È doveroso
precisare che la frase “è come se
volessimo avvelenare i pozzi d’acqua nel deserto”, riferita allo sciopero
indetto dalla FIOM a Pomigliano per sabato 14 febbraio, non è farina del mio sacco
ma sono parole del Segretario Generale UILM Campania, Giovanni Sgambati.
Dato a
Cesare quel che è di Cesare veniamo ai fatti.
La
Panda, autovettura prodotta nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco,
sembra godere in questi giorni di un trend di vendite positivo, superiore alle
previsioni elaborate dall’Azienda.
Per far
fronte a questa inaspettata impennata della domanda e per evadere gli ordini dei
clienti, la Direzione aziendale ha programmati turni di lavoro straordinario per sabato 14, 21 e 28 febbraio prossimi.
Non l’avesse
mai fatto !
Per
tutta risposta Maurizio Landini, Segretario Generale FIOM-CGIL, senza pensarci
su ha indetto uno sciopero di otto ore per sabato 14 febbraio.
Ha
motivato lo sciopero accusando FIAT Chrysler di ricorrere al lavoro
straordinario invece di far rientrare in fabbrica i lavoratori che attualmente sono
in contratto di solidarietà (CDS).
Ovviamente a Landini non poteva far mancare il suo sostegno nientepopodimeno che Paolo Ferrero,
segretario del partito di Rifondazione Comunista.
Nel
tentativo di dar forza alle sue argomentazioni Landini è arrivato perfino a
citare le parole di Papa Francesco: “la solidarietà
unisce e quel poco che abbiamo se condiviso diventa ricchezza”.
Mi
sembra cervellotico e puerile strumentalizzare il pensiero del
Papa che, con il caso Pomigliano, avrebbe tuttalpiù come attinenza il solo uso della
parola “solidarietà” che si ritrova nella tipologia di contratto di quei lavoratori che sono esclusi dal ciclo produttivo.
Per contro
non è la prima volta, invece, che Landini e Ferrero dimostrano di capire poco o
nulla sia di organizzazione del lavoro che di processi di produzione.
Ad
esempio, con toni saccenti Landini invita FIAT Chrysler ad “istituire il terzo turno ed attivarlo quando lo richiede il mercato”
dando prova di non aver afferrato che il vero problema aziendale, oggi, è quello di fronteggiare
una contingenza e non di ridefinire strategie produttive.
Cioè una
situazione che per i lavoratori di quello stabilimento, purtroppo, si esaurirà
con i tre sabato di straordinario.
Non solo,
ma né Landini né Ferrero sembrano rendersi conto che se l’Azienda impiegasse
nelle tre giornate di sabato i lavoratori attualmente in CDS e non qualificati per
il processo produttivo in atto, non solo il fatto non li sdoganerebbe dal loro stato
di cassintegrati, ma si correrebbe il rischio, invece, di pregiudicare, per qualità
ed output, il programma di produzione dei tre giorni.
Va
ricordato che lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, sull’orlo della chiusura solo
qualche anno fa, da gennaio 2013 è diventato l’unico sito europeo per la
produzione della Panda (NdR: fino a dicembre 2012 il precedente
modello della Panda si produceva in Polonia).
In un
territorio, il Sud d’Italia, in cui è drammatica l'assenza di opportunità occupazionali mi sembrano inspiegabili ed imperdonabili sia la rigidità mentale che la cecità
ideologica con cui Landini affronta una contingenza che costituisce, e sottolineo
purtroppo, solo un caso isolato.
Per questo non posso che condividere le parole
del Segretario Generale UILM Campania che giudica dannoso per le prospettive
soprattutto del Sud “… contrastare i
picchi di produzione con relazioni sindacali più orientate al passato che al
futuro”.
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