martedì 31 gennaio 2012

PdL ... c'è soltanto da vergognarsi !
Quando nel Parlamento italiano esercitavano il loro mandato politici galantuomini e prestigiosi, accadeva, come nel giugno 1984, che quando moriva Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, il suo avversario politico di sempre Giorgio Almirante, segretario del Movimento Sociale Italiano, come raccontano le cronache dell'epoca piangeva la perdita del valente antagonista e si recava a rendere omaggio alla sua salma nella camera ardente allestita nella storica sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure. 
Quattro anni dopo, era il maggio 1988, alla morte di Giorgio Almirante, i due più autorevoli esponenti di allora del Partito Comunista, Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta partecipavano alle esequie di colui che per 40 anni era stato il loro più irriducibile avversario politico.
Rispetto per le istituzioni, per le idee, per gli avversari politici, erano alla base della cultura politica e parlamentare.
Oggi invece, nell'anno di grazia 2012, in un Parlamento italiano popolato da sedicenti politici, beceri, arroganti e digiuni di cultura democratica, accade che ai funerali di Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, non siano presenti politici in rappresentanza del PdL, schieramento temporaneamente di maggioranza, mentre l'ex presidente del consiglio Berlusconi reputa di non dover inviare alla famiglia Scalfaro neppure un semplice messaggio di cordoglio.
Non solo, ma quando alla Camera è stato proclamato il minuto di silenzio per onorare l'ex Presidente Scalfaro, i deputati di PdL e Lega Nord hanno abbandonata l'aula.
Questi sarebbero i rappresentanti del "partito dell'amore" di cui si vanta Berlusconi ?
Evidentemente Berlusconi & Co alla parola amore non attribuiscono il significato cristiano, ma solo quello meno elevato che si pratica sotto le lenzuola !
Sarà pur vero che stile e classe non sono acqua e non sono in vendita sugli scaffali del supermercato, ... però rattrista constatare un così grave e disgustoso degrado della cultura politica nel nostro Paese.

lunedì 30 gennaio 2012

Da "libro e moschetto" a "padania e cicchetto"
Corsi e ricorsi storici.
Raduni come quello di Pontida rievocano le adunate in piazza Venezia del ventennio fascista.
E' solo cambiato il colore delle uniformi, dalle camice nere si è finiti alle camice verdi.
Il fez fascista è stato rimpiazzato dall'elmo vichingo con corna.
In luogo delle riunioni rigorosamente segrete del "gran consiglio" ci sono le riunioni altrettanto segrete del "cerchio magico".
La stessa idolatria per il capo assoluto, la stessa stupidità degli slogan, lo stesso linguaggio violento, lo stesso machismo.
La vera novità è che nel pianeta verde incomincia ad intravedersi qualche prima lacerazione : i fischi a Bossi in piazza del Duomo, la presentazione alle elezioni amministrative di Verona della "lista civica Tosi" senza il simbolo della Lega, gli ascoltatori di Radio Padania che manifestano idee non allineate a quelle del capo assoluto.
Fortunatamente queste manifestazioni di dissenso hanno luogo senza che il "cerchio magico" sentenzi la fucilazione per alto tradimento come accadde a Verona nel 1944.
Negli ominidi verdi, però, 24 anni di egemonia bossiana hanno lasciato il segno.
Prendiamo come esempio il caso del sindaco leghista del comune varesino di Sesto Calende, Marco Colombo.
Un giorno il signor Colombo scopre per caso che nella biblioteca civica è arrivato un nuovo libro : "L'idiota in politica - Antropologia della lega nord" di Lynda DeMatteo.
Basta il solo titolo perché il sindaco convochi la bibliotecaria e la rimbrotti duramente per aver inserito quel libro sugli scaffali, un libro che deve essere assolutamente mandato al confino.
La bibliotecaria oppone un netto rifiuto facendo presente che sugli scaffali della biblioteca civica ci sono anche volumi come "Il libro nero del comunismo" e "Mein Kapt".
Non potendo licenziare la bibliotecaria cosa architetta quel genio di Marco Colombo ?
E cosa volete che possa escogitare se non un "uovo di Colombo" ?
Insieme all'assessore alla cultura, Silvia Fantino anch'essa leghista DOC, decidono all'unisono : dobbiamo assolutamente prendere in ostaggio quel libro !
Il gatto e la volpe preparano così l'elenco degli ominidi verdi, di provata fede, ai quali ordinare di prenotare il prestito del libro presso la biblioteca.
Lo stratagemma è geniale : siccome ogni ominide verde potrà trattenere il libro tre o quattro mesi, per due o tre anni il libro non sarà disponibile alla curiosità morbosa dei concittadini non leghisti.
Nel ventennio fascista il MinCulPol metteva al bando i libri pericolosi per il regime, oggi invece la Lega li prende in ostaggio.
Corsi e ricorsi storici !   

domenica 29 gennaio 2012

Camusso... spogliarsi dalle ragnatele ideologiche !
Se i sindacalisti, almeno quelli che sono al vertice dei Sindacati, avessero il buon senso di accomodarsi, perlomeno per qualche settimana, ad una scrivania manageriale, quasi certamente si mostrerebbero meno ostinati nella difesa ad oltranza dell'art. 18, almeno nella sua attuale configurazione e stesura.
Credo che sia condivisibile da tutti, senza eccezioni e senza pregiudiziali, il principio che il lavoratore debba essere tutelato da ogni forma di discriminazione, sopraffazione e vessazione in tutte le situazioni lavorative, qualunque siano le loro dimensioni.
Il vero problema è che, troppo spesso, all'impresa riesce difficile, quando non impossibile, far comprendere prima al Sindacato, e poi alla Magistratura del lavoro, che alcuni comportamenti, inadempienze e condotte producono alterazioni non solo alla regolarità operativa del sistema impresa, ma di frequente anche allo stesso clima collaborativo e partecipativo.
D'altra parte, a poco o nulla possono servire i periodi di prova, previsti da tutti i contratti di lavoro, per poter valutare a trecentosessanta gradi la compatibilità del neo-assunto sia con i compiti e le responsabilità che gli saranno assegnati, sia con il contesto sociale.
Eppure, concluso il periodo di prova scatta automaticamente lo scudo dell'art. 18, anche quando il periodo di prova sia di soli 15 o 30 giorni.
Perché, quindi, non valutare la possibilità di ristrutturare e riformulare l'elaborato dell'art. 18 prevedendo, ad esempio, una progressività di contenuti e forme di tutela in funzione dell'anzianità aziendale del lavoratore ?  

