domenica 29 aprile 2012

Ombretta Colli la “nouvelle Marie Antoinette”


Secondo una leggenda popolare, che non trova però riscontri storici, la Regina di Francia, Maria Antonietta, ad uno dei cortigiani che le riferiva del grave malessere del suo popolo per la penuria di pane, rispondeva con alterigia : “se non c’è pane che mangino brioches !”.
Anche se come si è detto non è storicamente provato, l’episodio avvalorerebbe il distacco assoluto, la totale distanza che esisteva tra i regali saloni del potere ed il popolo.
Quel popolo che, qualche anno dopo, avrebbe accompagnata alla ghigliottina Maria Antonietta.
Possiamo rilevare una innegabile analogia tra la frase attribuita alla Regina di Francia e la domanda, questa si ampiamente documentata, che la pidiellina Ombretta Colli ha rivolta agli ospiti di un talk show televisivo: “alzi la mano chi di voi non ha mai fatta una vacanza in barca!”.
Indubbiamente anche ai giorni nostri, tra le confortevoli stanze del potere, in cui vivono Ombretta Colli ed i suoi sodali politici, e le sofferenze che angustiano la vita di milioni e milioni di italiani c’è un distacco abissale.
L’infelice battuta di Ombretta Colli, infatti, è solo la punta dell’iceberg del modo di pensare e di vivere dei nostri politici, preoccupati di proteggere i molti privilegi della Casta ma noncuranti della crisi con la quale deve fare i conti, invece, il comune cittadino.
È sconcertante che, in luogo di impegnarsi per trovare soluzioni che allevino i disagi della gente, i politici impieghino il loro tempo, retribuito dai contribuenti, per trastullarsi in improbabili maquillage con cui riproporsi agli elettori, evidentemente orgogliosi di presentarsi a loro con un curriculum di  incapacità, inclinazione ad arraffare quanto più  denaro pubblico possibile, vocazione alla corruttela, abilità nell’occupare con parenti, amici e sodali ogni posizione di potere.
Fa sbellicare dalle risa notare che, dopo la fine della cosiddetta prima repubblica, i leader politici siano convinti che per rinnovare un partito sia sufficiente cambiarne il nome senza avvicendare i quadri dirigenti.
Per esempio, una volta c’erano il Partito Comunista Italiano, la Democrazia Cristiana, il Movimento Sociale Italiano, nomi ormai riposti nel museo della memoria, mentre oggi, sulla scena politica, continua ad imperversare una vera e propria galleria di politici da museo. Penso a Massimo D’Alema, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, Rocco Buttiglione, Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola, etc.
Alla faccia del rinnovamento !
Ma, in questi giorni, in vista delle elezioni politiche 2013 cosa vagheggiano i politici italiani ?
Che domanda ! Ovviamente si propongono di cambiare nuovamente i nomi dei partiti senza neppure prendere in considerazione, però, l'ipotesi di sostituire le facce né dei leader né dei quadri dirigenti. 

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