mercoledì 2 maggio 2012

Il Professore e … l’abecedario


Chissà se il 16 novembre 2011, prima di accettare l'incarico di presidente del consiglio, Mario Monti abbia letto l'oroscopo che gli prediceva “nei prossimi mesi dovrai sfogliare l’abecedario con molta cautela”.
Di certo il Professore non avrebbe mai immaginato che a mettergli i bastoni fra le ruote sarebbero stati non uno ma ben due ABC !
L’ABC politico (Alfano, Bersani, Casini) e l’ABC sindacale (Angeletti, Bonanni, Camusso).
C’è voluto qualche mese ma alla fine pare che Monti abbia capito che per poter tener testa agli abecedari doveva tirar fuori gli attributi.
E così lunedì, strabiliando tutti, nella conferenza stampa ha deciso di dire “pane al pane e vino al vino” con franchezza e senza timori.
Il modo più eloquente per manifestare la sorpresa provocata dalle parole di Monti, ce lo ha offerto Fabrizio Cicchitto dicendo “mi sembrava di essere su scherzi a parte”.
In effetti il Professore ha fatto davvero un brutto scherzo soprattutto a quanti erano convinti di potersene servire come di una marionetta.
Da più di 24 ore i politologi si scervellano nel cercare una chiave di lettura della imprevista sortita del professore.
Ora, senza essere un politologo ritengo che non si debba tener conto di alcuni fatti.
  1. La melina con la quale PdL, da un lato, e PD, dall'altro, stanno rallentando, in parlamento, l’approvazione della riforma del lavoro, riforma per la quale oltre un mese fa Monti aveva già spesa la sua parola nei consessi internazionali.
  2. La presa in giro con la quale, a dicembre, i parlamentari hanno attuata una falsa riduzione dei loro stipendi, turlupinando il popolo italiano e lo stesso Governo.
  3. La negligenza con la quale Alfano, Bersani e Casini danno a vedere di occuparsi dell’odioso problema dei rimborsi elettorali, menando il can per l’aia a dispetto sia degli appelli rivolti dal Capo dello Stato sia di una opinione pubblica insofferente.
  4. Il rifiuto, soprattutto da parte del PdL, ad affrontare il tema di una nuova “governance” per la conduzione della RAI.
  5. La non celata irritazione del PdL per la decisione del Governo di mettere all’asta le frequenze TV, cancellando così il cadeau fatto da Berlusconi a Mediaset e RAI.
  6. La precipitosa intenzione, manifestata da PdL e PD, di condizionare la spending review ancora prima di conoscere il progetto del Governo in materia.
Siccome Monti aveva percepito nelle ultime settimane che stavano moltiplicandosi le critiche al suo Governo perché dal decisionismo dei primi mesi sembrava piombato in una fase di stallo, lunedì ha voluto far arrivare un messaggio di sfida ai partiti che lo sostengono confermando ciò che disse durante il viaggio in Giappone, cioé che non è sua intenzione "tirare a campare".
In pratica ha detto: “io ora vado avanti con la spending review, la governance RAI, il finanziamento ai partiti, l’eventuale patrimoniale, etc. Se qualcuno non è d’accordo e si vuole prendere la responsabilità di far cadere il Governo … esca allo scoperto e si faccia avanti”.
Ma a chi può convenire andare alle urne in autunno, con l'aria che tira nei confronti dei partiti e della classe politica ? 

1 commento:

Anonimo ha detto...

che c....... vogliono i partiti??????????????...non hanno rovinato abbastanza l'itali?????????????