martedì 19 giugno 2012

Le vergogne di una giustizia ingiusta ed amorale


L’Italia, universalmente riconosciuta come la patria del diritto, è in realtà anche il Paese in cui troppo spesso si fa scempio proprio dei principi fondamentali del diritto.
Gran parte della responsabilità va attribuita, di certo, ai legislatori che hanno legiferato in modo sconsiderato, a volte solo per compiacere a questa o quella lobby.
Ma anche la magistratura non è esente da colpe per l’eccesso di soggettività con cui interpreta le norme.
Non mi riferisco alle molte ed indecenti leggi “ad personam”, che  negli ultimi anni sono state introdotte nel nostro ordinamento da ministri e parlamentari lacchè, ma a norme che dovrebbero rendere giustizia ai comuni cittadini, ad esempio punendo i responsabili di omicidi con pene semplicemente giuste.
Mi riferisco agli automobilisti assassini che dopo aver ucciso, per imperizia o perché ubriachi o drogati, rimangono impuniti con disprezzo per le vite umane che hanno distrutte.
Che possa raffigurarsi come istigazione a delinquere il messaggio pubblicitario che, trasgredendo ai limiti di velocità posti dal codice della strada, esalta le prestazioni velocistiche di una autovettura, è assolutamente realistico, e qui il discorso si potrebbe allargare alla diretta responsabilità delle stesse case automobilistiche.
Che l’automobile possa trasformarsi in uno strumento di morte se condotto da soggetti imprudenti, incapaci o non nel pieno possesso delle loro facoltà, è assolutamente evidente.
Ora mi domando, perché se da una pistola parte inavvertitamente un colpo che uccide una persona il responsabile deve fare anni di galera, mentre se lo stesso individuo, ubriaco o drogato, al volante fa una strage non trascorre neppure un giorno dietro le sbarre ?
Forse, per il rilascio della patente automobilistica sono richieste minori preparazione ed oculatezza di quelle richieste per il porto d’armi ?
Ma che cavolo di giustizia è mai questa ?
A Marsala un automobilista 22enne, in stato di ebbrezza, per aver uccisa una donna di 37 anni ed i suoi due figli di 12 e 10 anni, patteggia una pena a due anni di carcere, ovviamente sospesa.
Sulla A26 un SUV condotto da un 35enne sbronzo, dopo aver imboccata l’autostrada contromano piomba su due auto ed uccide 4 giovani turisti francesi. Pur avendogli riscontrato un tasso alcolico tre volte superiore al consentito il giudice decide di non firmare l’ordine di arresto.
Un automobilista, sotto l’effetto di droghe, alla guida di un’auto rubata falcia tre ciclisti tra Porto Garibaldi e Lido degli Scacchi, uccidendone uno. Da non credere: è arrestato per il furto d’auto e non per l’omicidio !
Potrei continuare all’infinito a riportare notizie come queste … ma credo che siano già più che sufficienti per porre legittimamente una domanda : quando il legislatore si deciderà finalmente ad emanare norme che contemplino il reato di omicidio stradale con pene rigorose ed aggravanti severe per guida in stato di ubriachezza e sotto l’effetto di droghe ?
Ovviamente con il ritiro immediato della patente, il che oggi non avviene.

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