Berlusconi e la vittoria di Pirro
Non ci sono dubbi che Berlusconi si sia felicitato con se stesso per aver salvato ancora dalle patrie galere il suo amico Cosentino.
Ma la intima soddisfazione del cavaliere scaturisce da altri due risultati.
Il primo risultato è stato quello di aver dimostrato, per l'ennesima volta, il disprezzo che cova per il lavoro delle migliaia di toghe, non sempre "rosse", che i suoi avvocati non sono riusciti a contaminare.
Il secondo risultato è stato quello di provare, al suo entourage, di essere in grado di far fare a Bossi, come ad un cagnolino ben addestrato, quello che lui vuole, così come accade oramai da quel 11 marzo del 2004.
Sa, invece, che per Cosentino la carcerazione è solo rinviata perché i processi andranno avanti e le accuse di "concorso esterno in associazione camorristica" sono ben circostanziate e documentate.
Quello che sorprende, però, è che il cavaliere di Arcore, magnificato dai suoi lacchè come grande stratega, non abbia valutato che il salvataggio di Cosentino avrebbe rappresentato per lui solo una vittoria di Pirro.
Dai sondaggi di queste ultimissime ore emergono con chiarezza alcuni dati.
- La fiducia dell'elettorato italiano in Berlusconi è crollata al 23/24%, ai minimi storici da quando è sceso in campo.
- Il Popolo della Libertà è accreditato di un 24/25% di voti potenziali.
- Il suo ex alleato, la Lega, è accreditato di un 8/9% di voti potenziali.
Era perciò prevedibile, anche dal più sprovveduto osservatore, che imporre a Bossi di votare contro l'arresto di Cosentino, avrebbe provocato uno tsunami in un elettorato leghista già in fermento da molto tempo, con inevitabili contraccolpi per i vertici del partito.
La maggioranza degli elettori leghisti è apertamente stanca di trangugiare rospi per soddisfare i capricci di Berlusconi.
Il malcontento si è trasformato dapprima in critiche più o meno velate fino a diventare oramai un vero e proprio dissenso manifesto.
Domenica 22 gennaio, a Milano, con la presumibile disfida tra bossiniani e maronisti si deciderà il futuro della Lega.
O Bossi sarà messo in soffitta e passerà la linea Maroni, oppure a breve la Lega sarà destinata a spaccarsi.
In entrambi i casi Berlusconi non potrà più contare né sul disciplinato cagnolino, né su uno scontato sostegno leghista per sognare di vincere le prossime elezioni, ad iniziare dalle amministrative di primavera.
Valeva proprio la pena il salvataggio di Cosentino o è stata, di fatto, una vittoria di Pirro ?
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