Invece di darsi da fare per sollevare le sorti di un Paese
in gravi difficoltà, assillato da un angosciante livello di disoccupazione
soprattutto giovanile, da una seria recessione, e da un dilagante disagio, i soliti
politici si trastullano nel fantasticare nuovi partiti ed improbabili alleanze,
rimuginando sulle elezioni politiche 2013.
Sembra proprio che questi politici siano incapaci di
comprendere come la loro indifferenza verso i problemi reali degli italiani, ed
il continuo venire a galla di ruberie, corruzioni, abusi, favoriscano sentimenti
di insofferenza che finiranno per allontanare sempre più gli elettori dalle
urne.
Frenare ed invertire la crescente insofferenza popolare sarà
impossibile fino a quando le stanze dei bottoni dei partiti saranno governate
da vecchi mestieranti, resi obsoleti dal lungo bivaccare in parlamento.
Non è realistico attendersi che questi signori vogliano e
sappiano progettare un qualsiasi tipo di rinnovamento.
Un rinnovamento, infatti, imporrebbe loro di farsi da
parte, rinunciare a vivere nell’agiatezza a spese dello Stato, ma soprattutto cedere
il passo a nuove forze, a nuove capacità, ad un nuovo modo di rapportarsi con i
bisogni della gente.
Sarebbe un atto di generosità verso il Paese.
Ma quale di questi mestieranti che oggi reggono i partiti
e ne provocano il declino sarebbe capace di un gesto di generosità ?
Se sbirciamo nelle stanze dei bottoni intravediamo solo
parlamentari che, da anni incollati cocciutamente alle loro poltrone, hanno finito
per perdere il contatto con quello che succede nel mondo reale.
Ecco qualche esempio per comprendere come si è
concretizzato il processo di mummificazione dei partiti: Pier Luigi Bersani (è in parlamento da 3 legislature), Rosy
Bindi (da 5), Roberto Calderoli (da 6), Pier Ferdinando Casini (da 8), Fabrizio Cicchitto (da 6), Massimo D’Alema (da 7), Gianfranco Fini (da 8), Maurizio Gasparri (da 6), Ignazio La Russa (da 6), Francesco Rutelli (da 6), Livia Turco (da 7),
Walter Veltroni (da 6), e potremmo
continuare ancora a lungo.
Chi di queste mummie partitiche, anestetizzate dalla confortevole vita
parlamentare, sarebbe disposto a passare il testimone ad una nuova classe
dirigente, senza che sia la rabbia degli elettori a cacciarli a calci nel sedere ?
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