martedì 5 giugno 2012

Le ipocrisie della “3 giorni papalina” all’ombra del Dòm de Milan


Che l’Italia sia un paese nevrotico e cattolicamente ipocrita non lo scopriamo certamente nel terzo millennio.
Che il Presidente Napolitano nell’ostinarsi a voler festeggiare il 2 giugno, come coloro che ne hanno condivisa la scelta, abbiano dimostrata mancanza di sensibilità verso le sofferenze economiche di decine di milioni di italiani e le drammatiche conseguenze del terremoto, è purtroppo un fatto sotto gli occhi di tutti.
Ma che da nessuna parte si sia levata nemmeno una parola di perplessità, se non di censura, sulla “3 giorni 3” di Benedetto XVI a Milano, è la prova di quanta ipocrisia si sia insinuata nell’italico modo di pensare.
Eppure, anche a Milano nelle 3 giornate “papaline”, non solo c’è  stato un notevole spreco di denaro pubblico, ma si sono avute celebrazioni di certo poco intonate con l’angoscia e la disperazione che centinaia di migliaia di nostri connazionali stavano provando a poche decine di chilometri.
Tra l’altro i fedeli che si attendevano da Benedetto XVI parole sia di autocritica, per le molte colpe della Chiesa, sia di apertura verso una Chiesa più attenta ai mutamenti del tempo, ne sono rimasti delusi.
Aldilà, infatti, di qualche cenno critico rivolto alla classe politica e di una fumosa esortazione alle persone separate, il Papa ha recitata solo la solita tiritera su matrimonio, famiglia, eutanasia, aborto e così via.
Assolutamente nulla di nuovo, quindi, sotto il cielo di Milano.
Ciò che trovo sconcertante è che non abbia voluto cogliere l’occasione, per chiedere perdono al milione di fedeli, arrivati da tutto il mondo, come capo della Chiesa responsabile di contagiare mezzo pianeta con preti pedofili, di occultare deliberatamente le turpitudini di un certo clero, di dare prova ogni giorno di affarismo e corruzione, di essere dilaniata da lotte intestine per il potere, di essere sempre più lontana dalle sue origini.
E mentre a Roma, coerente con il dissenso manifestato, il sindaco Alemanno disertava il palco per la parata militare, a Milano i rappresentanti delle istituzioni, con Mario Monti in testa, erano tutti lì a riverire e ad applaudire ignorando, con ipocrisia, che anche la vita del nostro Paese sia contaminata dai mali della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Figurarsi, poi, che a fare la riverenza a Benedetto XVI c’era perfino Umberto Bossi, si proprio colui che in un comizio del 2008 definiva il “Vaticano sporco” !
Uno spettacolo da voltastomaco !

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravoooooooooooooooooooooooooooo