Non volevo crederci !
Speravo di aver capito male e mi sono dato da fare per
cercare la conferma di aver scioccamente frainteso.
Ero ossessionato dalla voglia di sapere, per la miseria, che
avevo presa una fottuta cantonata.
Per la prima volta mi sono augurato di aver prese lucciole
per lanterne !
Internet, radio, televisione, però, sono stati impietosi.
Quella incredibile notizia era purtroppo vera.
In alto mare, a 50 miglia da Tripoli, una motovedetta
della Guardia Costiera italiana durante le operazioni di soccorso ad una
carretta del mare stracolma di migranti, è stata accostata e minacciata da un
barchino con a bordo quattro individui armati di kalashnikov.
I quattro pirati (NdR: non so come definirli
diversamente) con la minaccia delle armi hanno intimato
ai marinai della motovedetta italiana di sbrigarsi a trasbordare i migranti, ordinando
di lasciare a loro l’imbarcazione una volta svuotata di quei poveracci.
Purtroppo non è la sceneggiatura di un telefilm ma è
quanto accaduto oggi domenica 15 febbraio 2015 alle ore 15:30.
Già immagino come la notizia sarà riportata e commentata
dai media internazionali.
Però, aldilà di tutto mi sembra che da questo episodio ne
esca malconcia non solo l’immagine della Guardia Costiera, ma anche quella del nostro
Paese.
Innanzitutto perché l’equipaggio a bordo delle
motovedette della Guardia Costiera è composto da militari e non da diportisti
della domenica.
Per questo è pazzesco ed inammissibile che militari
italiani non solo non reagiscano alle minacce di quattro pirati armati, ma si sottomettano
anche ad eseguirne gli ordini.
Qualche commentatore ha subito tentato di giustificare l’accaduto
affermando che le motovedette della Guardia Costiera non hanno alcuna dotazione
di armi.
Spero che si tratti di una spiegazione priva di
fondamento perché sarebbe molto grave che mezzi, sui quali per le operazioni di
soccorso sono imbarcate centinaia di individui sconosciuti, tra i quali
potrebbero annidarsi violenti, terroristi o criminali, non siano dotati delle
armi necessarie per contrastare possibili tentativi di sollevazione.
Se veramente le unità della Guardia Costiera, infatti, non
fossero dotate di armi, la notizia solleticherebbe la fantasia dei jihadisti,
arrivati ormai sulle coste libiche, che potrebbero tentare, nascondendosi tra i
migranti, di impossessarsi con le armi di motovedette italiane per scorrazzare
a loro piacimento nel Mediterraneo e raggiungere senza difficoltà le nostre coste.
Poiché Isis ha schedata l’Italia come paese di
crociati ed ha lanciata la sua minaccia “siamo
a Sud di Roma”, non possiamo “star
sereni”.
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