Che l’elettorato sia schifato dell’attuale sistema partitico non dovrebbe essere più una novità per nessuno, visti anche i livelli di astensionismo ed i voti ottenuti dal Movimento 5 Stelle alle ultime amministrative.
L’istanza espressa dagli elettori,
di rinnovamento e svecchiamento delle idee e delle facce, è così insistente
che, se non accolta con immediatezza, potrebbe mettere a rischio la stessa rappresentatività
degli eletti.
Di quale autorevolezza, infatti, godrebbe nel
Paese un parlamento eletto da meno del 60% dell’elettorato ?
Eppure, non sarebbe difficile soddisfare
le aspettative del “popolo sovrano” se non fosse che al vertice dei partiti bivaccano marpioni vecchi
ed obsoleti, però esperti nell’imbrogliare le carte.
Prendiamo, ad esempio, il caso del Partito
Democratico.
Nel febbraio 2008 l’Assemblea
Costituente del PD approvò lo Statuto poi modificato, in alcune sue parti, nel
maggio 2010.
Al Capo IV, articolo 18, comma 8, lo Statuto prevede furbescamente il modo per impedire
che siano capacità, competenza e merito a promuovere il
candidato alla Presidenza del Consiglio, ruolo di vitale importanza
strategica per il Paese.
Infatti, unico requisito richiesto è quello di essere segretario
dell’apparato di partito come risulta dal testo: “Qualora il Partito
Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del
Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la
sola candidatura del Segretario nazionale.”
E' mai possibile che all'interno del PD solo Bersani
possa essere candidato alla Presidenza del Consiglio ? Roba da ridere !
Al
Capo V, articolo 21, comma 3, lo
Statuto prevederebbe correttamente che “Non è
ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del
Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di
tre mandati.”
A parte il fatto che 3 mandati
rappresentano pur sempre 15 anni di presenza in Parlamento, vale a dire un lungo soggiorno, comodo e ben retribuito, tuttavia i furbi del partito sanno come violare e
raggirare le norme dello Statuto, a dispetto di ogni apertura al rinnovamento.
Infatti,
tra le file del PD, attualmente siedono in Parlamento, pur avendo superata abbondantemente la soglia di 3 mandati, 43 deputati su 206 (= 21%) e 35 senatori su 112 (= 31%) !
Se poi consideriamo che ben 14 di questi personaggi
soggiornano sugli scranni del Parlamento italiano da oltre 25 anni si comprende
perfettamente perché il “popolo sovrano” non ne possa più di
vedere le loro facce ed esiga lo svecchiamento !
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