venerdì 6 aprile 2012

Ci risiamo ! Ecco ricomparire il complotto



Le espressioni che hanno fatto più moda nella seconda Repubblica sono state “complotto”, “accanimento giudiziario”, “giustizia ad orologeria”.
Ne hanno fatto un uso insistito ed iperbolico Berlusconi ed i suoi valletti, ed ora ecco le stesse espressioni sulla bocca di Bossi e dei suoi fedelissimi.
Quando un qualsiasi cittadino viene pizzicato con le “mani nella marmellata” di lui si dirà benevolmente che è stato sempliciotto oppure ingenuo oppure imprudente, ma mai si evocheranno complotti o accanimenti giudiziari.
Se, invece, con le “mani nella marmellata” viene pizzicato un politico ecco che scatta immediatamente l’idea della macchinazione ordita per fini politici ed elettorali da magistrati, o comunisti o in malafede.
Nel 1993, in piena stagione “mani pulite”, Francesco Saverio Borrelli, capo della Procura milanese, suggerì a quanti avessero scheletri nell’armadio o procedimenti giudiziari in corso di tenersi lontano dalla politica.
E cosa fece Silvio Berlusconi ? Decise di scendere in campo nonostante fosse stato già riconosciuto colpevole di “falsa testimonianza” dalla Corte di Appello di Venezia, ed avesse negli armadi molti scheletri in odore di processo, dal falso in bilancio alle tangenti alla Guardia di Finanza, dal finanziamento illecito ai partiti alla corruzione in atti giudiziari, e via dicendo.
Dunque, come si può parlare di “accanimento giudiziario” o di “complotto” quando la magistratura sottopone a processo reati commessi prima della discesa in campo di un sedicente “candido” Berlusconi ?
Ed ecco in questi giorni riproporsi la solita fandonia.
Troppi malinformati strepitano al “complotto” ed alla “giustizia ad orologeria” solo perché la magistratura ha messe sotto accusa le malefatte di Francesco Belsito, tesoriere leghista, che con disinvoltura ha utilizzato il denaro pubblico dei rimborsi elettorali per soddisfare sfizi ed appetiti privati di Bossi, di sua moglie Manuela Marrone, dei figli “il Trota”, Riccardo, Sirio, della “badante” Rosy Mauro e chissà di quanti altri esponenti del Carroccio.
Cosa avrebbe dovuto fare la magistratura ? Chiudere gli occhi e voltarsi da un’altra parte solo perché si trattava di malaffare politico ?
Per fortuna, invece, in Italia almeno la magistratura fa il suo dovere senza guardare in faccia nessuno, applicando il principio costituzionale “la legge è uguale per tutti” !

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