Era il 10 febbraio scorso quando su questo blog pubblicavo
un post dal titolo “Riforma elettorale ? …
solo fumo negli occhi”.
Eppure, in quei giorni era un susseguirsi convulso di
incontri tra esponenti di PdL, Pd, UdC e Lega per discutere di legge
elettorale.
Era proprio la tanta frenesia, così insolita per i politici
nostrani, che mi induceva a pensare che si trattasse solo di un po’ di “fumo negli occhi” da disperdere qua e
là.
La semplice decodificazione del perché si volesse gettare “fumo negli occhi” : da un lato il Capo dello Stato aveva
sollecitati i partiti a mettere mano alla legge elettorale, e dall’altro c’erano
1.200.000 italiani incazzati perché la Corte Costituzionale aveva respinto il
loro referendum per l’abolizione del famigerato “porcellum” .
Sono trascorsi oltre 3 mesi, infatti, e non è stata ancora
partorita una proposta condivisa da sottoporre al Parlamento.
Anche l'invito ai partiti di darsi una mossa, formulato
più di 40 giorni fa dai Presidenti di Camera e Senato, fino ad oggi non ha
ottenuto successo.
Perché questa situazione di empasse ?
Il primo scoglio è rappresentato dalla richiesta, del popolo sovrano (!?!?), di reintrodurre il “voto di preferenza”, per restituire all’elettore il diritto di
scegliere i propri rappresentanti.
Il vero problema è che troppe sono le mummie che, come “per diritto divino”, albergano nel parlamento da 20, 30 od anche
40 anni, e che temono di essere sfrattati quando agli elettori fosse
concesso di usare il voto di preferenza per dare vita al ricambio generazionale
e di idee della classe politica.
Siccome, però, le mummie occupano, nei partiti, le stanze
dei bottoni è problematico far passare questa scelta democratica di
partecipazione dell’elettorato.
Tra i più accaniti oppositori si segnala, da sempre,
Fabrizio Cicchitto parlamentare da 36 anni !
Il secondo scoglio, divenuto ancora più aspro dopo i
risultati delle elezioni amministrative, è costituito dalla scelta di un sistema
proporzionale con “soglia di sbarramento”
e “premio di maggioranza”.
Il sistema proporzionale, infatti, risponderebbe alle
caratteristiche del popolo italiano che, essendo per natura individualista,
non riesce a riconoscersi in un sistema bipolare.
Lo conferma non solo la numerosità delle liste candidatesi,
ad esempio, alle elezioni amministrative, ma più ancora l’ampio numero di “gruppi parlamentari” che accolgono i deputati
ed i senatori fuorusciti proprio dai banchi dei partiti maggiori perché non ne condividono le scelte.
PdL e PD, per interessi di bottega facilmente intuibili,
vorrebbero invece imporre un sistema rigorosamente bipolare, incontrando le
resistenze non solo dei partiti minori, presenti in parlamento, ma anche di
correnti interne favorevoli al proporzionale.
Il vero inghippo, però, sta nel fatto che se la riforma dovesse continuare a
procedere a passo di lumaca, in caso di elezioni anticipate ad ottobre,
ipotesi non più tanto remota, gli italiani andrebbero alle urna con il pessimo “porcellum”, e, purtroppo, sarebbero
ancora una volta i “capi bastone” a
decidere chi dovrà essere eletto, con massima goduria delle mummie.
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