Le espressioni che hanno fatto più moda nella seconda
Repubblica sono state “complotto”, “accanimento
giudiziario”, “giustizia ad orologeria”.
Ne hanno fatto un uso insistito ed iperbolico Berlusconi ed
i suoi valletti, ed ora ecco le stesse espressioni sulla bocca di Bossi e dei
suoi fedelissimi.
Quando un qualsiasi cittadino viene pizzicato con le “mani nella marmellata” di lui si dirà
benevolmente che è stato sempliciotto oppure ingenuo oppure imprudente, ma mai
si evocheranno complotti o accanimenti giudiziari.
Se, invece, con le “mani
nella marmellata” viene pizzicato un politico ecco che scatta
immediatamente l’idea della macchinazione ordita per fini politici ed
elettorali da magistrati, o comunisti o in malafede.
Nel 1993, in piena stagione “mani pulite”, Francesco
Saverio Borrelli, capo della Procura milanese, suggerì a quanti avessero
scheletri nell’armadio o procedimenti giudiziari in corso di tenersi lontano
dalla politica.
E cosa fece Silvio Berlusconi ? Decise di scendere in
campo nonostante fosse stato già riconosciuto colpevole di “falsa testimonianza” dalla Corte di Appello di Venezia, ed avesse negli armadi molti scheletri in
odore di processo, dal falso in bilancio alle tangenti alla Guardia di Finanza,
dal finanziamento illecito ai partiti alla corruzione in atti giudiziari, e via
dicendo.
Dunque, come si può parlare di “accanimento giudiziario” o di “complotto”
quando la magistratura sottopone a processo reati commessi prima della discesa
in campo di un sedicente “candido” Berlusconi ?
Ed ecco in questi giorni riproporsi la solita fandonia.
Troppi malinformati strepitano al “complotto” ed alla “giustizia
ad orologeria” solo perché la magistratura ha messe sotto accusa le malefatte
di Francesco Belsito, tesoriere leghista, che con disinvoltura ha utilizzato il
denaro pubblico dei rimborsi elettorali per soddisfare sfizi ed appetiti
privati di Bossi, di sua moglie Manuela Marrone, dei figli “il Trota”,
Riccardo, Sirio, della “badante” Rosy
Mauro e chissà di quanti altri esponenti del Carroccio.
Cosa avrebbe dovuto fare la magistratura ? Chiudere gli
occhi e voltarsi da un’altra parte solo perché si trattava di malaffare
politico ?
Per fortuna, invece, in Italia almeno la magistratura fa
il suo dovere senza guardare in faccia nessuno, applicando il principio
costituzionale “la legge è uguale per
tutti” !
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