Oramai sarebbe
confermato !
A fine ottobre Carlo
Cottarelli, che il Governo Letta aveva nominato “commissario straordinario per
la revisione della spesa pubblica” (NdR: per
gli anglofili “spending review”) lascerà il suo incarico e se ne ritornerà
al Fondo Monetario Internazionale, presso il quale lavora dal 1988.
Il solo fatto che
fosse stato chiamato a ricoprire quel incarico da Enrico Letta, già lo aveva
reso inviso a Matteo Renzi.
Cottarelli, però, da
professionista corretto e responsabile, aveva proseguito con impegno il suo
lavoro anche dopo che Letta era stato vilmente pugnalato alle spalle dal grullo
fiorentino.
E mal gliene incolse
perché il fanfarone Renzi delle proposte di Cottarelli non sapeva che farsene
dal momento che, aldilà degli annunci, non era sua intenzione né eliminare gli
sprechi né tagliare i rami secchi.
Infatti, il giorno
in cui in una intervista Cottarelli dichiarò che stava lavorando ad un
programma di possibili sforbiciate per 25 miliardi di euro, Renzi non nascose
la sua irritazione e reagì con tweet e conferenza stampa asserendo che era
compito della politica, e quindi suo, decidere se, cosa e dove tagliare.
La solita manfrina,
perché è proprio la politica che gli sperperi li ha creati e continua a crearli
nella ossessiva ricerca del consenso.
Tra le proposte di Cottarelli,
ad esempio, ci sarebbe la riduzione delle aziende municipalizzate da 8.000 a
1.000, con un risparmio annuo valutato tra i 2 ed i 3 miliardi di euro.
Una proposta respinta
perché sollevava il coperchio di un calderone nel quale da sempre tutta la classe
politica ci sguazza.
Esistono, inoltre,
anche altre migliaia di costosissimi enti inutili (NdR: nel 2009 l’allora ministro Calderoli li conteggiava in 34.000 !)
che i partiti utilizzano sia per assicurare poltrone di presidente e consiglieri
ai politici trombati, sia per elargire lauti stipendi e generosi contratti di
consulenza ad amici ed amici degli amici.
È dal 1956 che il
Parlamento continua ad emanare leggi “taglia enti”, tutte regolarmente disattese;
leggi che, dal momento che esistono, il commissario straordinario per la
revisione della spesa pubblica proporrebbe di applicare senza esitazione.
Una proposta semplice
ed ovvia, però indigesta ai politici.
La destrezza dei nostri
politici, infatti, non consiste solo nel tanto blaterare, ma anche nella abilità
di sgattaiolare via non appena si presenti la possibilità di passare dalle
parole ai fatti.
Anche Renzi, rinnovatore
e riformista da cartoons, in questi primi sette mesi di governo ha dimostrato
di essere molto abile solo con le chiacchiere.
Annunci ed ancora
annunci, accompagnati da una infinita sequela di tweet e dall’eco di slogan
pubblicitari degni della fiera degli “Oh
bej ! Oh bej !”.
Come non ricordare,
ad esempio, la sbruffonata renziana della messa in vendita, su eBay, di alcune decine di auto blu con
percorrenze chilometriche da rottamazione ?
Dopo quella sceneggiata
che cosa ha fatto Renzi per contrastare l’uso smodato di auto blu ?
Assolutamente nulla !
Nei giorni scorsi per
infiammare gli italioti plaudenti Renzi ha lanciato un nuovo assunto : “nella PA c’è grasso che cola”.
Fantastico, ho
pensato, stai a vedere che questa volta Renzi ha accettate le proposte di
Cottarelli e si darà da fare per tagliare inefficienze e sprechi.
Nemmeno per sogno,
sono bastate poche ore per capire che si era trattato di un nuovo slogan !
Infatti, non
contento di aver dissotterrato il pregiudicato, Renzi ha pensato bene di risuscitare
anche i “tagli lineari”, di tremontiana memoria, ordinando ad ogni ministro di tagliare
del 3% il proprio budget di spesa per il 2015.
Ora, anche il più
sprovveduto di noi sa bene che nessun ministro sarebbe così stupido da suicidarsi,
mettendosi contro le strutture del proprio ministero, segando gli uffici
inutili, sforbiciando gli organici ridondanti, cancellando i contratti di
consulenza degli amici e dei raccomandati, etc. etc..
Per cui,
inevitabilmente, ogni ministero taglierà quelle spese che non incidano sul
proprio orticello, cosicché a farne le spese sarà, come sempre, il livello dei
servizi alla collettività.
Già si parla, ad
esempio, di nuovi tagli sia alle prestazioni sanitarie che al presidio del
territorio per il controllo e la sicurezza.
Se questo è ciò che Renzi intendeva nel proporsi come “rinnovatore della politica”, allora non
solo ha problemi con la lingua inglese, ma dimostra anche e soprattutto una
crassa ignoranza del vero significato di quei vocaboli italiani che lui usa a
sproposito.
Nessun commento:
Posta un commento