Tutte le volte che qualcuno riconosce, nei modi di fare di Matteo Renzi, una certa spregiudicatezza, non posso fare a meno di ripensare
all’antica massima popolare “Dio li fa e
poi li accoppia”.
Un pensiero che ritorna con prepotenza a poche ore dalla elezione
di Sergio Mattarella al Quirinale, contestata in modo troppo vivace per essere
vero dai pasdaran di Forza Italia.
Non so perché, ma avverto la sgradevole sensazione di
essere stato turlupinato, ancora una volta, dalla impudenza della coppia del
Nazareno, Renzi e Berlusconi maestri di spregiudicatezza.
Una sensazione avvalorata, purtroppo, dalla dichiarazione
che il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, molto vicina a Renzi, ha rilasciata
nel corso di una trasmissione andata in onda sulla TV pubblica: “La norma inserita nel decreto fiscale (NdR: la depenalizzazione del reato fiscale
fino al 3% di evasione) non è a favore di Berlusconi ma riguarda
tutti. Il 20 febbraio riaffronteremo il tema in Consiglio dei Ministri”, e
come se non bastasse ha aggiunto: “Non
credo che si possa fare o non una norma che riguarda 60 milioni di italiani
perché riguarda anche Berlusconi”.
Aldilà del fatto che il ministro Boschi dimostra una bella faccia
tosta nell'affermare che quella norma interessi anche 16 milioni di pensionati, 25
milioni di operai ed impiegati, oltre ai milioni di casalinghe, precari, disoccupati, cioè milioni e milioni di individui che sono nella impossibilità di evadere anche un solo euro, è ragionevole
domandarsi come mai il ministro abbia ritenuto opportuno fare questa
dichiarazione proprio il giorno dopo l’elezione del Capo dello Stato.
Forse io sarò troppo diffidente o, come diceva Andreotti,
poiché penso male sarò un peccatore incorreggibile, ma se è vero che due
più due fa quattro, allora ho più di un motivo per sentirmi turlupinato da
questa nuova sceneggiata architettata da quei due spregiudicati.
Proverò a mettere in fila alcune considerazioni per
suffragare il perché mi sento turlupinato.
È la prima volta che per voce di un ministro renziano
viene confermato che la depenalizzazione del reato fiscale “riguarda anche Berlusconi” e sarà riproposta nel Consiglio dei
Ministri.
Domanda: come mai Renzi ha deciso di rinviare dal 3
gennaio al 20 febbraio il decreto fiscale, nonostante tutti lo ritenessero
urgente ?
Probabilmente perché la depenalizzazione del reato
fiscale, criticata da più parti, se fosse stata riproposta subito avrebbe lacerato
il PD, costringendo la minoranza a fare le barricate, ed avrebbe reso
impossibile a Renzi il pavoneggiarsi per aver portato il partito ricompattato
alla elezione del Capo dello Stato.
Perciò, messo in freezer il decreto fiscale, la coppia
del Nazareno aveva bisogno che, come dicono a Napoli, si facesse un po’ di
ammuina per confondere le carte e distrarre l’opinione pubblica inducendola
a credere nella innocenza della “tresca
del Nazareno”.
Ora, quale migliore occasione per fare ammuina che l’elezione
del Capo dello Stato ?
D’altra parte per Berlusconi, interessato soprattutto a conseguire
vantaggi per sé e per le sue aziende, era di gran lunga più importante che
Renzi gli assicurasse la norma che depenalizza il reato fiscale, piuttosto che condividere
coram populo la scelta del Presidente
della Repubblica.
Con la depenalizzazione del reato fiscale, infatti, Berlusconi riuscirebbe nel suo intento di ottenere la
cancellazione della sentenza di condanna e, come conseguenza, la revoca della
interdizione dai pubblici uffici, e la non applicazione nei suoi confronti della
Legge Severino.
Insomma … Bingo !
Peraltro, dal canto suo Renzi aveva interesse a far credere
al PD ed all’opinione pubblica che nella “tresca
del Nazareno” non ci fosse il patto segreto per il Quirinale.
Per questo i due compari hanno dato vita alla sceneggiata
alla quale abbiamo assistito negli ultimi giorni, con i pasdaran di Forza
Italia che sparavano contro Renzi i tormentoni del “metodo” disatteso e delle “tre
maggioranze”, e con Renzi a darsi un gran da fare per dimostrare che nella “tresca del Nazareno” non c’era nessun patto
per eleggere insieme a Berlusconi il Capo dello Stato.
A riprova, però, che si è trattato solo di una
messinscena i forzisti hanno garantito un cospicuo pacchetto di voti alla
elezione di Mattarella, e Berlusconi, che è pur sempre un pregiudicato, è stato
invitato ufficialmente alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente
della Repubblica.
Beh ! niente male per il nuovo Capo dello Stato debuttare
ricevendo il pregiudicato nel più alto palazzo delle istituzioni per una cerimonia
ufficiale!
Ma la domanda che più mi intriga è: che ne sarà del PD
nelle prossime settimane quando il sipario sarà calato definitivamente sulla
sceneggiata e gli intrighi dei due spregiudicati saranno alla luce del
sole ?
Per quanto mi riguarda, da cittadino comune anche
se mi sento turlupinato riesco ancora a sorridere pensando che, poiché per mia fortuna
non sono né militante né elettore del PD, almeno per ora non dovrò pensare al
suicidio.
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