In queste giornate torride il passatempo preferito da Daniela Garnero, già coniugata Santanchè, è quello di sfogliare i petali di una margherita domandando, con trepidazione, "ritorna ?", "non ritorna ?".
Per questa
poco amabile signora, testa calda e dito medio sempre in agguato, il ritorno sperato
sarebbe ovviamente quello del vecchietto di Arcore alla Presidenza del Consiglio.
Per la
Santanchè, infatti, significherebbe l’ultima ed unica chance per avere ancora una
qualche particina da recitare nell’avanspettacolo della politica.
In
questi giorni, per sostenere la candidatura del vecchietto di Arcore, la Santanchè
è arrivata perfino a minacciare di portare in piazza un milione di … non si sa
che cosa.
Se i
piazzaioli saranno raccattati con la stessa accuratezza con la quale il PdL, da
nord a sud, dispensava le tessere del partito, allora tranquilli, si tratta di
una minaccia sconclusionata.
Ma la
verità è che la Santanchè non ha ben chiaro quello che frulli davvero nella
testa del suo adorato vecchietto.
Vorrà,
davvero, candidarsi ancora come condottiero del PdL, o di come cavolo si
chiamerà il nuovo partito ?
Vorrà,
davvero, correre il rischio di veder confermato dalle urne che il suo appeal ormai
fa presa solo su un 6/7% dell’elettorato potenziale, come oramai da mesi indicano
tutti i sondaggisti, anche quelli che hanno libero accesso alla villa di Arcore ?
Il
vecchietto di villa San Martino, però, non è uno sprovveduto e certamente non vorrà
essere messo alla berlina dai milioni di antiberlusconiani che lo aspettano al
varco.
D'altra parte, dopo essersi presentato agli elettori, per anni, come un padre di famiglia esemplare (patetica la foto in cui era attorniato da moglie, figli e nipoti), lavoratore indefesso (che dorme sole 3 o 4 ore per dedicare più tempo al lavoro), e selfmademan (che ha creato un impero partendo da zero) di cosa potrebbe favoleggiare ancora ?
Non
solo, ma quali nuove fandonie potrebbe inventarsi per turlupinare gli italiani in
campagna elettorale?
Ad
esempio, delle tante frottole che, da Arcore, aveva promesse agli italiani e
che si sono poi dimostrate autentiche prese per i fondelli per i
poveri berluscones in servizio permanente effettivo, oltre
alle ben note “milione
di nuovi posti di lavoro”, “ridurremo le aliquote IRPEF” e “non metteremo le mani nelle
tasche degli italiani”, me ne vengono in mente alcune
altre, anche se l’elenco resta ovviamente incompleto.
1. Pensioni minime saranno portate a
€ 1.000 mensili.
2. Riduzioni delle tasse in
relazione al numero dei figli.
3. Riduzione dell’IRAP (Imposta
regionale attività produttive)
4. Detassazione degli straordinari e
dei premi di produttività.
5. Riduzione del numero di
componenti di Camera e Senato.
6. Abolizione delle Province.
7. Taglio degli enti pubblici e
delle consulenze inutili.
8. Autostrada Salerno – Reggio Calabria
ultimata entro il 2010.
Date le premesse quale altro prodigio possiamo aspettarci, con buona pace
della Santanchè ?
A pensarci bene, infatti, la minacciata intenzione di ricandidarsi nel 2013 potrebbe non essere altro che l'ennesimo premeditato "coup de theatre" allo scopo, da un lato di mettere definitivamente da parte lo sventurato Angelino Alfano che già godeva come un mandrillo al pensiero di vedersi a Palazzo Chigi, e dall'altro di togliere le ragnatele dalla sua immagine di primo attore che si è via via deprezzata dopo il 16 novembre 2011.
Non solo ma, su suggerimento dei suoi consigliori, era stuzzicato
dall’idea di poter valutare l’effetto sull’elettorato del suo possibile ritorno
in campo.
Poichè, però, i sondaggi hanno praticamente confermato un effetto uguale a "0" per il PdL, a credere alla ricandidatura del vecchietto di Arcore è rimasta solo più la paranoica Santanchè insieme a quel immaginario milione di... non si sa che cosa, che dovrebbe scendere in piazza per intonare un karaoke sul motivetto "menomale che Silvio c'è".
Poichè, però, i sondaggi hanno praticamente confermato un effetto uguale a "0" per il PdL, a credere alla ricandidatura del vecchietto di Arcore è rimasta solo più la paranoica Santanchè insieme a quel immaginario milione di... non si sa che cosa, che dovrebbe scendere in piazza per intonare un karaoke sul motivetto "menomale che Silvio c'è".
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