Da una settimana le Olimpiadi di Londra ci offrono la
possibilità di rilevare come lo stesso evento sportivo possa essere
documentato, in tempo reale, con programmazioni e atteggiamenti disuguali da
più emittenti televisive.
Infatti, RAI e Sky (purtroppo
solo per i teleutenti abbonati) sono impegnate nel proporre agli sportivi
italiani le immagini delle competizioni olimpiche, commentate dai loro inviati.
La prima apprezzabile differenza è la possibilità che il telespettatore ha di scegliere,
o no, lo sport da seguire in funzione dei due diversi profili di programmazione.
Sky offre al telespettatore l’opportunità di selezionare,
tra le competizioni in corso nello stesso momento, lo sport (o gli sport) di suo interesse, concedendogli
di passare facilmente con il telecomando da un campo di gara all’altro.
RAI, invece, manda in onda più che altro le immagini da quei
campi di gara sui quali sia impegnato un qualche atleta azzurro, negando in
questo modo, al teleutente, la possibilità di seguire le competizioni di suo gradimento.
Il risultato è che gli utenti RAI sono stati costretti,
per ore ed ore, ad assistere quasi esclusivamente a gare di nuoto, di
scherma, di tuffi, nelle quali c’erano italiani in gara, senza aver potuto apprezzare,
invece, quanto potesse accadere, ad esempio, sui campi della ginnastica, della
equitazione, del tennis, del canottaggio, del pugilato, etc., fatti salvi i
rari momenti in cui, in queste discipline, fossero impegnati eventualmente atleti
azzurri.
Ma la cultura provinciale della RAI ha trovata conferma anche
nei commenti piagnoni dei suoi inviati.
Il telespettatore RAI ha dovuto, perciò, ascoltare molte
lamentose sciocchezze degli inviati RAI, quali, a titolo di esempio: le corsie
assegnate agli italiani erano sempre le più sfigate, il vento svantaggiava le
prestazioni degli azzurri, i giudici erano incompetenti o faziosi, la pioggia infastidiva
solo i telecronisti RAI, la sfortuna condizionava le performance azzurre, e via
via con altre amenità del genere.
Così, mentre i successi degli azzurri nella scherma dimostravano
la superiorità della scuola italiana, la debacle dei nuotatori era invece da
addebitare agli orari delle gare o ad allenatori non all'altezza.
Ora, essendo tra quelli che pagano il canone mi piacerebbe poter sapere quanto
costerà, alla fine, agli abbonati RAI uno spettacolo di così mediocre livello.
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