Se non vado errato fino ad oggi il Governo Monti ha posta
la fiducia in parlamento ben 16 volte.
Agitando lo spauracchio del default e levando in alto il
vessillo del rigore, il Governo ha adottati, finora, provvedimenti i cui
contenuti hanno finito per penalizzare i soli cittadini comuni.
Una mannaia caduta su una collettività già messa a dura
prova da una crisi economica che ha fatto proliferare disoccupazione ed
indigenza.
Pur se con qualche sceneggiata i partiti che sostengono il
Governo hanno sempre votata la fiducia, anche
perché a loro “nun gliene poteva fregà de
meno” di quei provvedimenti che non toccavano né i loro affari né quelli
delle lobbies che rappresentano in parlamento. Appunto, perché i partiti sono
in parlamento per assicurare benefici a se stessi ed alle lobbies, e non ai
cittadini !
Ora, se Mario Monti ed i suoi ministri fossero provvisti
di una adeguata dotazione di “attributi”,
affiancando al vessillo del rigore quello della equità, dovrebbero sottoporre
al voto di fiducia del parlamento 4 semplicissimi provvedimenti.
- Un provvedimento che, abrogando le leggi in vigore sul finanziamento pubblico (pardon ! sul rimborso delle spese elettorali), disponga che, a partire dalle elezioni amministrative del prossimo 6 maggio, solo ai partiti che vedranno eleggere loro rappresentanti, dopo il controllo e la certificazione da parte della Corte dei Conti sia riconosciuto unicamente il rimborso delle spese elettorali documentate.
- Un provvedimento che revochi, con effetto immediato, l’assegnazione delle auto di servizio, degli autisti e delle scorte a tutti i soggetti che non esercitino di fatto un incarico istituzionale, e non solo parlamentare.
- Un provvedimento che, dal 1° gennaio 2013, identifichi come reato, non prescrivibile e penalmente perseguibile, l’evasione e l’elusione fiscale. Il provvedimento dovrebbe contemplare severe pene detentive per coloro che risultassero rei di illeciti che abbiano creata evasione o elusione per un importo superiore, ad esempio, a € 100.000. Lo stesso provvedimento dovrebbe prevedere norme transitorie per facilitare la regolarizzazione (purché non sia un ennesimo condono) degli illeciti entro il 31 dicembre 2012.
- Un provvedimento che interessi il sistema bancario, introducendo una tassa fissa, ad esempio, del 5% da computarsi sull'ammontare dei capitali ricevuti dalla BCE a tassi agevolati. La tassa si applicherebbe nei soli casi in cui l’istituto di credito non avesse impiegato per finanziare le piccole e medie imprese almeno il 60% dei capitali BCE.
Provvedimenti che sottoporrebbero alla prova del nove i
partiti che sostengono il Governo per farli uscire finalmente allo scoperto
sulla effettiva volontà di assecondare l’azione di risanamento economico e
morale nella gestione della cosa pubblica.
Sarebbe la strada più diretta per permettere ai cittadini di
identificare, con nome e cognome, i politici che, a parole, si impegnano per il
bene comune mentre poi, alla resa dei conti, si comportano altrimenti.
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