ben altro.
Non c’è dubbio che a farla da padrone nell’UE
è la Germania che, con Merkel e Schäuble, detta le regole ed impone le sue
condizioni.
Merkel e Schäuble, però, da mesi sono sotto
shock per i successi elettorali ottenuti dal partito di Marine Le Pen, in
Francia, e dai “Podemos”, in Spagna, movimenti senza dubbio critici verso questa
UE e le sue politiche.
Merkel & Co, quindi, vivono Tsipras come
il primo esponente di un dissenso che in Europa sta montando come una marea e
che, una volta arrivato a Bruxelles, romperebbe le uova nel paniere ai padroni
dell’UE.
Per questo la vittoria dei “SI” al
referendum greco, inducendo Tsipras a fare le valigie, non solo sarebbe un
successo per Merkel & Co (NdR: alcune settimane fa era stato proprio
Schäuble a sfidare Tsipras sollecitando un referendum), ma suonerebbe come monito anche per gli
elettori francesi e spagnoli, chiamati presto alle urne, dissuadendoli dal dare
i loro voti a Le Pen e “Podemos”.
Sarebbe comunque un successo per Merkel
& Co, e continuerebbe ad essere un monito per gli elettori francesi e spagnoli, anche l’eventuale ritorno, nelle prossime ore, di Tsipras al tavolo negoziale con la presumibile cancellazione,
all’ultimo momento, del referendum.
Però,
venire a sapere che oggi Junker, per riaprire il tavolo negoziale, abbia posta,
a Tsipras, tra le altre condizioni anche quella di sputtanarsi facendo campagna
perché i greci votino “SI”, mi sembra una bambocciata indegna di ogni commento.
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