sabato 28 gennaio 2012

Bossi svegliaaaaa ... i leghisti non la pensano come te !
Dopo lo smacco dei fischi che i militanti leghisti hanno riservato a Bossi, in piazza del Duomo (fischi che lo sconclusionato Trota cerca di spiegare con un fuori sincrono tra video ed audio. Sic !), per il Grande Barbaro arrivano nuovi ed imbarazzanti scorni.
Irridendo il suo ex alleato e compagno di merende, Bossi ha affermato che Berlusconi è una "... mezza calzetta perché non molla quel Monti che tutta l'Italia vorrebbe strangolare".
Senza indugio Radio Padania per rafforzare il "verbo" del Grande Barbaro che fa ?
Promuove un sondaggio tra gli ascoltatori di Radio Padania che, come tutti sanno, è ascoltata unicamente da militanti e simpatizzanti leghisti, vale a dire da ominidi verdi.
Domanda del sondaggio : "cosa ne pensi dei primi mesi di attività del governo Monti ?".
In poche ore partecipano al sondaggio 5.493 ascoltatori, un successone !
Sul sito web della radio gli ascoltatori possono seguire, minuto per minuto, l'evoluzione del sondaggio.
All'improvviso, però, il responsabile di Radio Padania, l'ex comunista ed oggi europarlamentare leghista Matteo Salvini ordina la sospensione del sondaggio e la cancellazione dei risultati dal sito.
Come mai ? Cosa è successo ?
E' successo che quei maledetti 5.493 leghisti non sembrano d'accordo con quello che, da settimane, continuava ad affermare il Grande Barbaro.
Infatti, oltre l'80% degli ascoltatori si era detto favorevole al Governo Monti con addirittura un 71,1% che si era dichiarato "molto soddisfatto", mentre un 3% manifestava delusione ed un 12,9% si diceva "incavolato". Una vergogna da insabbiare !
Di fronte a numeri che dimostravano una così evidente scollatura tra il "verbo" di Bossi ed il pensiero della base leghista bisognava trovare subito ed a tutti i costi una spiegazione.
La spiegazione arrivava puntuale dopo qualche ora : "il sondaggio è stato sabotato dai comunisti".
A crederci, ovviamente, solo Salvini e qualche ominide verde più stupidotto. 
Deliranti parole dal Sindacato Capitani Lungo Corso
La millenaria storia della marineria italiana è famosa per i moltissimi  "capitani coraggiosi", uomini che amavano il mare, erano responsabili della vita del loro equipaggio e degli ospiti, consideravano un impegno d'onore l'incolumità della loro nave.
Questo è il modello di Comandante al quale spererebbe di affidarsi ogni crocierista nel momento in cui sale a bordo.
Invece no, non è più assolutamente così !
Nel corso di una conferenza stampa (della quale non c'è traccia, per ragioni facilmente intuibili, nè sulla stampa nè sulle televisioni nazionali) l'Unione Sindacale Capitani di lungo corso al comando, per bocca del suo presidente Antonino Nobile, informa che nessun provvedimento di sospensione sarà adottato nei confronti di Schettino almeno fino a conclusione delle indagini della Magistratura.
E fin quì nulla da eccepire.
Ciò che, invece, lascia interdetti sono le parole del signor Pietro Gardella, consigliere della stessa Unione Sindacale, il quale, a proposito della consuetudine del "inchino", afferma che, nelle crociere, è una pratica usuale ma che non lo si fa per il piacere dei passeggeri ma "... lo si fa anche per dimostrare che abbiamo coraggio ... c'è quello che ha fortuna e quello che non ce l'ha" !
E' una affermazione delirante !
Vale a dire che la vita di migliaia di crocieristi e dell'equipaggio può essere messa a rischio solo per la smargiassata di un comandante che poi se ne potrà vantare con gli amici bevendo una birra al Bar Sport ?
Dopo questa dichiarazione mi viene il dubbio che, quasi certamente, in questo nuovo codice della "marineria spaccona" sia anche previsto l'immediato e codardo abbandono della nave con disprezzo per la incolumità di passeggeri ed equipaggio.
Ma, proseguendo con assoluta indifferenza per le decine di morti provocati da quella che, secondo il suo pensiero, sarebbe stata una "prova di coraggio" di Schettino, il signor Gardella ha aggiunto : "... ci sono più morti sulle strade italiane in un week end che in un naufragio".  Affermazione sconvolgente !
Naturalmente il signor Gardella non poteva fare a meno di prendersela con il Comandante De Falco, reo di aver messa a nudo la pusillanimità e la inettitudine del "coraggioso Schettino".
Per concludere, è inevitabile porsi una domanda : Costa Crociere, MSC Crociere, Royal Carribean, etc. informano i crocieristi, prima dell'imbarco, che potrebbero fare naufragio per la spacconeria del loro comandante ?

venerdì 27 gennaio 2012

Perché dobbiamo essere grati alla Lega !
Noi, denigratori della Lega, dovremmo soffermarci a riflettere sui meriti che vanno riconosciuti a questo movimento politico.
Senza la Lega, infatti, mai e poi mai sarebbero assurti alla ribalta delle cronache politiche alcuni soggetti impresentabili.
Solo grazie a Bossi, i curricula e le esternazioni di molti individui ci hanno permesso di toccare con mano come nella specie umana (sempre che di specie umana si possa ancora parlare in questi casi) non esista un limite al peggio del peggio.
Ma quale, ad esempio, è il pensiero e quali i comportamenti di alcuni di questi rappresentanti della elite culturale della Lega ?
Mario Borghezio, già nazifascista di Ordine Nuovo e Forza Nuova, attualmente eurodeputato è stato nel 1994 (udite udite !) sottosegretario alla Giustizia del primo Governo Berlusconi. Il suo credo è la "opposizione alla società multirazziale" per la difesa della "purezza della razza padana". Per proteggere la "razza padana", nel 2000, con un manipolo di "volontari verdi", di cui è stato l'ideatore, prende parte ad una coraggiosa azione di "pulizia etnica" spruzzando detersivi su alcune donne nigeriane in viaggio tra Milano e Torino sull'Intercity. Dopo pochi mesi si ripete con un'altra azione ardimentosa dando fuoco alle baracche occupate da immigrati sotto il ponte Principessa Clotilde di Torino. Encomiabili imprese di un ex sottosegretario alla Giustizia !
Oscar Lancini, come sindaco di Adro, nel bresciano, è famoso per aver addobbato con la croce celtica il polo scolastico del Comune e per aver negata la mensa ad alcuni bambini i cui genitori non avevano pagata la retta. Torna alla ribalta, in questi giorni, perché inveisce contro il Presidente Napolitano reo di aver riconosciuto il Cavalierato della Repubblica alla Persona (con la P maiuscola) che con gesto di generosità pagò al Comune di Adro 10.000 euro per assicurare a tutti i bambini il diritto alla mensa.
Il Trota (alias Renzo Bossi), eletto consigliere regionale della Lombardia per meriti scolastici (è stato bocciato 3 volte agli esami di maturità) ha sintetizzata la sua posizione politica dichiarando a Radio Padania: "dopo mio padre sono io il sogno erotico delle donne padane".
Erminio Boso, già senatore ed attualmente europarlamentare è noto alle cronache politiche solo per aver proposto, nel 1998, di istituire sul treno regionale Verona-Bolzano vagoni speciali riservati agli immigrati (nelle sue intenzioni forse carri bestiame).
Roberto Caldiroli, fino a poche settimane fa ministro del Governo Berlusconi e padre del famigerato "porcellum", nel 2006 esibiva in un telegiornale RAI la caricatura di Maometto riprodotta sulla maglietta che indossava, suscitando vive reazioni da tutto il mondo islamico con l'assalto al Consolato Italiano di Bengasi ed 11 morti. Il suo senso diplomatico concedette il bis, pochi mesi dopo, quando dopo la finale del campionato mondiale di calcio defini la rappresentativa francese una "squadra di negri, islamici e comunisti" con  inevitabile reazione dell'Ambasciatore francese.
Giancarlo Gentilini, già sindaco di Treviso è noto per le dichiarazioni xenofobe, omofobe, anti-meridionali e contro la dignità delle donne, dichiarazioni che hanno fatto il giro del mondo provocando reazioni e condanne sia dal mondo politico che ecclesiale. Nel 1997 ordinò di rimuovere tutte le panchine dai giardini pubblici di Treviso per impedire che gli extracomunitari potessero usarle.

giovedì 26 gennaio 2012

B & B ... c'eravamo tanto amati !
Dopo anni ed anni di scambi di favore di ogni genere e di tradizionali cene ad Arcore, con o senza codazzo di serventi, il flirt tra Bossi e Berlusconi vive momenti di inquietudine per la comparsa sulla scena di due personaggi scomodi, Mario Monti e Roberto Maroni.
Il pressante susseguirsi di "aut aut" a Berlusconi, da parte di Bossi, e la reiterata minaccia di far capitolare la Giunta Regionale lombarda (già inguaiata da infortuni giudiziari) se il PdL non staccherà la spina al Governo Monti, non è semplicemente la ripicca tra vecchi conniventi ma nasconde ben altre ragioni.
Bossi sta scoprendo, giorno dopo giorno, di non essere più riconosciuto come il capo assoluto della Lega, da larga parte dei militanti, e di dover fare i conti con Maroni ed i suoi sostenitori.
Alcuni episodi che hanno scosse le certezze di Bossi facendogli comprendere che la Lega gli sta sfuggendo di mano : la bordata di fischi ricevuta in piazza del Duomo, l'aver dovuto imporre a Reguzzoni (affiliato al "cerchio magici") di cedere ad un maroniano la poltrona di capogruppo alla Camera, il ritiro della mozione di sfiducia al Ministro Passera perchè non condivisa da Maroni, la scelta del maroniano Tosi, sindaco di Verona, di presentare una lista di soli leghisti alle prossime elezioni amministrative.
La paura, così ossessiva, di perdere il controllo della Lega che tormenta Bossi è condivisa dai componenti il "cerchio magico" i quali, nel malcelato tentativo di fare la conta dei bossiani, hanno messa in atto la patetica e ridicola iniziativa di invitare i militanti a scivere una mail a Bossi.
Bossi è convinto, ormai, che la Lega non durerà così com'è fino alla scadenza elettorale del 2013, per cui vede come unica via di scampo quella di prendere in contropiede i maroniani facendo anticipare il più possibile la tornata elettorale.
Per contro, Berlusconi è avvisato dai "suoi" sondaggisti che il PdL è precipitato ai minimi storici nel consenso elettorale proprio mentre la fiducia nel Governo Monti è in ascesa; sa anche che un'alleanza con Maroni sarebbe molto difficile; è consapevole che staccare la spina, in questo momento, al Governo Monti significherebbe far piombare l'Italia nel rischio concreto di default, cosa che l'elettorato non gli perdonerebbe. Forse, sacrificare Formigoni e la sua Giunta potrebbe essere il minore dei mali.
Però, su Berlusconi e Bossi pende anche la spada di Damocle dell'eventuale riforma elettorale che toglierebbe loro la possibilità di far fuori i candidati meno remissivi.
Alla fine prevarrà l'interesse dell'Italia sui meschini interessi di bottega ? 

mercoledì 25 gennaio 2012

Svecchiare la cultura del Sindacato
Le dichiarazioni rilasciate dai rappresentatnti dei principali sindacati, prima e dopo l'apertura del tavolo con il Governo sulla riforma del lavoro, sembrano confermare l'inadeguata percezione che il Sindacato ha di come e di quanto sia profondamente cambiato il mondo del lavoro.
La memoria ritorna a quel 14 ottobre 1980, quando per le vie di Torino 40.000 "colletti bianchi"  sfilarono in silenzio per protestare contro la dura vertenza sindacale che, oramai da 35 giorni, negava loro, di fatto, il diritto al lavoro.
La "marcia dei 40.000", come fu battezzata dai media, non solo rappresentò una cocente sconfitta per il Sindacato, ma costrinse a focalizzare l'attenzione sul cambiamento sociale, politico e culturale che stava maturando nella società.
Allora il Sindacato apprese la lezione e cercò di posizionarsi su condotte meno massimaliste.
Sono trascorsi oltre 30 anni da quel giorno, e soli pochi mesi dai referendum svolti a Pomigliano e Mirafiori, ma l'impressione che si ricava da certe dichiarazioni induce a pensare che, per il Sindacato, il riferimento sia unicamente ancora il vecchio modello di "fabbrica", come se negli anni il vero problema del lavoro non si sia spostato sempre più verso altri settori.
Ad esempio il settore dei servizi che soffre largamente di precariato, carenza di tutele, assenza di ammortizzatori sociali, ma che costituisce una delle poche possibilità di occupazione soprattutto per i giovani.
Anche per questo sarebbe necessario mettere mano ad una riforma del lavoro se si avesse la volontà vera di preoccuparsi seriamente delle nuove generazioni che, solo parzialmente, potranno realizzare il loro futuro nelle fabbriche.
Certo è che l'attuale momento di grave crisi, in cui si dibatte il nostro Paese e non solo, non aiuta ad affrontare con serenità una radicale riforma del lavoro, ma è altrettanto certo che barricarsi in difesa di posizioni ideologiche non potrà servire nè a superare la congiuntura attuale, nè a progettare il futuro. 

martedì 24 gennaio 2012

Leghisti, carta e penna e scrivete al capo !
Non so chi sia quel genio che cura l'immagine della Lega, ma ciò che appare ormai assodato è che la tanto celebrata "concordia leghista", ripetutamente conclamata dal palco di piazza del Duomo, si è miseramente dissolta, in meno di 24 ore, grazie proprio alla devastante iniziativa di questo genio.
Di questi tempi, purtroppo, sospetto che sia la parola "concordia" a portare sfiga !
Sta di fatto che per iniziativa di alcuni fedelissimi del "cerchio magico" (si bisbigliano i nomi di Rosi Mauro e Daniela Cantamessa) i militanti della Lega sono invitati a far arrivare al Senatùr una mail di deferenza e lealtà.
Il testo della mail è scrupolosamente riportato in un fac-simile che il militante deve semplicemente completare indicando la sezione di appartenenza ed il proprio nome.
Evidentemente la fiducia nello standard culturale dei militanti leghisti è così elevata che si è giudicato opportuno non concedere neppure la facoltà di scrivere il messaggio con parole loro.
Per senso estetico sorvoliamo sui contenuti e sui toni del testo indicato nel fac-simile, contenuti e toni che si fondono in un patetico mix tra l'accorato ed il comico.
Merita, invece, mettere in risalto che nel citato testo si fanno espliciti riferimenti a "incredibile teatrino di interventi fratricidi" ed a "divisioni e gelosie che facciano fallire ancora una volta il nostro sogno".
Evidentemente, dopo i baci e gli abbracci di circostanza i fedelissimi del "cerchio magico" sanno che le baruffe non sono affatto terminate nè potranno terminare, per cui vogliono fare la conta dei militanti veramente bossiani, prima di arrivare ai congressi provinciali.
Certo è che se l'intenzione di Bossi era quella di far giungere all'esterno il messaggio di una Lega unita, questa brillante iniziativa gli ha segate le gambe ottenendo un effetto sicuramente devastante.

lunedì 23 gennaio 2012

Roma ladrona, padania cogl...a !
L'inconsistenza politica di Bossi ed il suo livello di imbarbarimento non sorprendono più nessuno. I suoi unici e più importanti momenti di comunicazione politica si manifestano esclusivamente in parolacce, insulti, dito medio, smargiassate di ogni tipo.
E gli italiani hanno tollerato che fino a due mesi fa questo individuo fosse Ministro, con auto blu, scorta e quant'altro a spese della Repubblica Italiana.
Non che Calderoli, altro ex ministro, sia più capace e meno imbarazzante del Senatùr.
Era quindi scontato che, a Milano in piazza del Duomo, il Grande Barbaro vomitasse le sue volgarità su Monti e sulla solita "Roma ladrona", davanti a qualche migliaia di ominidi verdi.
Gli attacchi a Monti prevedibili ! In soli due mesi il Governo dei professori ha fatto quello che in 8 anni di potere assoluto i ministri leghisti ed il Governo Berlusconi non erano riusciti a fare, perciò quale migliore occasione per vendicare con insulti il fatto che Monti avesse messa a nudo la loro assoluta incapacità di stare al governo.
Invece, è nelle insistite aggressioni a "Roma ladrona" (in quanto capitale dello Stato) che gli ominidi verdi confermano il loro inquietante livello di rincoglionimento.
Una condizione di rincoglionimento voluta e manipolata con scaltrezza da Bossi & Co che, indirizzano la rabbia degli ominidi verdi verso Roma per sviarne l'attenzione dal "mangia mangia" della Lega.
Ed è un "mangia mangia" consumato dalla Lega proprio a spese di "Roma ladrona" e, quindi, dello Stato italiano.
Alcuni esempi:
  1. sono ben 51 i deputati e 23 i senatori, rappresentanti della inesistente padania, che vivono, mangiano, viaggiano e godono di molti altri benefici proprio a sbafo di "Roma ladrona"
  2. ex ministri ed ex sottosegretari leghisti continuano ad approfittare di auto blu e di scorte, pagate anch'esse da "Roma ladrona";
  3. a titolo di contributi per le spese elettorali 2008 la Lega ha incassati, sempre da "Roma ladrona", € 41.384.550, dirottando poi parte di questo denaro in affari a Cipro, Tanzania e Norvegia;
  4. così, mentre Bossi con alcuni intimi (il famoso cerchio magico) maneggiano a loro piacimento e tornaconto milioni di euro incassati da "Roma ladrona", le sezioni leghiste sono costrette a chiedere oboli ai militanti per poter pagare gli affitti.
Mantenere in una condizione di rincoglionimento gli ominidi verdi, però, serve a Bossi & Co anche per distrarli dalle feroci baruffe interne alla Lega, per far dimenticare la sudditanza a Berlusconi nel votare le "leggi ad personam", per evitare che si pensi al caso Cosentino, per far accettare l'elezione del Trota, etc.
A questo punto qualcuno può avere ancora dubbi nel considerare gli ominidi verdi, quelli che berciano contro "Roma ladrona", autentici rincoglioniti padani ?

domenica 22 gennaio 2012

L'assordante silenzio di Bersani
Nel momento in cui (erano le ore 21 del 12 novembre 2011) Berlusconi ha varcato il portone del Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente Napolitano, Pier Luigi Bersani si è risvegliato orfano del ritornello che da mesi andava cinguettando con ripetitività maniacale : "Berlusconi deve fare un passo indietro".
Infatti, da quando finalmente il cavaliere da Arcore si è fatto da parte, Bersani sembra essere piombato in una grave depressione sia verbale che di idee.
Oddio, è anche vero che i rumori assordanti del silenzio di Bersani sembrano far bene al PD se, come indicano gli ultimi sondaggi, il partito guadagna consensi fino ad essere accreditato di un 28/29% !
Però i sondaggi hanno un valore effimero e, prima o poi, quando sarà il momento di depositare la scheda nell'urna, l'elettore, almeno quello pensante, valuterà obiettivi e strategie delle diverse proposte politiche.
Obiettivi e strategie che, per ora, nella mente di Bersani sembrano carenti oppure molto confusi.
Per carità, non è difficile comprendere che il Segretario del PD viva in uno stato permanente di indecisione su cosa fare e su cosa dire pur di non turbare la bislacca convivenza, all'interno del suo partito, del variegato coacervo di anime, dalla radicale alla cristiano-sociale, dalla socialdemocratica alla liberale, dalla ecologista alla repubblicana.
Qualcosa però Bersani dovrà pur dire al potenziale elettore.
E gli interrogativi che da tempo si pongono, non solo gli elettori ma molti degli stessi dirigenti del partito, sono tanti e corposi.
Ad esempio, il PD cerca un'unione di intenti con i barricadieri Di Pietro e Vendola, di vastese memoria, oppure intende flirtare con Casini ?
Sull'art. 18 il PD farà sua l'irremovibilità della Camusso oppure sarà disponibile a condividere le proposte di Monti e Fornero ?
Su temi quali il riconoscimento delle coppie gay o l'assenso al testamento biologico quale è la posizione unitaria del PD ?
Quando Bersani avrà finalmente superato lo shock conseguente alle dimissioni di Berlusconi, dovrà confrontarsi con questi ed altri interrogativi che sono pur sempre delle belle gatte da pelare.
Seguitare in questo assordante silenzio è un'arma infida a doppio taglio.

sabato 21 gennaio 2012

Lo smemorato di Arcore e le sue parole insensate
Ascoltando certe dichiarazioni del cavaliere da Arcore è lecito chiedersi se al personaggio non sarebbe utile saper contare almeno fino a 10 prima di parlare.
Ecco alcune perle delle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti all'uscita dal tribunale di Milano dopo l'udienza Mills.
  1. "La cura non ha dato alcun frutto" ha sentenziato il cavaliere riferendosi al Governo Monti. E' comprensibile che uscendo da un'aula di tribunale Berlusconi potesse essere in uno stato di torpore tale da non ricordare né la disastrosa situazione in cui il suo governo ha lasciata l'Italia il 16 novembre 2011, cioè tre mesi fa, né il discredito internazionale che era riuscito a polarizzare sul nostro Paese con le sue performance da showman ? Forse si, ma se fra i presenti si fosse trovato un giornalista con le palle avrebbe potuto domandargli : "mi scusi signor Berlusconi, ma  per tre anni e mezzo, quando lei era al governo, ha continuato ad affermare che tutto andava bene e che in Italia non c'era nessuna crisi, quindi di quale cura sta parlando e che cosa si sarebbe dovuto curare ? E mi permetta una seconda domanda : lei pensa che a portare l'Italia sull'orlo del baratro sia stato il Governo Monti in questi 72 giorni ?".
  2. Riconosco, invece, che un altro passo delle sue dichiarazioni mi ha intenerito fino alle lacrime. E' stato quando, con un velo di autocommiserazione il cavaliere da Arcore ha affermato : "abbiamo scelto il male minore, il governo tecnico, in quanto c'era un attacco ossessivo nei confronti del nostro governo e del presidente del consiglio in particolare". Mentre mi asciugavo le lacrime, però, ho riflettuto e mi è venuto in mente che negli ultimi mesi ad attaccarlo non erano stati i soliti bolscevichi, bensì le fronde interne allo stesso PdL. Boh ... può darsi che non se ne sia accorto, allora, oppure che lo abbia dimenticato, oggi.
  3. Naturalmente, come ciliegina sulla torta non poteva mancare un attacco alla Costituzione. Infatti, secondo il cavaliere, se i consensi al PdL sono precipitati dal 37,4% del 2008 al 22,9% che i sondaggi di questi giorni gli accreditano, la colpa sarebbe da imputare al fatto che "la politica è retta da regole fatte tanti anni fa dai padri costituenti, e con queste regole non si può andare avanti". Ebbene si, ha detto proprio così ! Può darsi che i "suoi" sondaggisti, per compiacerlo, non lo abbiano informato che mentre il PdL perde consensi ci siano partiti che li guadagnano. Già, ma probabilmente al cavaliere da Arcore piacerebbe un regime come quello del suo amico "fu" Gheddafi o del suo compagno di baldorie Putin. Cioé, il cavaliere aspirerebbe ad un sistema politico che non emani quello che, per lui, è il ripugnante odore della democrazia.
No comment !

venerdì 20 gennaio 2012

Cicchitto : ma che ca..o dice ?
Dopo che la Consulta ha dato il tipico calcio negli stinchi ad oltre un milione e duecentomila italiani che avevano sottoscritti i referendum, è entrata in fibrillazione la società civile, che intende fare sentire la sua voce di dissenso e rivendicare i sui diritti.
L'evidente scopo sarebbe quello (volutamente uso il condizionale) di sollecitare la classe politica perché abbia un rigurgito di responsabilità ed approvi una nuova legge elettorale.
Uso il condizionale perché, dai primi riscontri, si ha la sensazione che dietro una scontata disponibilità di facciata si nasconda di fatto, almeno in alcuni partiti, la volontà di impedire che agli elettori sia restituito il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.
Il perché è fin troppo chiaro.
Restituire agli elettori il diritto di scegliere da chi essere rappresentati alla Camera ed al Senato sottrarrebbe ai "capi bastone" il potere di portare in Parlamento servi sciocchi, veline, buffoni, camorristi, mafiosi, indagati, ruffiani, escort, etc. etc.
Perfino Scilipoti rischierebbe di non essere eletto, cosa che farebbe stramazzare il popolo italico in un tragico sconforto !
Una prova della volontà di alcuni di non cambiare il "porcellum" ?
Ecco la confusa e contraddittoria dichiarazione del loquace Cicchitto che, come risaputo, apre bocca solo per dar voce scrupolosamente a quello che gli scrive sui "pizzini" il suo padrone.
Orbene, il capogruppo del PdL alla Camera ha dichiarato: "...sulla legge elettorale, a mio avviso, va mantenuta l'indicazione della coalizione e andranno adottati sistemi elettorali che consentano la scelta dei parlamentari da parte dei cittadini senza tornare al sistema delle preferenze che presenta questioni assai serie, già emerse nell'ultima fase della prima Repubblica". Sic !!!
Ispirandomi al linguaggio chiaro e diretto del Comandante De Falco, che tutti abbiamo avuto modo di apprezzare nei giorni scorsi, mi verrebbe da dire: "ma che cazzo dice signor Cicchitto ? E' sicuro di aver letto bene quello che era scritto sul "pizzino" ?".
Adottare sistemi elettorali "che consentano la scelta dei parlamentari da parte dei cittadini" come vuole conciliarlo con "senza tornare al sistema delle preferenze" ?
Lei, forse, sta pensando a sostituire le preferenze con primarie di condominio e poi di quartiere ? Oppure pensa di far approvare le liste preconfezionate dai moltissimi fantasmi che risultano iscritti al PdL di Vicenza ?
Mi auguro per lei che la sua dichiarazione sia stata travisata dai media, ovviamente bolscevisti.
Se così non fosse mi permetta un semplice consiglio: per evitare imbarazzi anche ai suoi colleghi di partito, prima di aprire bocca legga bene quello che le ha scritto sui "pizzini" il suo boss.

giovedì 19 gennaio 2012



Il Paese Italia è ancora recuperabile ?
Non passa giorno che nel nostro Paese non accada qualcosa che ci faccia toccare con mano quanto sia sempre più diffuso l'inquietante degrado di moralità, dignità, onestà e giustizia.
Un degrado strisciante e contagioso che induce sempre più persone a perdere equilibrio nel giudicare e ad ostentare tolleranza ed accondiscendenza di fronte ad ogni evento, anche il più indegno.
Alcuni lo fanno per sfrontata partigianeria, altri per superficialità, altri ancora per ignoranza, ma molti altri soprattutto per una vera e propria condivisione del "così fan tutti".
Ricordo che agli inizi degli anni '90 si sollevò una generale indignazione contro i fenomeni di corruzione messi a nudo dall'inchiesta "mani pulite"; oggi però la corruzione continua, probabilmente più di allora, ma nessuno sembra più indignarsi.
L'evasione fiscale è da sempre un cancro che debilita l'economia italiana, ma è stato sufficiente un blitz a Cortina dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate per far insorgere molti esponenti di una parte politica che in fatto di onestà e dignità dovrebbe proprio tacere.
Un Paese in cui, per buona parte dell'opinione pubblica, chi fa semplicemente il proprio dovere a volte diventa perfino un eroe, mentre chi contravviene ai propri doveri è solo un furbacchione da prendere come modello.
Come contrastare questo modo di pensare quando, ad esempio, il principio che la Legge sia uguale per tutti viene poi smentito nella realtà quotidiana, e scopri che un semplice "On." davanti al nome è sufficiente perché qualcuno possa sfuggire all'arresto anche se accusato di "concorso esterno in associazione camorristica".
E per rimanere in tema di giustizia ci si rende conto che raccontando ad un magistrato una scemenza come quella di essere accidentalmente scivolato, salvando il proprio computer, in una lancia di salvataggio insieme al primo, al secondo ed al terzo ufficiale, si riesce a far sì che il magistrato ignori 11 morti, 22 dispersi, un naufragio e la penosa sofferenza di oltre 4000 persone.
Un adagio popolare ci ricorda che "il pesce puzza dalla testa" ed il nostro Paese è abitato, purtroppo, da molti sempliciotti che confidano ancora che le cose possano cambiare affidandosi a quei tali che, autoreferenziandosi, occupano il Parlamento con due soli ed unici scopi: difendere il tornaconto della loro casta e cambiare le apparenze per lasciare le cose immutate.

