Potrebbe
sembrare che, per partito preso, abbia il dente avvelenato con il nostro
Presidente del Consiglio.
Nel
giro di quarantotto ore, infatti, mi ritrovo a sottolineare come i suoi
infantili atteggiamenti da fanfarone siano regolarmente svergognati dalla realtà.
Il
fatto è che il meschino sembra convinto che gli italiani vivano con le fette di
salame sugli occhi e come rimbambiti trangugino tutte le fandonie che lui spara
a raffica.
Venerdì
scorso, al termine del consiglio dei ministri, si è presentato in sala stampa e
con compiacimento ha informati gli astanti che il governo aveva approvato il Disegno
di Legge sulla Concorrenza che produrrà benefici per i cittadini.
Poiché,
però, ha avuto paura che i giornalisti potessero smascherare queste nuove balle,
Renzi ha subito abbandonata la sala stampa e, in attesa che fosse distribuito il
testo del disegno legge, ha lasciato al ministro Federica Guidi il compito di fare
un rapido cenno ai suoi contenuti.
Leggendo
il testo, però, si scoprono, una dopo l’altra, le gentili concessioni che Matteo
Renzi ha fatte ad alcune lobby ben rappresentate nella compagine governativa.
Così,
dopo aver letto che con il patrocinio della ministro Lorenzin la lobby delle
farmacie l’ha spuntata impedendo ancora una volta la liberalizzazione dei
farmaci di “Fascia C” (NdR: vedi post del 22 febbraio u.s. “Renzi
sconfitto dalla lobby delle farmacie”), dal testo spunta fuori anche il generoso regalo che il
governo ha fatto alla lobby dei gestori di telefonia.
In
Italia dal 2007 la legge 40, nota come legge Bersani, tutelava gli utenti di
telefonia, di reti televisive e di comunicazione elettronica, consentendo loro
di disdire il contratto e cambiare gestore senza alcun vincolo temporale e
senza dover riconoscere alcun indennizzo al precedente operatore.
Una
legge benaccetta che in questi anni ha consentito a decine di milioni di
cittadini di cambiare gestore per godere condizioni di miglior favore.
Che ti
fa, oggi, il governo Renzi ?
Piegatosi,
senza pudore, alle pressioni della lobby dei gestori di telefonia, Matteo Renzi cancella con un colpo di spugna la legge 40 del 2007 e decide che l’utente,
che vorrà cambiare operatore, in caso di risoluzione anticipata del contratto
dovrà pagare al precedente gestore una penale commisurata al valore residuo del
contratto e della promozione goduta.
In
pratica il disegno di legge lascia che la determinazione del quantum della penale sia affidata alla discrezionalità
del gestore, il quale potrà pretendere rimborsi tali da limitare la libertà
dell’utente, dissuadendolo cioè dal cercare presso un altro operatore tariffe
più favorevoli e servizi migliori.
È vero
che il disegno di legge sarà sottoposto al vaglio del Parlamento, dove peraltro
le lobby sono ben radicate, ma come non essere esterrefatti di fronte al
susseguirsi di scelte governative mirate a sfavorire i cittadini e ad agevolare
le lobby ?
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