Da quando, era il 22 novembre 1989, davanti ad un notaio di Bergamo
veniva sottoscritto l’atto costitutivo della Lega Nord, di acqua sotto i ponti padani
ne è passata tanta e molto spesso si è trattato di acqua limacciosa.
Nata con la missione autonomista e pervasa dal sacro furore di combattere
il malaffare subito identificato in “Roma ladrona”, nei primi anni ‘90 la Lega si era
spesa perfino nel sostenere il pool di “mani
pulite” con sit-in di fronte al
Palazzo di Giustizia di Milano.
Ma, già perché come in tutte le vicende anche nell'arco vitale della
Lega si incontrano alcuni “ma”.
Ma appena approdati in parlamento, infatti, i leghisti hanno capito velocemente
come funzionasse il trastullo politico e, per ricavarne il massimo tornaconto, hanno
approfittato della discesa in campo di Berlusconi, nel 1994, per diventarne ciondolanti
alleati, capaci di alternare ingiurie ad abbracci calorosi, sberleffi a liturgiche
cene in quel di Arcore.
Però, pur continuando a sbraitare a Pontida contro “Roma ladrona”, giorno
dopo giorno il Grande Barbaro Bossi ed i suoi accoliti si sono lasciati
contagiare dal fascino del potere e dalla possibilità di spillare soldi con
facilità dalle casse dello Stato.
E, prima o poi, come dice un vecchio adagio popolare “chi va al mulino si infarina”.
Così, nel breve giro di qualche settimana gli italiani scoprono che i milioni
di euro dei contributi elettorali, elargiti dallo Stato alla Lega, hanno trasmigrato
verso Cipro e Tanzania, che Davide Boni, presidente leghista del Consiglio
Regionale lombardo è indagato per tangenti il cui valore ammonterebbe ad oltre
un milione di euro, e che il segretario amministrativo della Lega, Francesco
Belsito è indagato per truffa ai danni dello Stato ed appropriazione indebita.
In attesa di nuovi sviluppi, non dimentichiamo, però, che il Grande
Barbaro Bossi, già nel 1994 era stato condannato ad 8 mesi di reclusione
proprio per finanziamento illecito al partito, quindi da cotanto maestro non
potevano risultare che discepoli altrettanto “virtuosi”.
1 commento:
Ha proprio ragione.
Il vecchio detto è molto attuale e circostanziato: Chi entra nel mulino ne esce infarinato.
Ed è proprio quello che è successo alla lega, nonostante i proclami giustizialisti. Ma io sono sicuro che sapevano ed avevano pianificato tutto in questa direzione.
Conosco i polli italiani: Non sono diversi dagli altri ed hanno la stessa "FAME DA SQUALI".
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