Se qualche italiano si illudeva ancora che i politici fossero attenti e rispettosi degli umori e delle aspettative del "popolo sovrano", ebbene ieri avrà patita l'ennesima e definitiva frustrazione.
Dopo che per settimane e mesi i partiti avevano sbandierata la loro ferma intenzione di mettere mano alla riforma costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari, ecco che ieri il PdL si accorda con la Lega per bloccare in Parlamento il taglio di "parassiti".
Eppure lo stesso Angelino Alfano aveva affermato, con squilli di tromba, che i senatori sarebbero passati da 315 a 254 ed i deputati da 630 a 508.
Tralasciando le ridicole assicurazioni di Alfano, è però molto grave che lo stop a questa riforma costituzionale sia avvenuta dopo che il 23 maggio la Commissione Affari Costituzionali del Senato aveva approvata proprio quella parte della riforma riferita alla riduzione del numero di parlamentari.
Ma quella di ieri doveva essere proprio una giornata sfigata per quei pochi italiani che ancora nutrono sentimenti di fiducia nei politici nostrani.
Infatti, sull'altro fronte, quello del PD, è stata messa in scena una imbarazzante manfrina sull'approvazione della riforma del lavoro.
Forse per soddisfare la CGIL, o forse per compiacere ai deliri massimalisti di Stefano Fassina, fatto sta che i parlamentari del PD hanno posto un vero e proprio ricatto al Governo, subordinando il voto della riforma del lavoro alla soluzione del problema degli esodati.
Praticamente una pretesa impossibile da soddisfare tenendo conto che Mario Monti vorrebbe presentarsi, il prossimo 28 giugno al Consiglio UE con la riforma del lavoro approvata ed a quell'appuntamento mancano solo 7 giorni.
Possibile che una riforma, all'esame del Senato dal 5 aprile, dopo oltre 2 mesi e mezzo sia ancora in attesa di approvazione dai "parassiti parlamentari" ?
Interrogativo inquietante che ovviamente potremmo porci anche per la riforma della legge elettorale, della quale si discute da mesi, o per la modifica del finanziamento ai partiti che, dopo gli scandali Belsito e Lusi, lo sfrontato trio Alfano, Bersani e Casini, aveva assicurato che sarebbe stata approvata in pochi giorni.
A concludere questa giornata sfigata mancava solo il voto del Senato sull'autorizzazione a procedere all'arresto di Luigi Lusi, ex tesoriere della ex Margherita.
Ed ecco l'ultima sconcezza! Adottando un comportamento tipicamente omertoso e solidarizzare con il senatore, accusato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, i senatori del PdL si sono astenuti dal voto allontanandosi dall'aula, forse con la speranza di far mancare il numero legale.
Oddio, omertà e solidarietà del Pdl verso coloro che hanno problemi con la giustizia non sono una novità e non possono più sorprendere.
Immaginiamoci, ora, come dovevano essere gongolanti Beppe Grillo e la Casaleggio Associati, ieri sera, dopo una giornata così infamante per i politici nostrani !
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