venerdì 6 febbraio 2015

Matteo e Silvio … ganzi o gonzi ?

Nel vernacolo fiorentino è definito “ganzo” un individuo molto scaltro e smaliziato ma in fondo anche simpatico, mentre si definisce “gonzo” il suo contrario, cioè una persona sciocca che può essere imbrogliata con molta facilità.
Semplicemente mettendo una “o” al posto di una “a” si può stravolgere il significato di una parola.
Così sabato, poco dopo la elezione del Capo dello Stato, di questo giochetto semantico si è servito un deputato toscano per sentenziare: “l’elezione di Mattarella è la prova che Renzi è un ganzo e Berlusconi è un gonzo”.
Nel leggere su un quotidiano questa battuta mi è venuto da sorridere pensando a quanto siano lontane dal vero queste parole. 
Fin dal 18 gennaio 2014, giorno che sui testi scolastici sarà ricordato come il D-Day della “tresca del Nazareno”, avevo pensato che nelle segrete stanze del Nazareno si fossero incontrati due “ganzi”, ognuno dei quali determinato a conseguire, con scaltrezza, obiettivi assolutamente personali.
Renzi era alla ricerca di qualcuno che lo spalleggiasse nel silurare Enrico Letta e nello scalare Palazzo Chigi.
Berlusconi, invece, avvertiva il bisogno di aggrapparsi a qualcuno che lo disseppellisse dal ottenebramento politico in cui era precipitato dopo la sentenza della Cassazione e l’espulsione dal Senato.
Anche se per ragioni diverse Renzi e Berlusconi dovevano abbattere un ostacolo comune: Enrico Letta.
Ma il loro problema era come rendere meno perfida ed infame, agli occhi dell’opinione pubblica, quella macchinazione.
Non so a chi sia venuta l’idea, di certo però furono molto astuti nel far credere agli italiani che, con la “tresca del Nazareno”, loro due si proponessero solo di portare avanti un programma di riforme.
Fatto sta che in meno di cinque settimane dal D-Day Matteo Renzi poteva soddisfare la sua sfrenata ambizione, insediandosi a Palazzo Chigi, e Berlusconi poteva riemergere dall’oblio assurgendo a principale ed unico interlocutore politico del governo per la attuazione delle riforme.
Sarebbero sufficienti già queste prime circostanze per inficiare la battuta del deputato toscano, ma c’è ben altro.
Incontro dopo incontro, telefonata dopo telefonata, Berlusconi è riuscito ad ottenere da Renzi, ad esempio, che non si parlasse più del conflitto di interessi, che il DDL anticorruzione fosse rinviato di mese in mese, nonostante il malaffare nel Paese avanzasse come una valanga, che fosse messo in un angolo il reato di falso in bilancio, che giacesse in un cassetto, perché non gradita a Mediaset, l’asta di cinque canali del digitale terrestre, che di soppiatto fosse inserita nel decreto fiscale una norma così fatta da permettere al pregiudicato Berlusconi di ottenere l’annullamento della sentenza passata in giudicato.
Per contro Renzi ha avuta via libera per pavoneggiarsi ogni giorno ed a suo piacimento anche sulle TV Mediaset.
Insomma, a conti fatti la “tresca del Nazareno” sembra sia stata più utile a Berlusconi, per salvaguardare gli interessi suoi, delle sue aziende e dei suoi sodali, che non a Renzi.
Si racconta perfino che domenica sera ad un Berlusconi, deciso oramai a far saltare il Nazareno, uno dei famigli gli abbia raccomandato: “pensaci bene perché Renzi in un anno è servito alle tue aziende più di quanto siano serviti i tuoi ministri”.
Certo, dopo la pantomima dello sgarro quirinalizio Forza Italia è collassata ed il cerchio magico berlusconiano sopravvive afflitto da attacchi di panico, ma basta questo per affermare che tra i due il “gonzo” sia veramente Berlusconi ?

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