Il 1° agosto scorso a
Torino si è conclusa un’era storica iniziata nel luglio del 1899.
A Torino, infatti, si
è svolta l’ultima assemblea “italiana” degli azionisti FIAT.
In futuro gli
azionisti, di quella che non sarà più FIAT ma FCA, terranno le loro assemblee ad
Amsterdam, mentre i Consigli di Amministrazione saranno convocati a Londra.
Ho vissuti a Torino
i miei primi 27 anni per cui riesco ad immaginare quale possa essere l’amaro in
bocca di molti torinesi, soprattutto di quelli che erano orgogliosi di potersi qualificare
con il classico: “io sono un dipendente”
(NdR: sottintendendo della FIAT).
Già perché all’ombra
della Mole, ai miei tempi, i torinesi si dividevano in “i dipendenti” e “gli altri”.
Quante volte noi,
che appartenevamo alla categoria “gli altri”, ci siamo divertiti a schernire “i
dipendenti” nostri amici perché ostentavano una fierezza a noi incomprensibile.
Ricordo che per prendere
in giro un nostro amico, che ce la menava per la sua condizione di “dipendente”,
mettemmo su un filmino parodistico in 8 mm che lo fece incazzare molto.
Insomma, sembrava
che, per loro, dichiararsi “dipendente” fosse un po’ come proclamare la propria
appartenenza ad una casta o ad un ordine cavalleresco.
Dubito che oggi, alla
luce delle vicende involutive vissute da quella che era la più importante
industria italiana, possa essere ancora così forte l’orgoglio di essere un “dipendente”.
Credo, infatti, che
il progressivo declino della FIAT, negli ultimi decenni, sia stato vissuto in
modo traumatico non solo dai “dipendenti” ma da tutti i torinesi.
Aggiungerei, anzi, non
solo dai torinesi vista la presenza, in Italia, di altri insediamenti
industriali che, poco a poco, si sono visti portar via le linee di produzione da
paesi disposti a concedere, alla FIAT, i loro cittadini lavoratori a salari e
condizioni da saldi stagionali.
Perciò, se ancora
vogliono inorgoglirsi, ai “dipendenti” oggi non resta che aggrapparsi ai
ricordi di ciò che, per quasi un secolo, è stata la FIAT per Torino e per l’Italia.
Ad esempio, potrebbero
ripensare con orgoglio all’impegno della FIAT, durante la seconda guerra
mondiale, per sostenere ed assistere i suoi impiegati ed operai e le loro
famiglie.
All’inizio degli
anni ’40 la quasi totalità degli abitanti di Torino sfollò nei comuni della
cintura torinese per sfuggire agli incessanti bombardamenti.
Erano gli anni in
cui il Governo ad ogni cittadino assegnava una “tessera annonaria individuale”
indispensabile per procurarsi le razioni di pasta, pane, carne, olio, caffè,
zucchero.
Ai bambini, e solo a
loro, erano concesse anche razioni di latte e burro, mentre per i neonati c’era
il latte in polvere artificiale.
Senza la “tessera
annonaria” non si otteneva neppure la propria razione di sapone !
Questo rigoroso razionamento
dei beni di prima necessità fece prosperare la cosiddetta “borsa nera”, dove
era possibile comprare di tutto ma a prezzi non accessibili alle famiglie di
impiegati ed operai FIAT.
Così, nei più
popolosi comuni in cui erano sfollati i torinesi, da Chieri a Trofarello, da Orbassano
a Pecetto, la FIAT aprì propri spacci dove, esibendo il tesserino aziendale di
riconoscimento i dipendenti potevano acquistare, a prezzi agevolati, pasta,
pane, burro, olio, etc.
Inoltre, nei comuni
in cui maggiore era la concentrazione di famiglie sfollate, la FIAT organizzò ambulatori
per l’assistenza sanitaria dei propri dipendenti e dei loro familiari.
Terminata la guerra,
per diversi anni la FIAT mantenne in vita una rete ambulatoriale in Torino, per
far sì che in ogni quartiere ci fosse una struttura sanitaria al servizio delle
famiglie dei dipendenti.
Può darsi che l’orgoglio
di essere un “dipendente” si sia affermato proprio in quei difficili anni, per l’importante
impegno sociale con il quale la FIAT si era preoccupata di far sì che le
famiglie dei propri collaboratori avessero condizioni di vita meno difficili.
Già, ma quella era
la FIAT di Vittorio Valletta e di Gaudenzio Bono, così diversi dai John Elkann
e Sergio Marchionne di oggi che, quasi certamente, ignorano persino queste pagine
della storia FIAT !
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