mercoledì 3 settembre 2014

La sbrigativa illusione di 80 euro

Dall’insediamento di Matteo Renzi a Palazzo Chigi sono trascorsi già 189 giorni !
Con tutta la buona volontà ammetto che, della attività di questi sei mesi di governo, riesco a ricordare, in concreto, il bonus di 80 euro mensili, messo nelle buste paga di 11 milioni di lavoratori, il primo voto della Camera alla nuova legge elettorale, strappato solo con la promessa che l’Italicum potrà essere modificato dai senatori, ed infine il voto, in prima lettura, della riforma del Senato, anch’esso arraffato tra malumori e resistenze di ogni colore.
Ho un ricordo sicuramente più traboccante, invece, di annunci, promesse, messaggi, propagati ogni giorno da Matteo Renzi allo scopo di occultare, da un lato, il progressivo degrado della situazione economica, e dall’altro, l’inadeguatezza del governo nel fronteggiare la devastante crisi che sta affossando il Paese.
Eppure, se ben ricordo, con il pretesto del “bisogna fare in fretta” nell’aggredire la crisi economica, Renzi ha silurato Letta ed il suo governo, considerati troppo flemmatici, proponendosi come l’uomo capace in quattro e quattr’otto di tirar fuori il Paese dalla crisi.
Fatto sta, ad esempio, che dal giorno in cui Enrico Letta ha lasciata la poltrona di Palazzo Chigi il tasso di disoccupazione non si è schiodato da 12.6, il che dimostra che, aldilà delle chiacchiere, in questi 189 giorni il Governo Renzi è stato incapace di adottare provvedimenti per invertire il trend.
C’è, però, un altro indicatore non meno preoccupante che l’ISTAT mensilmente mette in evidenza e che conferma come la crisi continui a mordere ogni giorno il paese reale.
È l’indice delle vendite al dettaglio che, secondo i fantasiosi e sbrigativi proclami di Renzi, avrebbe dovuto dare segni di ripresa già nel mese di giugno, dopo la prima erogazione del famoso bonus di 80 euro nelle buste paga di milioni di lavoratori.
Nel dimostrarsi sorpresi dal fatto che, a giugno, gli 880 milioni di euro dei bonus non avesero prodotta la attesa inversione del trend, Renzi, ed il suo quasi omonimo Carlo Rienzi, presidente Codacons, hanno dato prova ancora una volta, però, di non avere compreso bene quanto profonda sia stata la mutilazione prodotta dalla crisi sui bilanci di milioni e milioni di famiglie italiane.
Solo uno sprovveduto, infatti, poteva illudersi che, non appena intascato il bonus di 80 euro, le famiglie si precipitassero a spenderli nei negozi e nei supermercati, ignorando che molte famiglie avrebbero potuto utilizzare il bonus, ad esempio, per pagare le bollette scadute di luce e gas, onde evitare la sospensione del servizio, oppure per metterlo da parte in vista della rata del mutuo, o della assicurazione auto, o dell’acconto TASI.
Evidentemente nella gestione dei bilanci familiari esistono priorità essenziali che sfuggono sia alle rilevazioni statistiche sia alla consapevolezza che Renzi ha della reale condizione del Paese.
Per questo è inammissibile che, dopo aver buttati via i primi 189 giorni di governo, nel perdere tempo dietro i desiderata di Berlusconi, Renzi, dimentico del “bisogna fare in fretta”, indica ora una conferenza stampa per comunicare agli italiani che occorreranno 1000 giorni per risollevare il Paese dalla crisi.
Ma di quale Paese va parlando ?
Di quello che, con il perdurare della crisi, in 1000 giorni sarà definitivamente annientato dalla disoccupazione, dalla recessione, dalla deflazione, dalla povertà ?

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