Che l’Italia sia un paese nevrotico e cattolicamente
ipocrita non lo scopriamo certamente nel terzo millennio.
Che il Presidente Napolitano nell’ostinarsi a voler
festeggiare il 2 giugno, come coloro che ne hanno condivisa la scelta,
abbiano dimostrata mancanza di sensibilità verso le sofferenze economiche di decine
di milioni di italiani e le drammatiche conseguenze del terremoto, è purtroppo un
fatto sotto gli occhi di tutti.
Ma che da nessuna parte si sia levata nemmeno una parola di
perplessità, se non di censura, sulla “3
giorni 3” di Benedetto XVI a Milano, è la prova di quanta ipocrisia si sia
insinuata nell’italico modo di pensare.
Eppure, anche a Milano nelle 3 giornate “papaline”, non solo c’è stato un notevole spreco di denaro pubblico, ma
si sono avute celebrazioni di certo poco intonate con l’angoscia e la
disperazione che centinaia di migliaia di nostri connazionali stavano provando
a poche decine di chilometri.
Tra l’altro i fedeli che si
attendevano da Benedetto XVI parole sia di autocritica, per le molte colpe
della Chiesa, sia di apertura verso una Chiesa più attenta ai mutamenti del
tempo, ne sono rimasti delusi.
Aldilà, infatti, di qualche cenno critico rivolto alla
classe politica e di una fumosa esortazione alle persone separate, il Papa ha
recitata solo la solita tiritera su matrimonio, famiglia, eutanasia, aborto e
così via.
Assolutamente nulla di nuovo, quindi, sotto il cielo di
Milano.
Ciò che trovo sconcertante è che non abbia voluto cogliere l’occasione, per chiedere perdono al milione di fedeli, arrivati da tutto il mondo, come capo della Chiesa
responsabile di contagiare mezzo pianeta con preti pedofili, di occultare
deliberatamente le turpitudini di un certo clero, di dare prova ogni giorno di
affarismo e corruzione, di essere dilaniata da lotte intestine per il potere,
di essere sempre più lontana dalle sue origini.
E mentre a Roma, coerente con il dissenso manifestato, il
sindaco Alemanno disertava il palco per la parata militare, a Milano i
rappresentanti delle istituzioni, con Mario Monti in testa, erano tutti lì a
riverire e ad applaudire ignorando, con ipocrisia, che anche la vita del nostro
Paese sia contaminata dai mali della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Figurarsi, poi, che a fare la riverenza a Benedetto XVI
c’era perfino Umberto Bossi, si proprio colui che in un comizio del 2008
definiva il “Vaticano sporco” !
Uno spettacolo da voltastomaco !
1 commento:
bravoooooooooooooooooooooooooooo
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