Angeletti,
Bonanni e Camusso, la troika ABC del sindacalismo nazionale, non perdono
occasione per stigmatizzare i provvedimenti del Governo, disapprovando Monti ed
i suoi ministri con una solfa che ripetono ad ogni piè sospinto: “tecnici troppo distanti dalla realtà di un
Paese che non conoscono”.
Ora,
proprio prendendo spunto da questa critica che la troika sindacale rivolge al
Governo Monti, mi piacerebbe poter rivolgere qualche domanda, a proposito del
caso ILVA, ad Angeletti, Bonanni e Camusso.
“Quanto distanti eravate, voi ed i vostri delegati, dalla
realtà ILVA negli anni in cui l’aria di Taranto veniva avvelenata provocando danni
irreparabili alla salute di molti tarentini ?”
Ed
ancora : “come mai non avete mai pensato di indire
scioperi od organizzare manifestazioni popolari per insorgere contro il
devastante inquinamento prodotto dagli impianti ILVA di Taranto ?”.
Eppure,
le motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame a conferma del sequestro
degli impianti, sono eloquenti.
Il
Tribunale scrive di “disastro determinato
nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività
inquinante” tale da provocare un “effettivo
pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone”.
Ora, Angeletti,
Bonanni e Camusso dove eravate in tutti questi anni ?
I vostri delegati ILVA erano forse distratti dalla pesca del tonno ? (*)
I vostri delegati ILVA erano forse distratti dalla pesca del tonno ? (*)
So molto bene che le responsabilità dirette, per aver perpetrato negli
anni “azioni ed omissioni aventi una
elevata potenzialità distruttiva dell’ambiente”, non siano dei sindacati ma siano riconducibili solo alla
proprietà ed al management.
Esistono,
però, secondo me, responsabilità sociali e morali non meno imperdonabili, ascrivibili
a tutti coloro che, pur coscienti della gravità della situazione ILVA e degli
effetti che la stessa avrebbe prodotto sulla popolazione tarentina hanno ignobilmente
taciuto.
Per questo mi
domando, ad esempio, come mai i sindacati non abbiano sentito il dovere, civile e morale, di
inoltrare alla Magistratura di Taranto un esposto su quanto stava accadendo
all’ILVA, mentre di solito sono così solerti e risoluti nel rivolgersi alla
Magistratura quando si tratti di impugnare un licenziamento, un provvedimento disciplinare o di ricorrere contro
i criteri con cui una impresa selezioni i lavoratori da assumere.
Eppure
era in gioco la salute dei lavoratori e delle loro famiglie.
Riconosco anche, però, che il mutismo della troika sindacale sull’affare ILVA non dovrebbe sorprendere.
Troppe
volte, infatti, i sindacati hanno scelta la condotta ideologica del
“non vedo, non sento, non parlo”.
Come
quando, ad esempio, fingono di non vedere l’immorale tasso di assenteismo di
cui sono affetti gli enti pubblici, oppure difendono i comportamenti
illegittimi di quei lavoratori che abbandonano indebitamente il posto di
lavoro, o, sempre ideologicamente, ritengono che la produttività sia una
variabile indipendente dalla prestazione del lavoratore e dal costo del salario.
(*)
Francesco Maresca, oggi in pensione,
ha lavorato per 31 anni alla ILVA di Taranto. Nel corso di una intervista
rilasciata a Lorenzo Lamperti per “affaritaliani.it” a proposito dei
sindacati ha detto: “...nel periodo della
gestione pubblica la loro presenza era forte. Quando c’erano problemi per la
sicurezza non si andava a lavorare. Con i Riva invece è stato lasciato tutto in
mano all’azienda e nessuno ha avuto più il coraggio di dire niente” !!!
2 commenti:
Durante la gestione statale ,a partire dalla costruzione degli impianti,ci sono stati centinaia di morti per incidenti sul lavoro e inquinamento centinaia di volte superiore a quello attuale,non mi pare che i sindacati siano stati più presenti.
Io non c'ero per cui mi attengo a quello che dice Maresca che ha vissuti 31 anni nell'impianto siderurgico ILVA !
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