Ho
sempre avuto il dubbio che nel nostro Paese le cose vadano male perché i
palazzi del potere sono occupati da incompetenti e, ancora peggio, da furbastri
che si preoccupano esclusivamente del tornaconto loro e dei loro compagnucci.
È inevitabile,
perciò, che troppe leggi, emanate dal governo ed approvate dal Parlamento,
tendano a garantire e tutelare l’interesse di pochi a scapito dell’interesse
generale.
Questa
strada, lastricata di privilegi e vantaggi a favore di tizio o di caio, alimenta
il malaffare, la corruzione, l’evasione fiscale, e via discorrendo.
A
questo, ad esempio, sono servite le decine di condoni dai quali sono stati
sbeffeggiati tutti quei cittadini onesti che, magari a costo di sacrifici, avevano
semplicemente rispettate le leggi.
Cosa
attendersi, d’altra parte, da un sistema che tollera, da anni, che sugli
scranni di Camera e Senato bivacchino, a spese dei contribuenti, decine e
decine di individui indagati, condannati, indultati o non puniti per prescrizione ?
Solo per
avere una idea, ad ottobre 2012 nel Parlamento italiano occupavano uno scranno 117
soggetti che, nel loro curriculum, contavano pendenze presenti e/o passate con
la giustizia.
La
colpa, in larga misura, è certamente anche nostra, di tutti noi che quando
siamo chiamati alle urne non scegliamo di dare il nostro voto al partito che
vanta il pedigree meno amorale.
Sarebbe
nostro diritto scegliere e votare un candidato in base al suo curriculum, ma questo
diritto ci è stato usurpato, prima dal “porcellum”
ed in futuro, forse, dallo “italicum”.
Ma la
colpa non è solo e tutta nostra !
La
colpa è anche di quei giornalisti e commentatori politici che, per piaggeria o
per inidoneità professionale e morale, sbavano ad ogni parola proferita da un
politico, ma si guardano bene dal rimbeccarlo quando dice la solita stupidaggine
di comodo.
Così
facendo qualsiasi balla finisce per essere percepita come una verità assoluta dalla
opinione pubblica che ne viene condizionata.
Quante
volte è successo ad ognuno di noi di veder spacciare come vere o credibili certe
bufale solo perché “lo hanno detto in
televisione” ?
Ebbene,
domenica 1° febbraio dagli schermi televisivi di RAI Uno, durante il programma L’Arena, l’On. Maria Elena Boschi,
ministro della Repubblica Italiana, ha detta una panzana colossale e nessuno dei
presenti glielo ha fatto notare.
Infatti,
nel tentativo di giustificare quell’indecente art. 19bis (NdR:
non punibilità penale del reato fiscale fino al 3% di evasione), che Renzi ha tentato di far passare sottotraccia
nel decreto fiscale, ha testualmente affermato: “In Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3%
ma del 10% di non punibilità”.
Immagino
che dall’aldilà Mike Bongiorno abbia esclamato: “Ahi Ahi Ahi onorevole Boschi, mi è caduta sulla Tour Eiffel !”.
Infatti,
se prima di parlare Maria Elena Boschi avesse avuta l’umiltà di informarsi,
magari con una semplice ricerca in internet e l’assistenza di un francofono,
avrebbe scoperto che in Francia, è in vigore la LOI n°2013-1117 du 6
décembre 2013 che ha modificato l’art. 1741 del Code général des impôts, prevedendo per chiunque evada il fisco in
modo fraudolento, oltre ad una sanzione amministrativa da € 500.000 a €
2.000.000, una pena dai 5 ai 7 anni di carcere.
Non
solo, ma se l’on. Maria Elena Boschi avesse consultato anche frettolosamente l’art.
1741, si sarebbe resa conto che il 10% al quale lei, sbagliando, ha fatto
riferimento ha, però, un tetto di € 153! (NdR: per info si riporta
il testo originale “Toutefois, cette disposition n’est applicable, en cas de
dissimulation, que si celle-ci excède le dixième de la somme imposable ou le
chiffre de 153€”).
Purtroppo,
però, come al solito né il conduttore del programma, Massimo Giletti, né i
numerosi giornalisti presenti hanno osato alzare il loro ditino per far
presente all’on. Boschi che stava dicendo una boiata pazzesca.
I
telespettatori si saranno così convinti che quell’indecente art. 19bis, voluto
da Renzi, potrebbe essere perfino una buona norma.
Data
la grossolanità della cantonata c’era da aspettarsi che la ministro Boschi si riscattasse
almeno con un tweet: “Scusate, riconosco
di aver detta una #stupidaggine”.
Invece no! Riconoscere i propri errori anche quando questi
sono evidenti è una qualità però non presente nel DNA dell’on. Boschi.
Nessun commento:
Posta un commento