mercoledì 18 gennaio 2012

Ma che giustizia è questa ?
Ieri il GIP di Grosseto con la decisione di concedere gli arresti domiciliari al signor Schettino (resosi indegno della qualifica di "comandante") ha aggiunto un'altra tessera al mosaico  incomprensibile della giustizia italiana.
Nello stesso Paese in cui, con straordinario rigore si mettono dietro le sbarre in attesa di giudizio, ad esempio, un immigrato reo di essere entrato clandestinamente in Italia, o colui che è accusato del possesso di qualche grammo di droga, la concessione degli arresti domiciliari a chi, invece, oltre ad essere comprovato colpevole di grave condotta irresponsabile ed abbandono di nave, ha anche e soprattutto sulla coscienza già 11 morti, mi risulta incomprensibile.
Non essendo un giurista certamente non mi permetto di valutare nel merito la decisione del GIP, ma da semplice uomo della strada mi posso permettere, invece, di affermare che da troppo tempo non riesco più a comprendere il senso di quella scritta "La Legge è uguale per tutti" che campeggia in ogni aula di giustizia.
Alla luce anche delle vicende di questi ultimi giorni mi domando, perciò, se non sarebbe più corretto ed attuale riscrivere quel solenne concetto sostituendolo con "La Legge sarebbe uguale per tutti, ma è sottoposta al potere discrezionale della Magistratura e del Parlamento italiani" ? 

martedì 17 gennaio 2012

Napolitano, Berlusconi, Monti... come la Costa Concordia
Tra gli ultimi mesi vissuti dal nostro Paese e le ultime ore della Costa Concordia mi sembra di cogliere alcune similitudini.
Ovviamente, in tutti noi c'è l'augurio che per l'Italia l'esito sia ben diverso dal drammatico naufragio in cui è incappata la nave da crociera !
Entrambe le situazioni, però, hanno in comune reiterati errori umani.
Il Comandante di Costa Concordia, consapevole di compiere un azzardo pilota la nave in bassi fondali e finge di non vedere gli allarmi dei sonar e della strumentazioni di bordo.
Il Governo Berlusconi in oltre 3 anni non si dedica alle riforme strutturali, necessarie per mettere in sicurezza il Paese, ed ignora le penalità assegnate al rating dell'Italia che, a maggio 2011, riceve l'arretramento delle "prospettive da stabili a negative" e, nel settembre 2011, è declassato da "A+" ad "A".
Il Comandante di Costa Concordia espone a rischio la vita di oltre 4000 persone per "fare l'inchino" (nel linguaggio marinaresco così è chiamato l'atto di ossequio) al suo vecchio comandante che avrebbe dovuto trovarsi sull'isola del Giglio.
Il Governo Berlusconi mette a rischio l'intero paese Italia per "fare l'inchino" alle grane giudiziarie del premier.
Il Comandante di Costa Concordia rifiuta i soccorsi offerti dalla Capitaneria di Porto negando di avere problemi a bordo.
Il Governo Berlusconi nega fino all'ultimo giorno che l'Italia sia sfiorata dalla crisi dal momento che "i ristoranti sono pieni" ma ignorando 1 miliardo di ore di cassa integrazione, le fabbriche in disarmo ed i licenziamenti a gogò.
Il Comandante di Costa Concordia aspetta che la nave si sia ormai adagiata sugli scogli con la murata di tribordo per dare con ritardo l'ordine di evacuazione.
Il Governo Berlusconi temporeggia fino a quando è oramai innegabile che l'Italia sia  sull'orlo del baratro per cedere finalmente alle esortazioni del Presidente Napolitano e rassegnare le dimissioni.
Napolitano si trova in quel momento ad essere Presidente di un Paese alla deriva.
Affida il timone a Mario Monti ma gli spiega che per condurre l'Italia fuori dalle secche deve, di volta in volta, indossare la muta da sub, coprirsi con il casco da vigile del fuoco, mettersi ai remi della scialuppa di salvataggio, ed anche scalare la montagna della diffidenza internazionale. L'obiettivo è salvare il salvabile.
E Monti sogna ad occhi aperti... "io speriamo che me la cavo" !

sabato 14 gennaio 2012

Berlusconi e la vittoria di Pirro
Non ci sono dubbi che Berlusconi si sia felicitato con se stesso per aver salvato ancora dalle patrie galere il suo amico Cosentino.
Ma la intima soddisfazione del cavaliere scaturisce da altri due risultati.
Il primo risultato è stato quello di aver dimostrato, per l'ennesima volta, il disprezzo che cova per il lavoro delle migliaia di toghe, non sempre "rosse", che i suoi avvocati non sono riusciti a contaminare.
Il secondo risultato è stato quello di provare, al suo entourage, di essere in grado di far fare a Bossi, come ad un cagnolino ben addestrato, quello che lui vuole, così come accade oramai da quel 11 marzo del 2004.
Sa, invece, che per Cosentino la carcerazione è solo rinviata perché i processi andranno avanti e le accuse di "concorso esterno in associazione camorristica" sono ben circostanziate e documentate.
Quello che sorprende, però, è che il cavaliere di Arcore, magnificato dai suoi lacchè come grande stratega, non abbia valutato che il salvataggio di Cosentino avrebbe rappresentato per lui solo una vittoria di Pirro.
Dai sondaggi di queste ultimissime ore emergono con chiarezza alcuni dati.
  1. La fiducia dell'elettorato italiano in Berlusconi è crollata al 23/24%, ai minimi storici da quando è sceso in campo.
  2. Il Popolo della Libertà è accreditato di un 24/25% di voti potenziali.
  3. Il suo ex alleato, la Lega, è accreditato di un 8/9% di voti potenziali. 
Era perciò prevedibile, anche dal più sprovveduto osservatore, che imporre a Bossi di votare contro l'arresto di Cosentino, avrebbe provocato uno tsunami in un elettorato leghista già in fermento da molto tempo, con inevitabili contraccolpi per i vertici del partito.
La maggioranza degli elettori leghisti è apertamente stanca di trangugiare rospi per soddisfare i capricci di Berlusconi.
Il malcontento si è trasformato dapprima in critiche più o meno velate fino a diventare oramai un vero e proprio dissenso manifesto.
Domenica 22 gennaio, a Milano, con la presumibile disfida tra bossiniani e maronisti si deciderà il futuro della Lega.
O Bossi sarà messo in soffitta e passerà la linea Maroni, oppure a breve la Lega sarà destinata a spaccarsi.
In entrambi i casi Berlusconi non potrà più contare né sul disciplinato cagnolino, né su uno scontato sostegno leghista per sognare di vincere le prossime elezioni, ad iniziare dalle amministrative di primavera.
Valeva proprio la pena il salvataggio di Cosentino o è stata, di fatto, una vittoria di Pirro ? 

