Nel vernacolo
fiorentino è definito “ganzo” un individuo molto scaltro e smaliziato ma in fondo anche
simpatico, mentre si definisce “gonzo” il suo contrario, cioè una persona
sciocca che può essere imbrogliata con molta facilità.
Semplicemente
mettendo una “o” al posto di una “a” si può stravolgere il significato di una
parola.
Così sabato, poco
dopo la elezione del Capo dello Stato, di questo giochetto semantico si è
servito un deputato toscano per sentenziare: “l’elezione di Mattarella è la prova che Renzi è un ganzo e Berlusconi
è un gonzo”.
Nel leggere
su un quotidiano questa battuta mi è venuto da sorridere pensando a quanto siano
lontane dal vero queste parole.
Fin dal 18
gennaio 2014, giorno che sui testi scolastici sarà ricordato come il D-Day
della “tresca del Nazareno”, avevo
pensato che nelle segrete stanze del Nazareno si fossero incontrati due “ganzi”,
ognuno dei quali determinato a conseguire, con scaltrezza, obiettivi
assolutamente personali.
Renzi era
alla ricerca di qualcuno che lo spalleggiasse nel silurare Enrico Letta e nello
scalare Palazzo Chigi.
Berlusconi,
invece, avvertiva il bisogno di aggrapparsi a qualcuno che lo disseppellisse dal
ottenebramento politico in cui era precipitato dopo la sentenza della
Cassazione e l’espulsione dal Senato.
Anche se per
ragioni diverse Renzi e Berlusconi dovevano abbattere un ostacolo comune:
Enrico Letta.
Ma il loro problema
era come rendere meno perfida ed infame, agli occhi dell’opinione pubblica,
quella macchinazione.
Non so a chi sia
venuta l’idea, di certo però furono molto astuti nel far credere agli italiani
che, con la “tresca del Nazareno”, loro
due si proponessero solo di portare avanti un programma di riforme.
Fatto sta che
in meno di cinque settimane dal D-Day Matteo Renzi poteva soddisfare la sua
sfrenata ambizione, insediandosi a Palazzo Chigi, e Berlusconi poteva
riemergere dall’oblio assurgendo a principale ed unico interlocutore politico del
governo per la attuazione delle riforme.
Sarebbero
sufficienti già queste prime circostanze per inficiare la battuta del deputato
toscano, ma c’è ben altro.
Incontro dopo
incontro, telefonata dopo telefonata, Berlusconi è riuscito ad ottenere da
Renzi, ad esempio, che non si parlasse più del conflitto di interessi, che il
DDL anticorruzione fosse rinviato di mese in mese, nonostante il malaffare nel Paese avanzasse
come una valanga, che fosse messo in un angolo il reato di falso in bilancio,
che giacesse in un cassetto, perché non gradita a Mediaset, l’asta di cinque
canali del digitale terrestre, che di soppiatto fosse inserita nel decreto
fiscale una norma così fatta da permettere al pregiudicato Berlusconi di ottenere
l’annullamento della sentenza passata in giudicato.
Per contro
Renzi ha avuta via libera per pavoneggiarsi ogni giorno ed a suo piacimento anche
sulle TV Mediaset.
Insomma, a
conti fatti la “tresca del Nazareno”
sembra sia stata più utile a Berlusconi, per salvaguardare gli interessi suoi,
delle sue aziende e dei suoi sodali, che non a Renzi.
Si racconta perfino
che domenica sera ad un Berlusconi, deciso oramai a far saltare il Nazareno, uno
dei famigli gli abbia raccomandato: “pensaci
bene perché Renzi in un anno è servito alle tue aziende più di quanto siano
serviti i tuoi ministri”.
Certo,
dopo la pantomima dello sgarro quirinalizio Forza Italia è collassata ed il
cerchio magico berlusconiano sopravvive afflitto da attacchi di panico, ma
basta questo per affermare che tra i due il “gonzo” sia veramente Berlusconi ?
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