È
un periodo, questo, in cui le giornate si susseguono cariche di incertezze e quando
una situazione sembra risolversi ecco che se ne presenta un’altra ancora più inquietante.
Domenica
prossima, dopo il ballottaggio, dovrebbe essere chiaro, perlomeno si spera,
quale partito possa considerarsi più soddisfatto … o, per meglio dire, meno
penalizzato dal voto amministrativo.
Finalmente
conosceremo anche quale posto gli elettori avranno riservato ai “grillini”
sulla bancarella della politica italiana.
Dovremo
aspettare, invece, fino al 17 giugno per sapere se la Grecia continuerà a far
parte della zona euro o se ne uscirà. Fino ad allora dovremo vivere angosciati
dai mercati finanziari, dalla speculazione internazionale, dalla schizofrenia dello
spread. E poi ?
Per
contro, sarà solo questione di ore, o tutt’al più di qualche giorno per scoprire
quale partito, di questa insensata maggioranza, giocando sull’infida scacchiera
della politica deciderà di dare scacco matto al Governo Monti.
È
ormai noto a tutti che le norme di contrasto alla corruzione ed al malaffare
sono indigeste ai berlusconiani.
In
questi giorni, sugli scranni delle commissioni Affari Costituzionali e
Giustizia i berlusconiani patiscono e si contorcono per la sofferenza di dover
assistere all’approvazione di norme detestate dal loro dominus.
Nel
contempo, Bersani ed i suoi gregari sanno come provocare le convulsioni ai
berlusconiani e, pur di non perdere occasione per mettere il coltello nella
ferita, si accordano ora con IdV, ora con UDC, ora con FLI pur di indispettire
i pidiellini.
Sempre
più il Parlamento italiano rassomiglia ad uno spettacolo estemporaneo, nel
quale improvvisati giullari e ciarlatani si esibiscono mettendo a nudo i loro
limiti, la loro irresponsabilità, le loro incapacità, ma soprattutto il loro esclusivo
interesse di bottega.
Per
questo, non ci sarebbe da stupirsi se uno dei partiti di questa sconclusionata maggioranza,
pur di perseguire il proprio tornaconto, facesse trovare a Mario Monti, di
ritorno dal G8, valige e bauli sul portone di Palazzo Chigi per notificargli lo
sfratto.
Ed
allora ? dell’Italia, della crisi economica, dei cassintegrati, dello spread,
del debito pubblico, delle speranze di sviluppo, della disoccupazione
giovanile, degli esodati, cosa ne sarebbe ?
Ma
chi se ne frega !
C'è veramente qualcuno che creda ancora che, per i berliscones, queste preoccupazioni della gente comune siano più importanti che non salvare dalla galera un "castaiolo" colto con le mani nella marmellata della corruzione o del falso in bilancio ?
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