venerdì 13 gennaio 2012

Mario Monti ... il carrozziere di fiducia
Immaginiamo, non prima di aver fatti i debiti scongiuri, di dover consegnare alla migliore carrozzeria della città un'autovettura completamente fracassata dopo uno spaventoso incidente.
Per quanta fiducia si abbia nell'abilità ed efficienza del carrozziere e dei suoi aiutanti, nessuno si sognerebbe di passare il giorno dopo per ritirare la vettura già aggiustata.
Sappiamo bene che ci vuole del tempo per ribattere le lamiere una ad una, per reperire i ricambi da sostituire, per stuccare, carteggiare, riverniciare, etc.
Ebbene, sembra che a non saperlo, o quantomeno a fingere di ignorarlo siano i soliti noti: da Cicchitto a Gasparri, da Lupi a Napoli, da Fitto a Rotondi, & Co., cui fanno eco i loro gregari Sallusti, Belpietro e Feltri.
Questi rispettabilissimi signori, infatti, non perdono occasione per affermare, in ogni talk show, che il "carrozziere Monti" è in ritardo, lo spread btp bund non scende e la ripresa non si vede.
C'è da augurarsi che lo dichiarino non per mala fede, ma solo per effetto dello stato di narcosi che li ha imbambolati per oltre tre anni, impedendo loro di rendersi conto delle disperate condizioni in cui si trovava l'autovettura Italia quando, il 16 novembre dello scorso anno, Berlusconi l'ha consegnata alla carrozzeria Monti.
Qualunque perito assicurativo avrebbe sentenziato "... non c'è più nulla da fare ... questa auto è da rottamare !". Esattamente ciò che da mesi ripetevano i mercati finanziari.
I problemi ? Il prestigio azzerato a livello internazionale, una situazione economica allo sbando, una disoccupazione giovanile in continua crescita, un PIL asfittico, un'economia ristagnante.
Non essendo anche lui "unto dal Signore" come il suo predecessore, il carrozziere Monti ha dovuto rimboccarsi le maniche e mettersi di buona lena al lavoro.
Maestria e volontà però non bastano, ci vuole tempo e tanta applicazione per rimettere in carreggiata l'automobile Italia, risanata ed affidabile, sempre che qualcuno, all'esterno della carrozzeria non faccia nel frattempo qualche scherzo da prete. 

giovedì 12 gennaio 2012

Bossi... leghista o berlusconiano ?
Lunedì, 9 gennaio 2012, in via Bellerio a Milano, al termine di una riunione che con eufemismo avrebbe potuto definirsi nervosa, per colpa dei milioni di euro del partito dirottati all'estero, la segreteria politica della Lega decide di dare voto favorevole all'autorizzazione per l'arresto del pidiellino Cosentino, ex sottosegretario del Governo Berlusconi.
Martedì, 10 gennaio 2012, la Giunta per le autorizzazioni della Camera, con il voto favorevole dei due rappresentanti della Lega, esprime parere favorevole all'accoglimento della richiesta di arresto di Cosentino. Fin quì rispettata la linea della segreteria politica leghista.
Ma ecco che a poche ore dal voto della Camera, a sorpresa Berlusconi tira fuori il solito coniglio dal cilindro.
Mercoledì 11 gennaio 2012, Bossi incontra Berlusconi e sputtanando la decisione della sua stessa segreteria politica fa marcia indietro. Cosentino è libero !
Dopo questo ennesimo voltafaccia del Senatùr, è inevitabile che siano in tanti a ritornare con i ricordi a quel 11 marzo 2004, giorno del molto "chiacchierato" ictus che ha colpito Bossi. Da quel giorno, osservano, il Senatùr ha sempre dato prova di essere assolutamente subalterno alle scelte di Berlusconi.
Perché ? Secondo molti padani, in quel 11 marzo 2004 Berlusconi avrebbe giocato un ruolo decisivo per minimizzare ciò che era accaduto e per mettere tutto a tacere. Fatto sta che, da quel giorno politicamente Bossi non è stato più lo stesso.
Per questo, al di là delle sceneggiate che caratterizzano il palcoscenico della politica italiana, in molti sono persuasi che da allora l'uomo di Arcore abbia la certezza di poter avere un devoto berlusconiano al vertice della Lega Nord.
Ora, se Berlusconi è riuscito, ancora una volta, ad azzerare una decisione presa dalla segreteria politica della Lega, sarebbe ragionevole che i militanti leghisti si ponessero una domanda : "ma chi comanda veramente in via Bellerio ? La segreteria politica della Lega o Berlusconi ?".
Un giorno di lutto per la democrazia italiana
Oggi, 12 dicembre 2012, ancora un'orrenda giornata per la democrazia italiana !
Nella stessa mattinata, infatti, mentre la Consulta bocciava i due quesiti referendari, proposti dai cittadini Italiani con oltre un milione e duecentomila firme, a Montecitorio, con il voto di 309 parlamentari (sarà un caso ma sono gli stessi numeri dell'ultimo voto di fiducia al Governo Berlusconi) veniva negata l'autorizzazione all'arresto del pidiellino Cosentino.
Da questa pessima giornata i cittadini Italiani possono trarre, ancora una volta, le solite amare conclusioni.
Innanzitutto, si ha la conferma che oramai l'Italia vive una fase di finta democrazia nella quale la volontà dei cittadini conta meno del due di picche a briscola. Nella sostanza, con la bocciatura dei due referendum la Consulta ha negato di nuovo agli Italiani il diritto di poter scegliere chi mandare come proprio rappresentante in Parlamento.
La seconda penosa conclusione è che questa ripugnante Casta, infarcita di condannati, indagati, rinviati a giudizio, e così via, trova sempre il modo di ricompattarsi quando si tratta di correre in aiuto, gli uni degli altri, per evitare che la giustizia faccia il suo corso.

