Fronteggiare il disagio sociale
Da alcuni giorni si discute del braccio di ferro in atto, tra Governo e Sindacati, per stabilire se sul tema del lavoro sia più opportuno, in questa fase congiunturale, fare ricorso alla "consultazione" od alla "concertazione".
La differenza non è solo semantica ma concerne modalità e soprattutto tempi per dibattere la materia e giungere ad un risultato.
Il Governo, pragmatico, vorrebbe limitare il confronto alla semplice, anche se approfondita, consultazione bilaterale, mentre i Sindacati, fedeli alle loro liturgie non vorrebbero rinunciare alla concertazione che, per esperienza, srotolerebbe il solito copione di ore, giorni e notti di contrapposizioni improduttive.
Nel frattempo, però, la vera notizia sulla quale Politica e Sindacato dovrebbero meditare è che, nel 2011, si sarebbe raggiunta e superata la drammatica soglia di 1.000.000.000 (si, proprio un miliardo) di ore di cassa integrazione.
Considerato che nel 2011 i giorni lavorativi sono stati 252, vuol dire che mediamente ogni giorno si è ricorso alla CIG per 3.968.000 ore ! Un valore da capogiro che, tuttavia, stimola qualche riflessione.
Disoccupazione, cassa integrazione "a 0 ore", precariato, provocano nella maggior parte delle persone coinvolte, insicurezza, perdita di dignità, sfiducia, depressione, disperazione.
E' un gravissimo disagio sociale che meriterebbe il primo posto nei pensieri di ogni politico e di ogni sindacalista.
Mi domando, perciò, come mai in tutti questi mesi si è sentito parlare molto poco, anzi quasi per nulla, dei "contratti di solidarietà" istituiti nel 1984 con la L. 863/84.
Una legge che già prevedeva "contratti di solidarietà difensivi" (per evitare la riduzione del personale) e "contratti di solidarietà espansivi" (per creare nuovi posti di lavoro) !
Una legge lodevole proprio per il suo proposito di mitigare i danni sociali, e che oggi sarebbe necessario rivedere solo per conformarla alle più recenti normative sul lavoro.
Per questo, di fronte alla spaventosa realtà del miliardo di ore di cassa integrazione del 2011 ed alle inquietanti minacce del 2012, è lecito domandarsi quanto si sarebbe potuto e si potrebbe da subito fare, senza inventarsi nulla, per lenire il disagio, lo smarrimento e le angosce di centinania di migliaia di disoccupati, cassintegrati e precari.
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