Da settimane, riferendosi agli sproloqui di Beppe Grillo,
giornalisti della carta stampata e commentatori radiotelevisivi commettono il
grossolano errore di etichettare le parole del comico genovese come espressione
di antipolitica.
Anche se sicuramente non è impresa semplice comprendere quale
sia il vero senso dei fiumi di parole, senza capo né coda, che escono dalla
bocca di Grillo, tuttavia nelle sue tirate è possibile cogliere più di tutto il
ripetuto e rabbioso attacco ai partiti politici.
Ma i partiti non sono la “Politica”, quella con la “P” maiuscola !
La “Politica”,
cioè l’arte di governare la “res publica”,
come la definiva Platone, “dovrebbe” essere la vera ed unica missione
dei partiti, una funzione fondamentale ed impegnativa che, in una democrazia,
il popolo sovrano delega ai partiti.
Dovrebbe ! Perché di fatto i partiti, senza distinzione di
colore, sono maestri nell’impegnarsi, invece, solo nell’arte di gestire i
propri interessi, anche se e quando i loro interessi particolari siano
pregiudizievoli per la “res publica”, cioè per lo Stato, la società,
il popolo.
Un esempio di queste ore ? In un momento angoscioso e di sofferenza per il
nostro Paese a cosa consacrano il loro impegno i partiti ?
Si stanno dedicando unicamente ad inventare nuovi nomi e
nuove forme aggregative con cui presentarsi agli elettori in vista delle
elezioni politiche 2013 !
Perciò, quel 50% di elettori, che tutti i sondaggisti
indicano come determinati all’astensionismo, non è composto da autolesionisti che
rifiutano la “Politica” in quanto
governo della “res publica”, ma sono
schifati dai partiti che con i loro squallidi comportamenti dimostrano menefreghismo
della “res publica” e, quindi, del benessere di tutti.
Beppe Grillo, che è marpione ed imbonitore, lo ha capito
e, per un suo rozzo tornaconto, sta semplicemente cavalcando la diffusa insofferenza
verso i partiti senza offrire, però, al branco plaudente una seria e concreta proposta
“Politica”.
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