domenica 14 settembre 2014

“Se il popolo non ha più pane che mangi brioche!”


Sarei curioso di sapere come gli italiani giudicherebbero un padre di famiglia che, ignorando i lamenti dei suoi figli denutriti ed in preda ai morsi della fame, afferrasse una pennellessa e, fischiettando, si mettesse a tinteggiare le pareti del salotto.
è probabile che la maggior parte di noi si darebbe da fare per organizzare una petizione, denunziare alla autorità giudiziaria quel padre disgraziato, invocare l’intervento dell’assistenza sociale perché si prenda cura di quegli sventurati bambini.
Purtroppo, ciò che sta accadendo nel nostro Paese mi induce a pensare che la mia sia solo una supposizione gratuita ed infondata.
Infatti, ingannati da una giornalismo piaggino, accecati da venti anni di promesse mai mantenute, travolti dalla valanga di tweet propagandistici, gli italiani sembrano non rendersi conto che da sette mesi a Palazzo Chigi si è insediato un individuo che, per l'appunto, nei loro confronti si comporta esattamente come quel padre disgraziato con i suoi figli.
Un individuo che, per il suo agire, ricorda molto la insensatezza di Maria Antonietta che, a chi gli riferiva del popolo affamato per la mancanza di pane, rispose: "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche !" (cioè: "se non hanno più pane che mangino brioche!").
Fattosi eleggere capo del Governo, con uno spregevole colpo di mano, da provetto millantatore Renzi ha ignorata la drammatica condizione in cui milioni di italiani sono precipitati a causa della crisi, per dedicarsi ad azioni di maquillage con legge elettorale e riforma del Senato.
Insomma, come direbbero a Napoli, si è preoccupato solo di fare nu poco e ammuina.
Così, mentre obbligava il Parlamento a pestare acqua nel mortaio, la situazione del Paese ha continuato ad aggravarsi, giorno dopo giorno, come hanno certificato puntualmente tutti gli indicatori economici.
Dopo sette mesi di Governo Renzi il rovinoso risultato è che il Paese è in recessione, il tasso di disoccupazione ha raggiunto a fine luglio il 12,6%, la contrazione dei consumi peggiora, ed a sconfessare il battage degli annunci renziani emerge che, dopo aver dilapidati mesi e mesi di lavori parlamentari, l'Italia non ha né una nuova legge elettorale, passata tra mille contrasti solo alla Camera, né una riforma del Senato che, dovrà affrontare ancora tre passaggi in aula tra Camera e Senato ed il probabile referendum popolare.
Insomma, dopo sette mesi gli italiani si ritrovano non solo sempre più con le pezze al culo, ma con la sorpresa che questi ulteriori sacrifici hanno prodotto un pugno di mosche.
Che Renzi sia un personaggio inconcludente, malato di "annuncite", se ne sono già accorti in Europa come ha fatto intendere chiaramente, pochi giorni fa il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso dichiarando: "L'Italia è in ritardo su quasi tutti gli indicatori: accesso ai finanziamenti, ricerca e sviluppo, innovazione ... Il punto è portare dei risultati. Sinora ho sentito solo dichiarazioni ed impegni".
Se dessimo credito ai sondaggisti sembrerebbe, invece, che ancora oggi il 50% degli italiani viva drogato ed inebetito degli annunci renziani.
Il rischio è che il Paese (NdR: cioè tutti noi !) possa andare incontro a tempi ancora più gravi e cupi se qualcuno, o qualcosa, non costringerà Renzi a lasciar perdere la nefanda tresca del Nazareno, ordita a gennaio con il Pregiudicato, e lo convinca a dedicarsi finalmente ai problemi reali degli italiani.
Forse sono un illuso, ma mi aspetterei, ad esempio, che Giorgio Napolitano si impegnasse per far capire a Renzi che di certo non è con la strafottenza, l'arroganza e gli sberleffi, rivolti ora a questo ora a quello, che potrà risolvere la crisi, risollevare il Paese dal baratro e ridare prestigio all'Italia.
Si rischia, tra l'altro, che la credibilità internazionale dell'Italia, già per troppo tempo messa alla berlina dagli show sconcertanti di Berlusconi, riceva il definitivo colpo mortale dagli atteggiamenti fanfaroni ed arroganti di Renzi. 

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