I veneziani ben due volte lo hanno bocciato come
candidato sindaco convinti che un caramogio sindaco sarebbe stato ben presto
sommerso ed affogato da uno dei fenomeni di acqua alta della laguna (NdR: il
Vocabolario degli Accademici della Crusca nel 1729 definiva caramogio una persona
piccola, contraffatta, ridicola).
Scartato dai veneziani, Renato Brunetta ha cercato conforto
alla corte di Berlusconi che lo ha accolto a braccia aperte perché solo la
presenza di un caramogio lo avrebbe fatto sentire un corazziere.
Fatto sta che, dopo averlo ammesso a corte, il signore di
Arcore dapprima lo ha nominato ministro della Pubblica Amministrazione e per
l’Innovazione, poi lo ha imposto ai deputati forzisti come capo gruppo alla
Camera.
Malaccetto sia agli amici che ai nemici, per la
velenosità ed il malanimo dei suoi modi di dire e di fare, martedì 17 febbraio
ultimo giorno di carnevale Brunetta è salito solo soletto al Colle per
incontrare il Capo dello Stato.
È immaginabile l’intimo stupore che deve aver provato Sergio
Mattarella quando, dopo l’annuncio di rito “Signor
Presidente la delegazione di Forza Italia attende di essere ricevuta”, si è
visto comparire davanti in tutta la sua imponenza un solitario Brunetta.
Credo, però, che non solo Sergio Mattarella ma anche
molti osservatori si saranno domandati perché mai al Colle, in rappresentanza
dei parlamentari forzisti, si fosse presentato solo Brunetta, senza essere
accompagnato ad esempio dal capo gruppo dei senatori, Paolo Romani.
È pur vero che, dopo le nefandezze avvenute alla Camera per
l’esame della riforma del Senato, la richiesta al Capo dello Stato di incontro
era stata inoltrata formalmente da Brunetta a nome di Forza Italia, ma è
altrettanto vero che mezz’ora dopo, per parlare dello stesso tema, la
delegazione di SEL si sarebbe presentata al completo e che nei prossimi giorni
al Colle si presenteranno le delegazioni e non singoli esponenti del M5S e
della Lega Nord.
Cosa può significare, perciò, l’irrituale scelta di inviare
al Quirinale solo il capo gruppo dei deputati forzisti ?
Una prima spiegazione, certo la più banale, è che Paolo
Romani, imbottigliato nel traffico romano, non sia arrivato in tempo
all’appuntamento.
Potrebbe anche essere, invece, che Brunetta si sia messo
a fare i capricci ed a pestare i piedi pretendendo di essere lui solo a parlare
con il Presidente della Repubblica; a quel punto Paolo Romani, persona per bene
ed equilibrata, conoscendo la aggressività e la incontinenza del suo compagno
di partito, avrebbe preferito rinunciare all’incontro per non essere coinvolto in
una eventuale figuraccia con Mattarella.
Ci sarebbe poi anche una spiegazione meno banale: nel
serraglio di Forza Italia regna sovrano un gran casino tra falchi, cerchi
magici, pitonesse, colombe, in armoniosa divergenza su tutto.
Così, mentre loro si accapigliavano per decidere chi avrebbe
dovuto andare al Quirinale, Brunetta, giovandosi della sua felina conformazione,
sarebbe sgattaiolato tra le gambe dei litiganti e, tuffatosi nella prima auto
blu sia corso ad incontrare Mattarella.
Perché non immaginare, però, anche una diversa e più pratica
spiegazione ?
In cuor suo Berlusconi è convinto che il flirt con Renzi,
superata questa crisi passeggera, riprenderà più intrigante di prima.
Perlomeno se lo auspica perché sono ancora molti gli
interessi suoi personali e delle sue imprese da tutelare, e non riesce proprio a
rinunciare all’idea di condizionare ancora l’amico Matteo.
È vero che al Quirinale non è andato quel Presidente che
gli avrebbe concessa la grazia, ma Berlusconi nutre ancora la speranza, in cuor
suo, che la maliziosa manina di Renzi, in compenso, infili ancora tra le norme la
cancellazione di quel reato fiscale per cui è stato condannato dalla
Cassazione.
Non solo ma, ad esempio, per scongiurare possibili danni a Mediaset
Berlusconi sa molto bene di dover mettere le briglie alla riforma della RAI, ed
al tempo stesso di dover ottenere che il governo conceda a Mediaset uno sconto
milionario sui diritti d’uso delle frequenze televisive.
Insomma, mandando il caramogio da solo al Colle, a vomitare
veleni su quel “bullo” di Renzi, un domani Berlusconi potrà sempre prendere le
distanze e convincere Renzi, prima, e Mattarella, poi, che Brunetta parlava soltanto
a titolo personale.
Nulla di nuovo sotto il sole: non sarebbe la
prima volta, infatti, che il signore di Arcore, da abile saltimbanco, si
esibisca in una funambolica capriola per negare la realtà dei fatti.
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