mercoledì 11 gennaio 2012

Ma chi sono gli Italiani con la "I" maiuscola ?
Un attento e cortese visitatore di questo blog, commentando un post ha domandato come mai, spesso, io faccia riferimento agli Italiani con la "I" maiuscola e quali siano, secondo me, gli italiani con la "i" minuscola.
Ovviamente non intendo sottrarmi a questa simpatica e stuzzicante domanda, ma non considerandomi depositario del "verbo" mi limiterò ad esporre la mia idea senza pretendere che altri la debbano condividere.
Personalmente sono convinto che, per il solo fatto di nascere nel nostro bel Paese, nel DNA di ognuno sia presente la "I" maiuscola.
Credo che sia poi il modo di essere di ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, la sua attitudine al buonsenso ed all'obiettività nell'osservare ciò che accade intorno a lui, la sua capacità di valutare criticamente persone ed eventi, con equilibrio e non per partito preso, etc. etc., a farlo vivere da Italiano con la "I" maiuscola o con la "i" minuscola.
Almeno dal mio punto di vista, di sicuro riterrei italiano con la "i" minuscola l'evasore fiscale, consapevole di recare danno e penalizzare i concittadini contribuenti.
Per contro, considero un Italiano con la "I" maiuscola colui che dedica una parte della sua vita ad attività di volontariato in soccorso dei suoi concittadini.
Così come, sempre a mio modo di vedere, ritengo meritevole di essere considerato Italiano con la "I" maiuscola l'operaio che, ogni mattina, si alza alle 5 per andare in fabbrica e lavorare con impegno e serietà alla catena di montaggio, anche se per un salario iniquo.
Sempre secondo me che, lo ripeto, non ho l'infallibilità pontificia, mi sembrano italiani con la "i" minuscola quelli che credono che la Lega abbia mandati milioni di euro in Tanzania per il bene della padania, o quelli che ancora credono che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak, oppure quelli per i quali Bersani potrebbe essere un eccellente presidente del consiglio.
Infine, anch'io sono un italiano con la "i" minuscola perché tra tanti difetti ho anche quello della verbosità !
Malinconico... ora basta... hai rotto !
Premetto che personalmente Le sono grato per aver rassegnate le dimissioni, e credo che con me Le siano grate alcune migliaia di Italiani (quelli con la "I" maiuscola).
Avrei preferito, sono sincero, che innanzitutto Lei da subito non avesse accettato l'incarico di sottosegretario, sapendo di non avere proprio la coscienza pulita, ed avrei preferito che poi non aspettasse la ramanzina a quattr'occhi del Presidente Monti per rassegnare le dimissioni.
Prendo atto, comunque, che il suo indugiare ha permesso agli Italiani (sempre e solo quelli con la "I" maiuscola) di apprezzare, ancora una volta, quanto ampio sia il gap, in materia di moralità, senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni, tra Monti e Berlusconi; un Berlusconi che ancora oggi persevera nel proteggere l'ex sottosegretario Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione camorristica.
Ciò premesso, però, per favore... ora basta... non ne possiamo più delle sue idiozie !
La smetta di prendere in giro le persone di buon senso continuando con dichiarazioni ridicole ed addossando la colpa alla solita campagna mediatica.
Il ritornello "a mia insaputa" lo abbiamo già ascoltato fino alla nausea dall'ex ministro Scajola, per la sua casa al Colosseo, ed a mio parere è una giustificazione assolutamente goffa, infantile, e che dimostra la sua scarsa intelligenza.
Ma come ?
Lei va a fare le vacanze, con sua moglie, nella suite di un albergo di lusso e prima di ripartire non sente il dovere di passare alla cassa per saldare il conto ?
E non si è sorpreso, non avendo pagato il conto, che il Direttore dell'albergo non abbia sguinzagliato al suo inseguimento fattorini, addetti alla sicurezza, carabinieri e feroci cani mastino, come sarebbe accaduto per un qualunque cliente ?
Non solo, Lei ritorna più volte nello stesso albergo, per trascorrere piacevoli fine settimana, e non si sorprende che mai, ripeto mai Le abbiano chiesto di pagare il conto ?
Un'osservazione, infine, la merita anche la sua asserzione di "non aver mai fatto favori a nessuno".
Ma Lei è proprio convinto che l'Italia sia un Paese di mentecatti ?
Mi permetto farLe presente che i favori si possono fare anche quando, avendone il potere, si fa finta di non vedere e non ci si oppone a scelte e decisioni di altri.
Perciò... non seguiti nel credere che gli Italiani (ancora e sempre quelli con la "I" maiuscola) siano dei rincitrulliti e, finalmente stando zitto, si ritiri magari in uno di quegli eremi che ospitano gratis i viandanti !
P.S.: E' di queste ore la notizia che ieri Lei avrebbe fatto pervenire, al Resort Il Pellicano, bonifico bancario per i suoi soggiorni del 2007 e 2008; bonifico che ovviamente la Direzione dell'albergo ha respinto perché non risultano conti in sospeso. No comment ! 

martedì 10 gennaio 2012

Berlusconiano DOC... prendi, incarta e porta a casa !

Non sono ancora trascorsi due mesi dall'insediamento del Governo Monti eppure l'evidenza delle difformità di usi e costumi dall'epoca berlusconiana si fa ogni giorno più netta.
A meno di 24 ore dalla notizia di quella settimana di vacanze, che avrebbe trascorsa nel 2007 all'Argentario nel "Resort Il Pellicano", pagata da Piscicelli, il sottosegretario Malinconico oggi ha rassegnate le dimissioni nelle mani del Presidente Monti, dando prova di onestà intellettuale e senso di responsabilità.
Per dovere di cronaca Malinconico non è neppure indagato perché il fatto non costituisce reato.
Il caso vuole, però, che in queste stesse 24 ore Berlusconi, ed i suoi servi sciocchi, stiano facendo di tutto e di più per evitare che la Giunta per le autorizzazioni della Camera si pronunci a favore dell'arresto dell'ex sottosegretario berlusconiano Cosentino.
Sempre per dovere di cronaca, va precisato che Cosentino non è un semplice indagato, bensì è accusato di concorso esterno in associazione camorristica.
In questi comportamenti dei berlusconiani DOC non c'è assolutamente nulla di nuovo !
Infatti, nelle file del Popolo della Libertà è presente una nutrita comitiva d'indagati, rinviati a giudizio, assolti per prescrizione, etc., a cominciare dal loro condottiero.
Ora, sarà pur vero che l'onestà non la si può comprare al supermercato e che la dignità non è un'erba che cresce in Brianza, però osservando gli altri qualcosa si può sempre imparare !
Perciò, berlusconiani DOC osservate con rispettosa attenzione il comportamento di Malinconico... prendete il suo esempio, incartatelo e portatevelo a casa per future evenienze !

Padania ladrona la Tanzania non perdona !
Lunedì, a Milano, la temperatura era di 5°, non faceva molto freddo... ma, in via Bellerio, durante la segreteria politica della Lega, il clima era incandescente, faceva più caldo che all'inferno !
Che gazzarra ! Tutti contro tutti, insulti e minacce... la tanto celebrata "grande famiglia" si stava accapigliando per motivi di interesse.
Nella calza della Befana i leghisti, a cominciare da alcuni big come Maroni, Castelli, Salvini avevano trovata la... Tanzania, una strenna non facile da digerire !
"Ma come - ha detto qualcuno rivolto al Bossi - tu che imprechi contro gli immigrati che mandano all'estero i loro risparmi... poi spedisci in Tanzania i soldi del partito !".
Il Senatur non avrebbe mai immaginato che per quei pochi ridicoli 7 o 8 milioni di euro, mandati in giro per il mondo, potesse scoppiare tanto casino.
Tra i più incazzati c'era persino Salvini, sempre così misurato e disciplinato.
Invece, ancora scornato per la grottesca gaffe su cotechino e lenticchie di Monti, Calderoli non fiatava.
Intanto, memori della macchinazione a danno di Fini per la casa di Montecarlo, tra i colonnelli del "cerchio magico" qualcuno incomincia ad insinuare che dietro alla fuga di notizie sui capitali della Lega finiti all'estero potrebbe esserci proprio l'ex amico Berlusconi. Il lupo perde il pelo ma non il vizio !
Oramai c'è spazio per veleni e sospetti di ogni genere, gli uni contro gli altri armati !
A gettare benzina sul fuoco si aggiunge l'incarico di capo gruppo alla Camera; tra Maroni e Bricolo si arriva quasi alla zuffa.
La segreteria politica si conclude con un nulla di fatto, ognuno resta sulle sue posizioni.
Oggi, su un loro sito i giovani padani postano "Padania Ladrona la Tanzania non perdona".