mercoledì 8 agosto 2012

Da Monti a Di Pietro … blaterare sotto il solleone


Non so se per effetto del caldo torrido che intorbidisce le idee, oppure semplicemente per la smania di mitragliare parole a vanvera, certo è che in questi giorni ne ascoltiamo delle belle.
Hanno iniziato, da Londra, gli inviati RAI arricchendo le competizioni olimpiche con commenti banali o fanatici.
Da Roma, per non essere da meno sul terreno della banalità e del settarismo ha fatta sentire la sua voce Antonio Di Pietro, con reiterate aggressioni al Capo dello Stato.
L’ultima, in ordine di tempo, ha presa forma disseppellendo, da “mani pulite”, una deposizione del 1993 di Bettino Craxi nel corso della quale l’ex premier socialista parlava dei finanziamenti di Mosca al PCI, dei quali  Giorgio Napolitano sarebbe stato al corrente.
A parte il fatto che mi risulta incomprensibile perché Di Pietro tiri fuori questa storia solo oggi, dopo 20 anni, e non ne abbia fatto cenno, invece, nel 1996, allorquando accettò di fare il ministro dei lavori pubblici nel 1° Governo Prodi, sopportando di avere come collega al ministero dell’interno proprio quel Giorgio Napolitano sul quale oggi vomita veleno.
Le ragioni, perciò, devono essere altre.
Rendendosi conto di essere tagliato fuori, ormai, da una possibile alleanza con il PD, abbandonato anche da Vendola che sembra preferire la compagnia di Bersani, sconvolto dai sondaggi che, di fatto, accreditano a IdV un 2/3% di consensi, Di Pietro intravede come ultima spiaggia quella di competere con Grillo sullo suo stesso terreno, assumendo anche lui atteggiamenti da arruffapopolo.
Cosa c’è di meglio, perciò, per acquisire visibilità su tutti i media, del lanciare invettive contro il Capo dello Stato ?
Può darsi, invece, che non sia solo il solleone od il desiderio di visibilità, ad aver spinto Mario Monti a rilasciare interviste che, con eufemismo, potrei definire incaute.
È lecito domandarsi se le dichiarazioni, rilasciate da Monti al Der Spiegel ed al Wall Street Journal, siano gli strascichi di una sindrome cattedratica o, piuttosto, mirino a scompaginare il quadro politico europeo ed italiano.
La frase, riportata da Der Spiegel, che ha scatenate reazioni tanto dure dai politici tedeschi, contiene, a mio avviso, un messaggio forte e chiaro per il futuro dell’Unione Europea.
Se i Parlamenti insisteranno nel filtrare le problematiche europee attraverso gretti egoismi nazionalistici, il fallimento dell’euro e dell’Unione Europea sarà ineluttabile.
Un messaggio forte e chiaro, perciò, non solo per i tedeschi arroccati sulle posizioni di privilegio di cui godono proprio grazie alla moneta comune, ma  anche per quanti, in Italia, ipotizzano l’uscita dall’euro o si ostinano nell'imputare alla Germania le responsabilità della crisi in cui si dibatte il nostro Paese.
Mi sembra altrettanto cristallina, anche se  troppo diretta, la dichiarazione rilasciata al Wall Street Journal.
Il riferimento ad un livello di spread insostenibile, buttato lì come ipotesi a 1200, di cui avrebbe potuto soffrire l’Italia perdurando il Governo Berlusconi, secondo me è solo un ammonimento per coloro che, nel PdL, si incaponiscono nel negare che, a novembre 2011, il Paese fosse effettivamente sull’orlo del baratro e molto vicino a condividere il destino della Grecia.
I chiarimenti e le precisazioni seguite da parte di Monti … semplicemente parte del gioco !
Nel frattempo, però, le parole dette e riportate dal Der Spiegel  e dal Wall Street Journal restano !


1 commento:

piero ha detto...

Credo che il solleone produca molti danni al cervello dei politici a Monti lo ha prosciugato, si credeva l'Onnipotente, lo hanno tacciato, l'economista dal cervello piccolo piccolo, ma chi si crede di essere? Doveva salvare l'Italia, ha salvato solo le banche, doveva ridimensionare la politica, ha fatto solo chiacchere, mandiamolo via prima che ci affossi del tutto