lunedì 8 settembre 2014

Quel comunista di Berlusconi

Pur di non essere archiviato definitivamente dall’opinione pubblica Berlusconi non si lascia sfuggire occasione per sentenziare su tutti e su tutto.
Riportato alla luce dal suo figlioccio politico, Matteo Renzi, e dopo che il Tribunale di Sorveglianza gli ha benevolmente cucita su misura una ridicola espiazione per l’ultimo dei quattro anni di condanna comminatigli dalla Corte di Cassazione, Berlusconi ha ripreso a sproloquiare, incurante del fatto che ormai le sue parole riescano ad infervorare solo più gli italioti arlecchini o stipendiati.
Sarà colpa dell’età, sarà conseguenza di un debilitamento intellettivo causato dagli stravizi, sarà effetto della depressione da viale del tramonto, certo è che le sue parole assomigliano sempre più a vere e proprie cazzate in libertà.
Oddio, è pur vero che Berlusconi è sempre stato Gran Maestro nello sparare cazzate in libertà (NdR: il riferimento alla sua appartenenza alla loggia P2 è del tutto casuale !).
Come non ricordare, ad esempio, che per venti anni ha continuato ad ingiuriare i suoi avversari politici qualificandoli “comunisti”, vocabolo che nel linguaggio berlusconiano rappresenta la peggiore offesa possibile.
Eppure Berlusconi da anni è culo e camicia con un autentico comunista DOC, quel Vladimir Putin che, nel suo curriculum, può annoverare la militanza nel KGB, dal 1975 al 1999, fino a diventarne il capo con il grado di colonnello.
Può darsi che Berlusconi, in altre piacevoli faccende affaccendato, abbia sempre ignorato cosa fosse lo spietato KGB, oppure può darsi che il suo amico Putin gli abbia fatto credere che il KGB fosse solo una organizzazione benefica per l’assistenza ai dissidenti del regime comunista.
Fatto sta che, con il passare degli anni, l’amicizia tra Berlusconi e Putin si è consolidata sempre più grazie anche ai loro frequenti incontri nella favolosa dacia di Valdaj.
Comunque, nella permanente contraddizione tra usare come offesa il termine “comunista” ed essere, invece, pappa e ciccia con un vero comunista DOC, Berlusconi ha sempre ostentato, però, di essere filoamericano e grande amico sia del Presidente Bush che del Presidente Obama.
Ieri, però, dopo essersi calato in testa il colbacco regalo di Putin, Berlusconi ha deciso improvvisamente di uscire allo scoperto e di professare urbi et orbi la sua fede russofila da neocomunista.
Così, intervenendo telefonicamente al raduno di Giovinazzo dei giovani forzisti baresi, Berlusconi ha creduto bene di sparare a zero contro Obama, contro la NATO e contro l’UE per le conclusioni del vertice svoltosi nei giorni scorsi nel Galles.
Non solo ha definite ridicole ed irresponsabili le decisioni, dei vertici americani ed europei, di imporre ulteriori sanzioni economiche e di prevedere la presenza continua nei paesi baltici di cinque basi NATO, come forza di intervento immediato, ma Berlusconi si è spinto oltre giustificando l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze militari russe perché, secondo il russofilo di Arcore, “… la Federazione Russa non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa che considera come fratelli”.
Per nostra fortuna a livello internazionale Berlusconi è stato sempre considerato una macchietta da avanspettacolo, per cui non ha mai goduto di uno straccio di credito, altrimenti questa sua professione ortodossa di fede filorussa potrebbe nuocere al nostro Paese che ha già ben altri problemi di credibilità da sbrogliare.

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